Demanio marittimo, il Piano è un optional, commissariati 59 Comuni inadempienti - QdS

Demanio marittimo, il Piano è un optional, commissariati 59 Comuni inadempienti

Rosario Battiato

Demanio marittimo, il Piano è un optional, commissariati 59 Comuni inadempienti

martedì 18 Settembre 2018

Pubblicati sulla Gurs di venerdì scorso i decreti con le nomine dei responsabili ad acta. Tra gli Enti interessati, anche importanti località turistiche come Lampedusa, Scicli e Taormina

PALERMO – L’ultima scadenza era stata assegnata con la circolare assessoriale dello scorso 8 marzo che diffidava i Comuni a comunicare, entro un mese dalla pubblicazione sulla Gurs, poi avvenuta il 23 marzo, lo stato di attuazione del piano di utilizzo del demanio marittimo. Ma le scadenze, almeno in Sicilia, sono fatte per non essere rispettate e infatti, sulla Gurs di venerdì scorso, sono stati pubblicati i nomi dei 59 comuni che sono stati commissariati per decreto, proprio per non aver provveduto alla redazione e all’adozione del piano di utilizzo del demanio marittimo.
 
 
La circolare di riferimento, quella dello scorso marzo, non lasciava molto spazio all’interpretazione: dopo aver fornito alcune delucidazioni richieste dagli stessi enti locali isolani in materia di procedure di approvazione, ricognizione della fascia costiera e rilascio di nuove concessioni demaniali, precisava che “i comuni, entro trenta giorni dalla pubblicazione della presente circolare nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana (avvenuta sulla Gurs del 23 marzo, ndr), dovranno comunicare al Dipartimento regionale dell’ambiente lo stato di attuazione del piano, con particolare riferimento” all’approvazione in giunta e quindi all’adozione preliminare del Consiglio comunale e poi a quella finale. La stessa circolare segnalava che “in caso di mancato adempimento”, la Regione avrebbe percorso la strada del potere sostitutivo.
 
Un dato puntualmente verificato con i decreti del 9 agosto scorso, pubblicati sulla Gurs di venerdì, che hanno visto le nomine dei 59 commissari ad acta che andranno a sedere in tutti quei comuni inadempienti. Sette si trovano ad Agrigento – tra cui si segnalano anche località turistiche abbastanza note come Lampedusa, Porto Empedocle e Sciacca –, solo Butera nel nisseno, e tre realtà nell’etneo (Calatabiano, Fiumefreddo si Sicilia e Mascali). La pattuglia più nutrita arriva dal messinese con poco meno di una trentina di commissariamenti: c’è anche qualche big per indotto turistico o per estensione come Taormina, Sant’Alessio Siculo, Milazzo, Forza D’agrò, Letojanni e Lipari. Altri 12 arrivano dal palermitano, tre dal ragusano – sono Acate, Modica e Scicli – e cinque dall’area aretusea (Carlentini, Melilli, Noto, Porto Palo di Capo Passero, Priolo Gargallo). Una segnalazione per Trapani, con Valderice.
 
Il compito è semplice e scandito nella tempistica: “i commissari ad acta – si legge nel provvedimento – sono stati nominati per provvedere, in sostituzione dell’amministrazione comunale, alla redazione ed adozione del piano di utilizzo del demanio marittimo”. L’incarico durerà per i prossimi tre mesi, salvo proroga che potrebbe prolungarlo “fino a dodici mesi per giustificati motivi in rapporto alla complessità degli atti da compiere”.
 
Il piano è uno strumento fondamentale per la pianificazione dell’area compresa tra la linea di costa e la dividente demaniale ed elemento strategico anche in vista del 2020, quando, almeno in teoria, dovrebbe scadere l’ultima proroga fissata dall’Italia per il rinnovo automatico delle concessioni. L’Italia potrebbe così mettersi in regola con quanto stabilito dalla direttiva Bolkestein del 2006 che prevedeva, in linea generale, dei bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni.

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