Cluster tecnologici, la Regione siciliana fissa i paletti - QdS

Cluster tecnologici, la Regione siciliana fissa i paletti

Michele Giuliano

Cluster tecnologici, la Regione siciliana fissa i paletti

martedì 18 Settembre 2018

Sono stati stanziati dieci milioni di euro per i prossimi tre anni per progetti di ricerca, sviluppo e innovazione

PALERMO – La risposta della Regione è chiara: all’Avviso 1.2.1_1 “Azioni di sistema per il sostegno alla partecipazione degli attori dei territori a piattaforme di concertazione e reti nazionali di specializzazione tecnologica, come i cluster tecnologici nazionali, e a progetti finanziati con altri programmi europei per la ricerca e l’innovazione” potranno partecipare soltanto progetti già presentati da piccole e medie imprese operanti in Sicilia su “Calls for Proposal” delle Fasi 1 e 2 dello Strumento per le Pmi di Horizon 2020 e non è quindi possibile ammettere altri progetti al di fuori di questo ambito.
 
Le linee guida, dettate attraverso la pubblicazione delle Faq (domande poste alla Regione dagli addetti ai lavori sull’accessibilità al finanziamento, ndr), sono piuttosto rigide al riguardo: l’avviso prevede esclusivamente la riproposizione di progetti che abbiano ottenuto una valutazione positiva in sede di istruttoria ma non finanziati per carenza di risorse, e non è quindi possibile ammettere progetti che abbiano ottenuto un punteggio inferiore a quello previsto per il SoE.
 
 
In ultimo, viene specificato che il Bando “Horizon – PON I&C 2014/2020” del Mise (Dm 01/06/2016) non rientra tra le “Calls for Proposal” delle Fasi 1 e 2 dello Strumento per le Pmi di Horizon 2020 e non è quindi possibile ammettere delle proposte progettuali che derivano da tale bando ministeriale. Paletti rigidi, insomma, per tutti coloro vorranno accedere ai dieci milioni di euro messi a disposizione, nei prossimi tre anni, per sostenere la partecipazione degli attori dei territori a piattaforme di concertazione e reti nazionali di specializzazione tecnologica, come i cluster tecnologici nazionali, e i progetti finanziati con altri programmi europei per la ricerca e l’innovazione.
 
In tal modo, aziende che hanno precedentemente hanno presentato dei progetti che spingono sulla strada del miglioramento tecnologico, sia nella gestione dei processi lavorativi, potrebbero essere rese più efficienti anche dal punto di vista strutturale. Le aziende non dovranno fare altro, insomma, che riprendere in mano progetti già valutati positivamente, ma che non hanno potuto ricevere finanziamenti in quanto non si sono posizionati in maniera utile nelle precedenti graduatorie. Tale obiettivo sarà perseguito mediante concessione di aiuti sotto forma di contributo in conto capitale, sulla base di una procedura valutativa a sportello.
 
Le finalità degli interventi dovranno essere coerenti con quanto inserito negli ambiti tematici della Strategia regionale di Specializzazione Intelligente (S3): Agroalimentare, Economia del Mare, Energia, Scienza della Vita, Turismo Cultura e beni Culturali, Smart Cities and Communities. Le agevolazioni sono concesse per la realizzazione di progetti il cui costo complessivo non può superare quello dichiarato nella domanda presentata alla Commissione europea, con non più di 50 mila euro a fondo perduto, per la “Fase 1 dello strumento per le Pmi” e due milioni e mezzo di euro a fondo perduto, per la “Fase 2 dello strumento per le Pmi”.
 
Per entrambe le fasi di “The Sme Instrument” sono ammissibili le spese di personale come ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario, nella misura in cui sono impiegati nel progetto, i costi relativi a strumentazione e attrezzature nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto. Sono ammessi anche i costi relativi al noleggio di strumentazioni e attrezzature e agli immobili e ai terreni nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto.

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