La ragione del popolo, l'interesse del popolo - QdS

La ragione del popolo, l’interesse del popolo

Carlo Alberto Tregua

La ragione del popolo, l’interesse del popolo

mercoledì 19 Settembre 2018

Burocrazia ribaltata e valorizzata

Il Popolo ha sempre ragione in Democrazia. Tuttavia non si può prendere il risultato grezzo di una elezione, ma esso va analizzato per capire che cosa c’è di giusto e di sbagliato nell’espressione della volontà degli elettori.
Gli stessi sono influenzati fortemente dai media e dalla rete, tanto che essa è stata capace di generare dal nulla un partito che alle ultime elezioni ha ottenuto il 32,5% di voti, cioè l’M5s.
La Rete, però, ha forti limiti etici perché in essa tutti possono scrivere di tutto, senza alcun controllo ed alcuna verifica. Anche le idee più balzane e strampalate trovano posto nei social e tanti altri internauti leggono, magari non capiscono, però si lanciano in commenti e frasi spesso destituite di fondamento.
Oggi il Popolo è condizionato dalla Rete; ieri, ed anche qualche secolo fa, veniva condizionato dalla Classe dirigente. Dunque, la ragione del popolo è sempre condizionata perché il filtro, cioè la cultura, è modesta e sempre in discesa.
 
Nel 1789 nel mondo accadderò due fatti importantissimi:da una parte, l’entrata in vigore della Costituzione degli Stati Uniti e l’elezione del primo presidente George Washington (1732-1799), che fece seguito alla Dichiarazione di indipendenza del 1776; dall’altra, la Rivoluzione francese fatta dal popolo. Ma gli storici scrivono come tale Rivoluzione nacque dalla miopia dell’aristocrazia dominante e dalla viltà della borghesia.
Quindi, più che da anelito di libertà e da voglia di democrazia, la ribellione del popolo fu conseguenza del suo stato di estrema sofferenza, sulla quale soffiarono i cosiddetti intellettuali: Robespierre, Danton, Moreau, i quali usarano correttamente le leve del grande malessere popolare per ribaltare la monarchia.
In effetti, quella del Direttorio fu una dittatura, altro che democrazia del popolo, tanto che il periodo del Terrore tagliò la testa a decine di migliaia di francesi.
Invece, l’Unione americana si fondò sulla Costituzione, ben analizzata da Alexis de Tocqueville (1805-1859) nel suo “Democrazia in America”. Una Costituzione, che ha bilanciato i poteri fra legislativo ed esecutivo, e fra Governo centrale e Governo degli Stati. In Usa la democrazia ha funzionato, in Francia la falsa democrazia fallì con la Restaurazione.
 
Nel nostro Paese non c’è vera democrazia, perché quando vi sono personaggi che ancora fanno riferimento alle ideologie di Destra e Sinistra, si capisce come non abbiano argomenti veri e seri, e soprattutto non abbiano a cuore gli interessi del Popolo.
Se alla gente si promette tutto, è chiaro che questa vota gli imbonitori, salvo poi quando l’illusione crolla sugli stessi.
La ragione del Popolo, sovente, non coincide con gli interessi del Popolo. Quest’ultimi sono individuati e perseguiti da persone con un’etica elevata, con intelligenza superiore alla media e soprattutto con la capacità di posporre l’interesse personale a quello generale.
Vedete qualche personaggio politico odierno che rientri in questo identikit? A noi non pare che ve ne siano.
La conseguenza è che gli attuali governanti seguono come pecoroni le richieste dei cittadini (che vogliono tutto senza far niente), ammantandoli con le coperte della povertà e dei bisogni che spesso sono falsi.
 
In questo quadro di tutto e subito, relativamente a falsi bisogni, rientra il pessimo funzionamento della burocrazia di tutti i livelli, la quale sta letteralmente uccidendo il Paese con i suoi vincoli, coi suoi ripetuti “No”, con il rifiuto di operare in modo efficiente e funzionale.
Negli Stati Uniti la Pubblica amministrazione ha individuato una qualifica professionale: “Esperto in efficienza con analisi dei sistemi”. Significa che vi è una struttura di grandi professionisti, i quali vanno in tutte le Amministrazioni per constatare il loro stato di efficienza e indicare organizzazioni alternative, che raggiungano prima e meglio gli obiettivi prefissati.
Qui da noi la burocrazia non ha alcun obiettivo da raggiungere: si auto-alimenta facendo percepire ai propri adepti, regolarmente, stipendi e prebende, mentre se ne infischia dei bisogni di cittadini e imprese, che avrebbero diritto di ottenere i provvedimenti richiesti senza chiedere alcun favore.
Si tratta di un’utopia? Può darsi, ma noi crediamo che così bisogna agire per uscire dal pantano.

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