Dimore storiche, fondi per i lavori di restauro - QdS

Dimore storiche, fondi per i lavori di restauro

Giovanna Naccari

Dimore storiche, fondi per i lavori di restauro

mercoledì 19 Settembre 2018

Contributi regionali per valorizzare gli edifici di importante interesse culturale: 2,3 milioni di euro in tre anni

PALERMO – Contributi regionali per gli interventi di restauro e conservativi nelle dimore storiche. I proprietari possono accedere alle risorse se accettano, tramite convenzione, di aprire le residenze al pubblico e di essere disponibili anche per attività didattiche e scientifiche durante l’anno.
 
Le domande per ottenere il beneficio vanno compilate secondo le modalità fissate nel decreto firmato dall’assessore ai Beni Culturali e Identità siciliana Sebastiano Tusa, di concerto con l’assessore all’Economia Gaetano Armao, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana n.39 del 7 settembre scorso. Le istanze vanno presentate entro 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento sulla Gurs.
 
Il decreto è stato disposto secondo la Legge di stabilità 8 dell’11 maggio 2018, che richiama il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio e il concorso alla spesa in favore dei proprietari di edifici di pregio (Dlgs 42/2004). Destinatari dei benefici sono i proprietari, ovvero i possessori o detentori di edifici a destinazione d’uso abitativo che siano stati dichiarati di importante interesse culturale alla pubblicazione della legge regionale 8/2018.
 
Questi gli interventi finanziabili: restauro, consolidamento e manutenzione dei beni immobili; interventi d’urgenza o somma urgenza per eliminare rischi connessi al bene culturale; predisposizione e collocazione di strutture e impianti volti alla valorizzazione e fruizione del bene ovvero all’utilizzo innovativo dello stesso, nonché per l’abbattimento di barriere architettoniche e per l’efficienza energetica.
 
Tra le priorità indicate per la concessione del contributo, le circostanze di pericolo tali da minacciare l’incolumità delle persone o la perdita del bene; l’importanza della dimora storica sotto il profilo storico-artistico e architettonico; la rilevanza del programma di fruizione pubblica.
 
L’ammontare delle risorse a valere sui fondi stanziati nel bilancio regionale non potrà essere superiore alla metà della spesa ritenuta ammissibile e comunque non oltre 200 mila euro.
 
La legge 8/2018 autorizza per l’esercizio finanziario 2018 la spesa di 849.418 euro, per l’esercizio finanziario 2019 una spesa di 738.037 euro e per l’esercizio 2020 la cifra di 736.980 euro. I lavori dovranno essere conclusi, a pena di decadenza e prorogabili per una sola volta per 3 mesi, entro 18 mesi dalla comunicazione di avvenuta concessione del contributo.
 
L’accesso al pubblico nelle dimore storiche sarà stabilito da apposite convenzioni o accordi da stipulare all’atto del contributo. L’intesa stabilirà i limiti temporali dell’obbligo di apertura al pubblico, in base all’importanza del bene, alle risorse ricevute e agli interventi. Le convenzioni dovranno prevedere un limite temporale minimo decennale. I dati sugli incentivi e i programmi di fruizione saranno pubblicati nei siti degli assessorati interessati e in un rapporto annuale.
 
Il governo regionale ha mostrato interesse verso le dimore storiche anche per incentivare il turismo di fascia medio-alta. In particolare, “per rilanciare il turismo relazionale”, ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, partecipando a settembre a Palermo a un’iniziativa di privati dedicata all’ospitalità aristocratica e al turismo ecologico. Musumeci ha anche annunciato un censimento regionale degli edifici di pregio per promuovere questa tipologia di turismo all’estero e una giornata, entro novembre, dedicata agli incentivi fiscali per le dimore storiche con il coinvolgimento del governo nazionale.

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