Immobilismo Ars, la XVII legislatura peggio della XVI - QdS

Immobilismo Ars, la XVII legislatura peggio della XVI

Patrizia Penna

Immobilismo Ars, la XVII legislatura peggio della XVI

venerdì 21 Settembre 2018

Paralisi nelle Commissioni e in Aula e intanto la Sicilia aspetta. Di rinvio in rinvio, altra settimana bruciata per Sala d’Ercole

PALERMO – Un’altra settimana praticamente bruciata per Sala d’Ercole che è andata a vuoto neanche il tempo di rientrare dalle ferie.
È ormai quasi una sorta di hobby l’attività legislativa a Sala d’Ercole. Non un dovere né un servizio da svolgere rigorosamente nell’interesse dei cittadini, quanto piuttosto qualcosa a cui ci si dedica sporadicamente, distrattamente.
 
Il M5s affonda il coltello nella piaga: “Eravamo preparati al peggio, ma Musumeci è andato oltre. A quasi un anno dal suo insediamento la montagna di promesse della maggioranza non è riuscita a partorire nemmeno il classico, misero topolino. E la Sicilia aspetta, e spera sempre meno”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Valentina Zafarana, dopo la nuova fumata nera in prima commissione sulle nomine del cda di Riscossione e il rinvio della seduta d’aula a causa dell’assenza dell’assessore di Pierobon.
 
 
Alla vergognosa latitanza di gran parte della maggioranza in commissione – afferma la deputata – è seguita quella, altrettanto ingiustificabile, dell’assessore in aula, con rinvio della seduta alla settimana prossima. Si continua a procedere col freno a mano tirato e a dribblare i temi che i siciliani aspettano. Noi continuiamo a lavorare, prova ne sia che gran parte degli atti trattati sono del Movimento 5 stelle, ma il governo deve fare la sua parte. Continuare così è impossibile e, soprattutto, inammissibile”.
 
Paralisi nelle Commissioni, dunque, e paralisi in Aula. E ogni volta la colpa è sempre di qualcuno o di qualcosa: le elezioni nazionali, le ferie estive, il governo regionale assente. Insomma, c’è sempre un buon motivo per non fare, per rinviare e possibilmente polemizzare.
 
E intanto la Sicilia aspetta. Aspetta quelle riforme necessarie a ripartire che alla fine non arrivano e risalire la china diventa per forza di cose una missione impossibile.
A proposito di missioni impossibili, tra queste c’è sicuramente la riforma delle ex Province, un pasticcio che in Sicilia ha rasentato il grottesco. Palmeri e Siragusa (M5s), hanno presentato interrogazione all’Ars, e chiesto a Musumeci di riferire in Aula circa la disastrosa situazione economica in cui si trovano questi enti.
 
“Strade provinciali colabrodo – scrivono i grillini in una nota -, stop agli interventi manutenzione ordinaria e straordinaria, ai servizi di trasporto per gli studenti siciliani, in particolare per i disabili, scuole poco sicure spesso senza riscaldamenti e nella stragrande maggioranza dei casi prive di misure antisismiche. Tutti servizi di competenza delle ex Province, oggi Liberi consorzi – per via della riforma varata quattro anni fa dal governo Crocetta e poi bocciata dalla Consulta – oggi retti da commissari straordinari e a rischio default.
 
“Ci chiediamo – proseguono – come mai il Governo regionale ed il presidente della Regione non abbiano ritenuto opportuno informare tempestivamente l’Assemblea regionale per indicare quali e quante risorse finanziarie intendono stanziare per consentire agli Enti di redigere e chiudere in pareggio il bilancio pluriennale 2018/2020, dal momento che senza questi documenti contabili i Liberi consorzi non solo non potranno utilizzare i fondi nazionali per investimenti per la viabilità e quelli regionali per l’edilizia scolastica, compresi 30 milioni di euro stanziati dalla Regione per investimenti, ma cosa ancor più grave rischiano il dissesto”. “Occorre chiarezza – concludono – vogliamo sapere quale è l’importo esatto, quantificato da ciascuna Provincia e proposto dall’Anci al Governo regionale e ai dipartimenti competenti in vista delle variazioni di Bilancio, per scongiurare il fallimento degli enti”.

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