Disastri naturali e comunicazioni interrotte. Un piano per fare fronte all'emergenza - QdS

Disastri naturali e comunicazioni interrotte. Un piano per fare fronte all’emergenza

Rosario Battiato

Disastri naturali e comunicazioni interrotte. Un piano per fare fronte all’emergenza

sabato 22 Settembre 2018

In Giunta avanza la strategia volta a innovare tecnologicamente il sistema di protezione civile. In Sicilia 360 comuni a rischio frane e il 90% si trova in zona ad alta probabilità di terremoto

PALERMO – In Sicilia si lavora sull’emergenza e sulla gestione della comunicazione in caso di assenza dei canali ordinari. In campo risorse per consegnare al dipartimento della Protezione civile isolana una strumentazione all’avanguardia.
 
Nelle scorse settimane la Giunta ha deliberato l’apprezzamento del documento “Integrazione e sviluppo del sistema di comunicazione in emergenza” e l’incarico al dipartimento regionale della Programmazione per il reperimento delle risorse economiche aggiuntive, pari a 3,8 milioni di euro (fabbisogno complessivo da 10 milioni di euro per l’intero progetto), per il completo finanziamento dell’intervento.
 
Andando in dettaglio, si tratta di “un intervento strategico e prioritario per il sistema di protezione civile regionale in quanto prevede, anche, la realizzazione di una dorsale a microonde integrata da una rete di radio a diffusione – riportiamo da un documento della protezione civile isolana – a sostegno del sistema GECoS (piattaforma per la gestione delle emergenze, ndr) già in uso presso la Soris (Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana, ndr) del Drpc Sicilia, in grado di garantire la continuità di utilizzo della piattaforma, assicurando il regolare flusso di informazioni a supporto della gestione dell’emergenza da parte del sistema regionale di protezione civile in caso di eventi calamitosi particolarmente rilevanti e in assenza dei canali di comunicazione ordinari”.
 
Si tratta del secondo tassello di un progetto che ha visto un primo lotto già completamente finanziabile e che si inserisce nell’ambito del Po Fesr 2014/2020, relativo all’azione 5.1.4 che prevede “integrazione e sviluppo di sistemi di prevenzione multirischio, anche attraverso reti digitali interoperabili di coordinamento operativo precoce”. Il progetto pilota, si legge all’interno del documento di presentazione, punta ad “affinare il livello di conoscenza delle relazioni esistenti fra i vari fattori che concorrono all’innesco e lo sviluppo dei fenomeni franosi, utile a produrre una modellistica di riferimento per la previsione e prevenzione dei rischi connessi alle condizioni meteorologiche da applicare al territorio regionale”.
 
Istruzioni anche per il Corpo forestale che dovrà tenere conto di questo progetto del Dipartimento, in caso di interesse al completamento delle attività intraprese per la realizzazione dell’intervento di “Ammodernamento tecnologico e potenziamento operativo del sistema di radiocomunicazione del Corpo forestale R.S. Compresa l’installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette”.
 
I pericoli naturali, del resto, ci sono tutti. L’Isola, secondo dati dell’Ispra e della Regione, ospita 360 comuni con aree interessate a pericolosità da frana (elevata o molto elevata) o idraulica (elevata o molto elevata), con 120 mila persone che risiedono nelle prime e 20 mila nelle seconde.
 
Il pericolo numero uno resta comunque il rischio sismico, con il 90% dei comuni isolani che rientra nelle prime due fasce di rischio: 27 comuni nella zona più pericolosa, la numero 1, dove “possono verificarsi fortissimi terremoti”, e altri 329 nella zona 2, dove possono “verificarsi forti terremoti”. All’interno di questo perimetro vivono 4,5 milioni di siciliani (355mila solo nella prima fascia).

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