Iva, quell'evasione abnorme che preoccupa l'Ue - QdS

Iva, quell’evasione abnorme che preoccupa l’Ue

Salvatore Forastieri

Iva, quell’evasione abnorme che preoccupa l’Ue

martedì 25 Settembre 2018

Tra le risorse proprie vi è lo 0,5% del gettito derivante da tale imposta e versato da ogni Stato membro. 35 miliardi la stima per il 2016 ma all’appello mancano altri 50 mld da Irpef, Ires e Irap

ROMA – L’evasione dell’Iva preoccupa l’Unione europea.
Da un recente rapporto della Commissione europea, risulta che nel nostro Paese l’evasione in materia di Imposta sul Valore Aggiunto nel 2016 è stata di 35,8 miliardi, un importo quasi uguale a quello del 2015.
Se si fa un raffronto tra le entrate previste dell’Iva e quelle effettivamente conseguite, lo scostamento percentuale risulta pari al 25,9%. Nella graduatoria europea l’Italia è preceduta solo dalla Romania (35,88%) e dalla Grecia (29,2%).
Attenzione, stiamo parlando di evasione di sola Iva.
 
A questi 35 miliardi, infatti, devono essere aggiunti almeno altri 50 miliardi di euro, corrispondenti all’evasione stimata di Irpef, Irap e Ires.
Va detto che, così come risulta dal “Rapporto del Mef sui “risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva” del 2017, l’Agenzia delle entrate ha recuperato nel corso del 2016 somme evase pari a 19 miliardi di euro (4,8 miliardi da riscossione coattiva, 13,7 da versamenti diretti e 461 milioni attraverso la promozione alla compliance).
 
Per conoscere con maggiore precisione l’ammontare complessivo dei tributi non pagati in Italia, andrebbe aggiunto pure un consistente ammontare di evasione in materia di fiscalità locale, sulla quale, però, non esistono stime ufficiali. Solo in materia di Imu l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un rapporto sugli “Gli immobili in Italia 2015” dal quale risulta che la differenza tra quanto i contribuenti dovrebbero versare a titolo di Imu e quanto viene effettivamente versato relativa ai fabbricati è stata, nel 2012, 4,2 miliardi, nel 2013, 5,5 miliardi e, nel 2014, 4,3 miliardi di Euro.
Per l’Iva, come si diceva prima, l’evasione è di circa 35 miliardi, un importo che ha fatto allarmare l’Unione europea.
Occorre ricordare, infatti, che tra le “risorse proprie” della Ue c’è anche una parte del gettito Iva di ogni Paese comunitario, tenuto a versare nelle casse europee lo 0,50% delle entrate conseguite per Imposta sul Valore Aggiunto.
 
Ogni euro di evasione, pertanto, costituisce anche un mancato introito dell’Unione Europea sul quale la stessa non ha mai mostrato e continua a non mostrare alcuna indulgenza.
Ecco perché c’è molta attenzione dell’Europa verso le prossime manovre di bilancio. In particolare, non sarebbero assolutamente tollerati condoni come quelli istituiti diverse volte negli anni passati.
Recuperare l’evasione e realizzare una significativa inversione di tendenza nel pagamento spontaneo dei tributi (la “tax compliance”), quindi, costituirà un un obiettivo primario ed un difficilissimo lavoro per il nostro Governo il quale dovrebbe intervenire principalmente sulla semplificazione degli adempimenti e sulla chiarezza delle norme tributarie.
 
Si dovrà intervenire anche nella riscossione coattiva, per fare aumentare la percentuale di recupero delle somme iscritte a ruolo, attualmente estremamente bassa, incidendo sullo “zoccolo duro” delle somme che, nonostante le diverse forme di definizione agevolata attualmente esistenti, rimangono non riscosse.
Principalmente non ci dovranno essere più alibi per nessuno: L’evasore per errore o l’evasore “necessitato” non dovranno più esistere dopo che le condizioni che oggi possono determinare tali situazioni verranno eliminate.

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