Formazione, la Regione non spende, annunciata una class action - QdS

Formazione, la Regione non spende, annunciata una class action

Michele Giuliano

Formazione, la Regione non spende, annunciata una class action

giovedì 27 Settembre 2018

Organizzazioni di categoria contro il governo regionale accusato di incapacità, chieste dimissioni. Da anni ormai l’intero settore della formazione professionale è fermo. Il Fse 2014-20 ha una dotazione di 820 milioni. Stanziati 296 milioni, ne sono stati spesi soltanto 25,8

PALERMO – Da anni ormai l’intero settore della formazione professionale è fermo, e tutto, sembrerebbe, per il mancato impegno dei fondi resi disponibili dall’Unione Europea.
 
Anche l’ultimo avviso, che ha visto i primi corsi approvati avviare le attività didattiche proprio nei giorni scorsi, ha messo in ballo finanziamenti che non bastano a permettere il rientro a lavoro di tutti gli operatori. Eppure, le organizzazioni sindacali Usb-Cobas e l’associazione “Gli Irriducibili della Formazione Professionale in Sicilia”, dicono che questa non è tutta la verità, ma che si tratta più di incapacità del governo, che non è stato in grado di utilizzare miliardi di euro tra fondi Fse, Fesr, Pac, Pon metro e Patto per il Sud, da destinare anche alla formazione professionale.
 
Partendo da queste premesse, associazioni e sindacati chiedono le dimissioni del presidente della Regione Nello Musumeci e della sua giunta di governo e annunciano una class action che coinvolgerà tutti i settori produttivi della Sicilia.
 
Ricordiamo, come abbiamo anche scritto nell’inchiesta pubblicata ieri, che il PO FSE Sicilia 2014-2020 “Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione” ha una dotazione finanziaria complessiva pari a 820.096.428 euro (quasi 570 milioni di euro in meno rispetto al PO 2007/2013), dei quali 615 milioni di euro (pari al 75% della dotazione), sulla quota comunitaria, 143,5 sul Fondo di rotazione nazionale (pari al 15% della dotazione) e i restanti 61,5 sul bilancio della Regione siciliana (pari al 10% della dotazione del PO).
 
Al 31 dicembre 2017 le risorse stanziate complessivamente ammontano a poco più di 296 milioni di euro con impegni giuridicamente vincolanti pari a quasi 110,7 milioni di euro e una spesa certificata pari complessivamente a 25,8 milioni di euro.
 
Il mancato utilizzo di somme così ingenti potrebbe fare pensare ad una semplice incapacità del governo regionale, che dovrebbe portare al commissariamento. Ancora più grave, piuttosto, i sindacati ravvisano una calcolata strategia che ha prodotto un danno gravissimo per tutti i cittadini siciliani.
 
A due mesi dalle denunce e richieste presentate dai sindacati nulla è stato prodotto, scrivono i sindacati, “se non obbrobri semi-ufficiali come la creazione di improponibili elenchi suddivisi per provincia prima, e, successivamente, l’ennesimo elenco ‘aggiornato’ di 8.589 iscritti, di cui 1.139 in età pensionabile e in pensione, deceduti, soggetti con procedimenti penali, doppioni, e 12 nominativi che ancora non risultano nati”.
 
Lo scopo di tutto, sarebbe, secondo i sindacati, di deviare l’attenzione per poter inserire gli operatori iscritti dal 2009 sino al 2016. I dati falsati servirebbero, insomma, ad evitare che si possa dare reale trasparenza: “è chiaro che questi dati sono falsati artatamente per evitare che possa essere definito il numero preciso di iscritti all’albo, anche alla luce dei dati forniti dalla Commissione Europea, per una ridefinizione del quadro che non lascerebbe più spazio alle promesse politiche. Il tavolo nazionale, caro Presidente – dicono i sindacati – non serve a trovare somme, ma per organizzare in modo corretto e specialistico una strategia complessiva e risolutiva per la categoria nel rispetto della normativa che ad oggi è stata volutamente ignorata e calpestata”.
 
Ancora in sospeso, inoltre, la creazione della task force che il presidente Musumeci aveva annunciato a febbraio di quest’anno, al ministero del Lavoro, per la programmazione dell’utilizzo delle somme non spese. Così l’Usb-Cobas e “Gli Irriducibili della Formazione professionale in Sicilia” annunciano la mobilitazione da subito, con l’avvio di tutta una serie di iniziative forti nei confronti del governo regionale, “per ottenere giustizia in nome di tutti i cittadini siciliani che da questa politica scellerata ed irresponsabile sono stati e continuano ad essere vittime innocenti, tra cui un’azione giudiziaria nella forma della class action contro la presidenza della Regione e il suo governo, da estendere anche ad altri settori produttivi oltre la formazione professionale”.

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