Zone montane da rilanciare con la defiscalizzazione - QdS

Zone montane da rilanciare con la defiscalizzazione

Adriano Agatino Zuccaro

Zone montane da rilanciare con la defiscalizzazione

giovedì 27 Settembre 2018

Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club dei Borghi più belli d’Italia, dice la sua in tema di fiscalità di vantaggio

PALERMO – Il tema fiscalità di vantaggio per le imprese e sgravi per i pensionati che “ripopolano” le aree rurali del Sud è tornato in auge con un intervento del ministro Salvini (vedi inchiesta del QdS del 20 settembre scorso). Salvatore Bartolotta, coordinatore regionale del Club dei borghi più belli d’Italia, affronta le due spinose questioni rispondendo ad una nostra intervista.
 
La guerra europea per la conquista dei soldi dei pensionati ha un vincitore indiscusso: il Portogallo. Qui coloro che prendono la qualifica di “residente non abituale” non pagano un euro di tassa sul reddito per dieci anni. Se un sistema simile venisse adottato in Italia, la Sicilia potrebbe trarne vantaggi? In che misura?
“È un’idea bellissima ma il primo fattore è la sanità perché una persone anziana si sposterebbe dall’estero alla Sicilia solo ed esclusivamente se ci fosse una sanità che funziona come in Lombardia, Emilia Romagna o Veneto. Ottocentomila cittadini malati di cancro partono ogni anno dal Sud Italia per operarsi al Nord. La nostra sanità è stata smantellata, principalmente nell’entroterra. A Novara di Sicilia è stato chiuso l’ospedale. Il risultato? In 10 anni si è dimezzata la popolazione. In Sicilia vive nell’entroterra solo il 5% della popolazione e secondo le statistiche, 16 dei 19 borghi siciliani più belli d’Italia vivono un sostanziale spopolamento. Si salvano solo Cefalù, Castelmola e Sambuca di Sicilia (in leggero recupero). Si devono riaprire i piccoli ospedali, si devono istituire i famosi ‘Dea’ (dipartimenti d’emergenza e accettazione), come previsto dalle direttive comunitarie. Non è possibile che un’ambulanza ci metta un’ora per raggiungere un paese montano, non è possibile lasciare così in sofferenza le zone periferiche ed ultraperiferiche”.
 
Fiscalità di vantaggio per le imprese che operano in aree a rischio spopolamento. Quali richieste hanno portato avanti i borghi? Risposte?
“Sollecitiamo Stato e Regione ad una defiscalizzazione. Non vogliamo soldi a fondo perduto. Ben vengano gli anziani ma in montagna dobbiamo portare i giovani. Vogliamo un aiuto per i ragazzi che decidono di investire in montagna affinché le loro idee possano essere concretizzate. I borghi hanno perorato un disegno di legge che riguarda l’istituzione delle zone franche montane (Ddl 981/2015). Ad appoggiare la nostra causa c’era l’attuale vicepresidente della regione, Gaetano Armao. Bisogna dare il tempo ad un’amministrazione nuova di far partire la macchina politico-amministrativa. Per novembre abbiamo intenzione di organizzare un convegno sul tema della fiscalità nelle zone montane anche se (mi sembra di capire) Armao sta lavorando per una defiscalizzazione che riguardi tutta la regione. Bisogna dare una mano anche alle imprese turistiche. Il turismo nei borghi quest’anno è andato bene, c’è un grande movimento di persone che cercano un turismo relazionale ed esperienziale e stiamo lavorando al turismo delle radici”.
 

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