Manovra, Tria rompe il silenzio e sceglie la prudenza - QdS

Manovra, Tria rompe il silenzio e sceglie la prudenza

Patrizia Penna

Manovra, Tria rompe il silenzio e sceglie la prudenza

giovedì 27 Settembre 2018

“Sì a riforme graduali, senza mettere in discussione la finanza pubblica”

ROMA – Aumento dell’Iva per finanziare il reddito di cittadinanza, anzi no. Boccata di ossigeno ai cittadini con taglio dell’Irpef, anzi no. Nelle ultime settimane, sui contenuti della manovra di Bilancio è stato detto tutto e il contrario di tutto.
 
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in occasione di un convegno a Confcommercio ha provato a fare un po’ di chiarezza: “Il governo punta a ridurre la pressione fiscale. Si parte ora dalle imprese e negli anni successivi sarà aggredito il problema dell’Irpef”.
 
 
Il ministro ha annunciato che ci saranno provvedimenti sul piano fiscale che il primo anno andranno a favore delle imprese medio-piccole che vanno sotto la targhetta della Flat Tax, per andare incontro ai minimi. Parlando in generale delle misure allo studio del governo, ha riferito che l’esecutivo ha intenzione di puntare “sugli investimenti pubblici e per farlo – ha detto – bisogna affrontare il problema del meccanismo dello stanziamento dei fondi e la spesa effettiva per gli investimenti”. Inoltre, ha proseguito Tria, “ci saranno interventi per accelerare la giustizia civile e modificare il Codice degli appalti”.
 
L’ipotesi di un aumento dell’Iva preoccupa molto Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, che ieri ha ammonito: “Sull’Iva non si tratta e non si baratta, ci faremmo due autogol: a danno della crescita e a danno dell’equità fiscale”. Ma Tria ha spento subito il fuoco: “La manovra annunciata è una manovra di crescita ma che non crea dubbi sul nostro debito”.

Agli slanci di Di Maio e Salvini, ciascuno preoccupato di mantenere le roboanti promesse contenute nel fatidico “patto di governo”, il titolare del dicastero di Via XX Settembre risponde con la cautela: “Stiamo attenti perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare di più. E quello che prende al momento poi lo deve pagare in interessi maggiori”.
 
Effettivamente, ai danni di Tria, nelle ultime settimane, si è consumato un vero e proprio “assedio”: gli è stato quasi intimato di trovare le soluzioni per soddisfare tutti i punti del patto. Coperture per reddito di cittadinanza, per flat tax, l’elenco è lunghissimo. Alle reiterate richieste da parte di chi gli ha chiesto questo o quello, lui ha risposto sempre con garbo ma deciso: “Ho giurato sull’esclusivo interesse della nazione e non di altri, e non ho giurato solo io, ma anche gli altri. Interpretare bene questo mandato è quello che stiamo cercando di fare”.
 
E poi, col solito aplomb, si è smarcato anche dalle richieste avanzate dai commercianti: tutte le misure allo studio del governo per la prossima manovra “dovranno essere portate in modo consapevole, con gradualità, senza mettere in discussione la finanza pubblica. Ci sono molte richieste, tutte che vanno nella direzione della crescita: vanno tutte affrontate con calma, non ho sentito richieste non condivisibili, il problema è che vanno attuate poco per volta”.
 
Il tentativo da parte di Tria di fare chiarezza non soddisfa Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che lamenta “i troppi annunci e le troppe promesse di un governo nel caos”.

Il Partito democratico prova ad andare oltre la polemica e risponde a Tria con una “contromanovra” incentrata su equità e crescita e su misure specifiche a favore dei giovani, delle famiglie con figli e dei poveri. E ancora, tra le proposte dem il taglio del costo del lavoro di un punto all’anno per quattro anni per tutti i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti e pensioni minime dal 1 gennaio 2019 a 750 euro al mese.

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