Corte dei conti: indagine su demanio marittimo dopo inchiesta Qds - QdS

Corte dei conti: indagine su demanio marittimo dopo inchiesta Qds

Antonio Leo

Corte dei conti: indagine su demanio marittimo dopo inchiesta Qds

martedì 02 Ottobre 2018

I giudici contabili indagano sui canoni demaniali marittimi della Sicilia. Guardia di finanza e Capitaneria di porto acquisiscono documenti dalla Regione. Il 25 agosto scorso il nostro giornale titolava in prima "Spiagge siciliane svendute", dedicando un'intera pagina all'argomento

La Corte dei conti ha aperto un’indagine sui canoni demaniali marittimi in Sicilia: su richiesta della Procura contabile, la Guardia di Finanza e la Capitaneria di porto oggi si sono recati alla Ragioneria generale della Regione e all’assessorato all’Ambiente per acquisire documenti sulla gestione delle spiagge siciliane.
 
L’indagine tende a stabilire eventuali responsabilità amministrative e contabili sui canoni.
 
Diversi faldoni sono stati acquisiti dagli investigatori e l’operazione è ancora in corso.
 
Il 25 agosto scorso il nostro giornale aveva dedicato un’inchiesta all’argomento, titolando in prima "Spiagge siciliane svendute", dedicando un’intera pagina a questo tema (leggi qui).
 
Questo l’incipit di Rosario Battiato, autore dell’inchiesta: "Ottomila chilometri di coste, più di 52 mila concessioni, oltre 30 mila imprese del settore. I numeri dell’ennesima estate caldissima sono stritolati tra i titolari degli stabilimenti balneari, gli ambientalisti per la spiaggia libera, e il caos normativo che impera, annacquato da direttive comunitarie non rispettate, norme nazionali assenti e autonomie regionali".
 
Nell’inchiesta si sottolineava come la situazione fosse in precario equilibrio, tra la necessità di mantenere in vita i flussi turistici e un comparto che fattura miliardi di euro all’anno, "garantendo al contempo l’accesso e la fruizione di un bene demaniale e il valore della libera concorrenza. Una commistione di elementi in un calderone che è a rischio ebollizione da almeno un decennio".
 
"Da una parte -scriveva Battiato – c’è la richiesta della direttiva Bolkestein, che prevede le gare per le concessioni, dall’altra la rivendicazione di un diritto basato sulla consuetudine e sugli investimenti realizzati nel corso degli anni, mentre l’Italia, seppur nel mirino di una procedura di infrazione nel 2009 per non aver dato corso alla richiesta comunitaria, continua a prorogare le concessioni – l’ultima scadrà nel 2020, anche se c’è stata una sentenza della Corte di Giustizia Ue che l’ha bocciata – e l’intero settore vive un periodo di grande incertezza".
 
Venivano sottolineati poi i dati forniti da Legambiente nell’ultimo rapporto "Le spiagge sono di tutti": oltre il 60% delle coste sabbiose in Italia è occupato da stabilimenti balneari con "concessioni senza controlli e canoni bassissimi a fronte di guadagni enormi".
 
"Più volte – ha detto Alessandro Cilano presidente regionale della Fiba balneari – abbiamo denunciato quanto non funziona sulla gestione dei canoni demaniali marittimi. Mancano almeno 40 milioni di euro l’anno di introiti nelle casse regionali. Come sempre anche in Sicilia vengono tutelati i furbi, quelli che hanno la gestione delle spiagge e non sono conosciuti dagli uffici regionali. La gestione della Capitaneria aveva un costo minimo rispetto ai costi della Regione, il passaggio è stato un fallimento".
 
"Lo abbiamo ribadito – ha aggiunto Cilano – più volte in questi ultimi mesi all’assessore al Territorio Totò Cordaro: serve un’inversione di marcia. E’ una materia complessa che deve essere affidata a chi la conosce. Finora, soprattutto con le ultime decisioni prese dai governi passati, è stato un caos con gravi danni per l’intera categoria. E’ assolutamente normale che la Corte dei conti batta cassa. Le perdite sono state consistenti".

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