Ex Province show: stavolta è indietro tutta - QdS

Ex Province show: stavolta è indietro tutta

Giovanna Naccari

Ex Province show: stavolta è indietro tutta

giovedì 04 Ottobre 2018

Dopo gli stop della Corte Costituzionale è approdato in Commissione Ars un nuovo Ddl: niente più elezione diretta e riforma in linea con la Delrio. Ma occhio al Governo M5s-Lega. Interviste ad assessore Grasso e deputati Ars: occorre superare lo stallo degli ultimi anni

PALERMO – Le elezioni dirette dei presidenti e dei Consigli di Liberi Consorzi comunali e Città metropolitane non si terranno, almeno per il momento. È la decisione presa dal Governo retto da Nello Musumeci e contenuta in un Disegno di legge che vuole puntare nuovamente sulle elezioni di secondo livello (votano sindaci e consiglieri), come prevede la Legge Delrio 56/2014.
 
La proposta legislativa “Norme in materia di Enti di area vasta”, presentata dal presidente Musumeci su proposta dell’assessore alle Autonomie locali e Funzione pubblica Bernadette Grasso è dallo scorso martedì in Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana e l’esame del testo dovrebbe iniziare la prossima settimana.
 
“Il Disegno di legge – ha spiegato l’assessore Grasso – nasce per colmare il vuoto legislativo dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la Legge regionale 17/2017 del Governo precedente. È un atto necessario. La bozza di legge è diretta a ripristinare, nella legge regionale 15/2015, le norme soppresse, modificate o sostituite dalla 17/2017”.
 
Per gli Enti nati dalle ceneri delle Province, la Sicilia punta quindi ad adeguarsi alla sentenza della Consulta che a luglio ha bocciato la legge 17/2017, in particolare nel ripristino dell’elezione diretta dei vertici politici (punto in contrasto con quanto previsto a livello nazionale dalla Legge Delrio, 56/2014).
 
“Questo nuovo Ddl – ha aggiunto l’assessore – stabilisce che il sindaco metropolitano è il primo cittadino del Comune capoluogo della Città metropolitana e prevede la possibilità di elezione diretta del sindaco metropolitano secondo le disposizioni del comma 22 della Legge nazionale 56/2014”. La Delrio, su quest’ultimo punto, stabilisce che “lo Statuto della Città metropolitana può prevedere l’elezione diretta del sindaco e del Consiglio metropolitano con il sistema elettorale che sarà determinato con Legge statale”.
 
“La bozza del Governo – ha aggiunto la responsabile delle Autonomie locali per il Governo Musumeci – ripristina inoltre l’elezione di secondo livello per i presidenti dei Liberi Consorzi comunali, i Consigli dei Liberi Consorzi comunali e i Consigli metropolitani e sancisce la gratuità delle cariche”. La data per le elezioni sarà oggetto di discussione in commissione e in Aula. Nel Disegno di legge, inoltre, ai Liberi Consorzi comunali viene aggiunta la denominazione “Provincia regionale”.
 
Una netta inversione di tendenza quella del Governo Musumeci, costretto ad adeguarsi a quanto indicato dalla Corte costuzionale nonostante le dure parole pronunciate dal presidente della Regione all’indomani della pronuncia della Consulta. “L’avere di fatto cancellato – ha detto lo scorso luglio Musumeci – con un colpo di spugna l’articolo 15 del nostro Statuto, che riserva alla legislazione esclusiva della Regione la materia di organizzazione e controllo degli Enti locali, denuncia il malcelato e progressivo tentativo romano di smantellare l’Istituto autonomistico. Con questa sentenza assai discutibile si espropria ai cittadini elettori il diritto sacrosanto di scegliere chi dovrà governare le ex Province, peraltro già da cinque anni condannate alla paralisi, con l’evidente stato di abbandono della viabilità, dell’edilizia scolastica e dei servizi essenziali”.
 
Ma se in Sicilia la situazione, dopo anni di caos, sembra prossima a normalizzarsi, le novità in arrivo a livello nazionale potrebbero presto cambiare ancora una volta le carte in tavola. Tra commissari degli Enti intermedi in scadenza e finanze in rosso (come osservato in più occasioni dalla Corte dei Conti), bisogna infatti tenere d’occhio quanto sta accadendo a Roma, con il Governo nazionale Cinquestelle-Lega che nel Milleproroghe ha inserito un emendamento per spingere Palazzo Chigi “a valutare norme che riportino all’elezione diretta dei presidenti e dei Consigli provinciali”.
 
Si tratterebbe dell’ennesimo dietrofront per una vicenda che, anziché chiarirsi, sembra diventare sempre più nebulosa.
 
Giuseppe Lupo, presidente gruppo Pd all’Ars
“Abbiamo chiesto che la I Commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana potesse esaminare in tempi rapidi i Disegni di legge che riguardano proprio i Liberi Consorzi di Comuni e le Città metropolitane. Il Governo regionale, in tal senso, ha dato la propria disponibilità, quindi penso che la I Commissione possa lavorare su queste norme con tempi tutto sommato rapidi ”.
 
Qual è la soluzione suggerita dal Partito democratico per superare la fase di stallo che da anni sta interessando le ex Province regionali?
“Il nostro orientamento è il recepimento della legge Delrio e ormai si va verso questo percorso. La prima emergenza delle ex Province è sicuramente la gravissima crisi economico-finanziaria in cui si trovano e per questo è urgente approvare l’assestamento di bilancio per potere destinare a Liberi Consorzi di Comuni e Città metropolitane nuove risorse”.
 
Stefano Pellegrino (FI), presidente I Commissione Ars
“Con la bocciatura del referendum sulla Riforma costituzionale del Governo Renzi, gli italiani si sono pronunciati contro l’abolizione degli Enti intermedi. Forza Italia auspica una ‘compiuta revisione della legge Delrio’, così come esplicitamente si legge nel decreto Milleproroghe. È di tutta evidenza il disastro economico che ha determinato l’abolizione delle Province. Riteniamo che sia giunto il tempo in cui la politica si riappropri del territorio e che i cittadini possano scegliere, con l’elezione diretta, i propri rappresentanti da cui farsi governare nel territorio di competenza. Ciò consentirà di ridurre la distanza tra Piazza e Palazzo e di avvicinare i cittadini alla vita pubblica”.
 
Non temete, in caso di elezione diretta, una nuova bocciatura della Corte costituzionale?
“Non temiamo la scure di incostituzionalità della Corte perché un nuovo Disegno di legge che sarà preparato sull’elezione diretta dei presidenti e i consiglieri delle Province e delle Città metropolitane dovrà sicuramente uniformarsi al nuovo indirizzo del Governo, che speriamo possa restituirci le Province. E con esse la piena governabilità del territorio”.
 
Valentina Zafarana, capogruppo Movimento 5 stelle all’Ars
“Considerata la situazione di stallo creata dal precedente Governo regionale guidato da Rosario Crocetta, capace di partorire una riforma monca e un susseguirsi di gestioni commissariali degli Enti intermedi, l’unico modo per uscire dall’impasse è recepire la legge Delrio sulle ex Province e dunque procedere all’elezione di secondo livello di presidente e Consiglio dei Liberi consorzi. Per le Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, invece, la norma indica la diretta coincidenza tra il sindaco della città capoluogo con quello città metropolitana. Si tratta peraltro di cariche da svolgere gratuitamente, come indica la stessa legge”.
 
In che modo pensate di poter arrivare a questo obiettivo?
“Chiediamo di procedere in questa direzione in tempi rapidi. Sulle ex Province, il Governo Crocetta ha creato un’anomalia tutta siciliana. Il risultato oggi è una schizofrenia amministrativa e di governance, con gli enti che hanno problemi di liquidità, non erogano servizi, non svolgono attività di manutenzione ordinaria né straordinaria. Una situazione critica: basti pensare alle strade provinciali, che versano in molti casi in condizioni pessime”.
 
Giorgio Assenza (Diventerà bellissima) I Commissione Ars
“La I Commissione dell’Ars ha avviato martedì l’esame delle norme per l’elezione dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane, rinviando il tutto alla prossima settimana. è evidente che dovranno essere concessi i termini per la presentazione degli emendamenti e quindi ritengo che difficilmente la norma possa essere esitata in commissione prima del 23-24 ottobre e in Aula non prima della metà di novembre”.
 
Qual è secondo lei il destino cui potrebbero andare incontro le ex Province?
“Il Disegno di legge governativo in parte riprende riprende la Legge Delrio e, per il resto, cerca di adattare la precedente Legge regionale ai rilievi formulati dalla Corte costituzionale. Il nostro gruppo è da sempre contrario del sistema elettorale di secondo livello e confida che il Parlamento nazionale, ove il clima è profondamente mutato, anche alla luce della bocciatura della riforma costituzionale ideata dall’ex premier Renzi, possa in tempi brevi reintrodurre il principio della elezione diretta. In tal caso è evidente che le elezioni si sposterebbero alla primavera-estate dell’anno prossimo, ma si ridarebbe finalmente voce ai cittadini elettori”.

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