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Iva, dall’Ecofin arriva l’ok ad aliquota ridotta al 4% per i giornali online

redazione

Iva, dall’Ecofin arriva l’ok ad aliquota ridotta al 4% per i giornali online

mercoledì 10 Ottobre 2018

Il nostro Paese precursore già dal 2016 ha adottato regime di vantaggio per l’editoria. Adesso anche l’Ue si adegua con il via libera dai ministri delle Finanze degli Stati membri

ROMA – Via libera da parte dell’Ecofin, ossia dei ministri delle Finanze dei Paesi che fanno parte dell’Unione europea, alla proposta che consentirà agli Stati membri di applicare l’Iva in misura ridotta anche alle pubblicazioni in formato elettronico, così come avviene già per tutti i prodotti editoriali in formato cartaceo, compresi i libri e gli e-book.
 
L’Italia, quindi, potrà essere considerata finalmente in regola, anche sul fronte europeo visto che, già dal 2015, pur in assenza di apposita autorizzazione della Ue, aveva introdotto l’Iva al 4% per gli e-book e che, dal 2016, aveva addirittura stabilito l’aliquota ridotta anche per tutte le altre pubblicazioni in formato digitale.
 
 
Può essere utile ricordare che la vigente normativa sull’Iva prevede uno speciale regime di vantaggio per il settore dell’editoria.
Le agevolazioni consistono sia nella tassazione con l’aliquota ridotta del 4%, sia in un regime speciale con un sistema “monofase” (normalmente l’Iva si applica col sistema plurifase), che individua nell’editore l’unico soggetto debitore del tributo, escludendo pertanto tutti gli altri soggetti che intervengono dopo quest’ultimo (distributori, edicolanti, ecc.).
Dette agevolazioni, però, sono subordinate all’esistenza di alcune condizioni.
 
Innanzitutto, occorre che il prodotto editoriale sia costituito da “giornali quotidiani”, “periodici”, “libri” o” cataloghi” (questi ultimi con alcune limitazioni).
Poi, è stato finora indispensabile che il prodotto editoriale fosse realizzato su un supporto cartaceo. Una condizione, quest’ultima, molto contestata, considerata l’evoluzione che l’informazione ha subito, principalmente con l’avvento di internet.
Per la verità, una certa apertura verso il digitale c’era già stata con la legge n.62 del 7/3/2001 (legge sull’editoria), la quale ha fornito una nuova definizione di prodotto editoriale, considerando tale “il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici e cinematografici” e consentendo, quindi, di estendere le agevolazioni Iva anche al floppy-disk o il Cd-rom.
 
Con Circolare n.23 del 24 Luglio 2014, l’Agenzia delle entrate, dal canto suo, ha evidenziato che può rientrare nelle suddette agevolazioni la cessione di libri su supporti non cartacei, come il CD, o la “chiavetta”. La direttiva Comunitaria n. 2009/47/CE del 5/572009, infatti, modificando l’allegato III della Direttiva 112/2006, nel consentire l’aliquota ridotta, ha aggiunto alla voce “fornitura di libri” le parole “su qualsiasi supporto fisico”.
Non solo l’aliquota del 4%, ma anche il regime speciale, pertanto, sono stati resi applicabili anche ai libri formati su qualsiasi supporto “fisico”, anche non cartaceo.
Erano rimasti ancora esclusi dal regime speciale e dall’aliquota ridotta, tuttavia, le pubblicazioni, i giornali, i periodici ed anche i libri, “scaricati” dalla rete, ritenendo tale operazione non una cessione di prodotto editoriale, ma una prestazione di servizio e, più in particolare, una forma di “commercio elettronico diretto” e, come tale, destinatario di altro trattamento tributario.
 
Con la legge finanziaria del 2015, però, il nostro Legislatore ha fatto un importante passo avanti, puntando sul concetto di libro che prescinde dal suo formato ed estendendo l’aliquota del 4% anche agli e-book.
Il comma 667 dell’articolo unico della legge 23 dicembre 2014 n.190 ha stabilito, infatti, che “Ai fini dell’applicazione della tabella A, parte II, numero 18), allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, sono da considerare libri tutte le pubblicazioni identificate da codice ISBN e veicolate attraverso qualsiasi supporto fisico o tramite mezzi di comunicazione elettronica”.
 
Con la successiva legge di stabilità per il 2016, poi, il nostro Legislatore si è spinto ancora più avanti, prevedendo l’aliquota ridotta del 4%, oltre che sugli e-book, anche su tutte le altre pubblicazioni diffuse in formato digitale, compresi, quindi, i giornali on line.
Più in particolare, con l’articolo 1, comma 637, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 è stata prevista l’estensione dell’aliquota Iva agevolata del 4%, anche ai giornali, ai notiziari quotidiani, ai dispacci delle agenzie di stampa e ai periodici in formato digitale, sia identificati con il codice ‘‘ISBN’’, sia identificati con codice ‘‘ISSN’ (International Standard Serial Number) cioè il numero identificativo per le produzioni in serie.
 
L’obiettivo, evidentemente, era quello di dare un maggiore impulso all’editoria ed avvicinare la gente, principalmente i giovani, verso la lettura.
Ad onor del vero, nonostante lo scollamento con la Ue, nessuna procedura di infrazione è giunta all’Italia.
Al contrario, come si diceva prima, i ministri delle Finanze dell’Ecofin, nella riunione del 2 ottobre scorso, hanno deciso di consentire ai Paesi aderenti all’Unione Europea di applicare l’aliquota ridotta non solo all’editoria in formato cartaceo, ma anche a quella in formato digitale.
Si tratta di un ottimo risultato, che lascia soddisfatti tutti gli operatori del settore e che fornisce un grandissimo aiuto all’editoria che, come ben sappiamo, da alcuni anni soffre di una forte crisi.

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