Gestione crisi agricola e sicurezza in provincia - QdS

Gestione crisi agricola e sicurezza in provincia

Cettina Mannino

Gestione crisi agricola e sicurezza in provincia

martedì 02 Febbraio 2010

Forum con Stefano Trotta, prefetto di Trapani

Quali sono il problemi principali che caratterizzano il territorio trapanese?
“Il problema principale, in questi ultimi anni, è l’economia. La crisi economica in Sicilia è arrivata  più tardi rispetto al resto del Paese e più tardi se ne andrà. Il settore maggiormente colpito è quello vitivinicolo. A Trapani ci sono molte cantine ma sono piccole e medie realtà. Credo quindi che bisogna operare alla radice e cercare di cambiare il sistema del settore. In crisi, ad ogni modo, è tutto il settore dell’agricoltura. Basta pensare al comparto dell’ulivo, per non parlare dell’edilizia. La cosa che ho cercato di fare è stata quella di spronare le amministrazioni ad uscire i piccoli e grandi progetti posati nel cassetto, e invitarli a snellire le procedure burocratiche. E’ impensabile, infatti, che per una gara d’appalto ci vogliono mesi”.
Da quanti uomini è composto il vostro organico? E’ adeguato per lo svolgimento delle funzioni che vi competono?
“Il nostro organico è composto da 100 unità più 150 personale civile. Al di la della carenza in determinate qualifiche possiamo dire che il numero basta allo svolgimento dei compiti. Il problema è quello che nei nostri uffici, come un po’ in tutti gli enti pubblici, non c’è rotazione. In pratica l’età media è di circa 50 anni e non esiste una turnazione o un addestramento per quei pochi che entrano in carica. Però posso dire di aver trovato una bella squadra e che insieme stiamo facendo ottimi numeri”.
Quali sono i risultati raggiunti nel corso del 2009?
“Obiettivo principale è stato quello d’istituire un patto di sicurezza con i comuni di tutta la provincia di Trapani. In pratica la cosa che più mi sta a cuore è quella di avvicinare le associazioni con gli organi istituzionali e i cittadini. Solo in questo modo è possibile capire i reali bisogni di un territorio e cercare una linea d’intervento che vada a risolvere il problema. Nella specifico il patto serve a fare un programma mirato, a seconda del territorio, sulla sicurezza urbana. Credo molto nel lavoro della Polizia Municipale. Ritengo che dovrebbero essere loro, a prendersi carico di alcune problematiche o compiti, come ad esempio il controllo del territorio. Abbiamo lavorato tanto per la sicurezza sul mondo del lavoro e poi abbiamo dovuto fronteggiare l’emergenza clandestini”.
Com’è la situazione riguardo questa problematica?
“Il 2009 tutto sommato sul fronte dell’immigrazione è stato un anno tranquillo. L’anno peggiore è stato il 2008, quando in venti giorni abbiamo dovuto aprire 10 nuovi centri di accoglienza. Trapani è sede di commissione territoriale e in un giorno venivano accolti circa 1.000 immigrati. Quest’anno invece, i centri di prima accoglienza sono passati da 12 a 4 .Un bel traguardo”.
Quali sono gli obiettivi fissati per il 2010?
“Sono tanti gli obiettivi che cercheremo di raggiungere. Quest’anno contiamo di fare una verifica di tutto quello che è stato fatto. Inoltre come progetto a lungo termine cercheremo di trovare una soluzione alle problematiche legate agli invalidi civili”.
A che punto è l’informatizzazione nella prefettura di Trapani?
“Direi che è stata completata. I nostri uffici, anche quelli distaccati dalla sede centrale, sono tutti collegati on line. Inoltre, abbiamo creato un sito abbastanza funzionale, e siamo in grado di essere collegati anche con il resto delle istituzioni”.
E per quanto riguarda l’informazione in generale? Cosa è stato fatto?
“Anche in questo campo abbiamo cercato di fare tanto. Ad esempio abbiamo affrontato il problema della sicurezza sul lavoro con i lavoratori e i datori di lavoro. E poi abbiamo cercato, e cercheremo anche quest’anno, di parlare con i ragazzi. Vogliamo capire e unire le idee dei giovani con le nostre. Sono loro che devono darci gli stimoli per una società migliore e sono sempre loro che possono conoscere problematiche che noi non sappiamo. Quest’anno abbiamo fatto una programmazione insieme alle forze dell’ordine per visitare le classi delle scuole del trapanese. Lo ritengo importantissimo”.
 

 
Aprire alla cittadinanza luoghi di culto e sedi istituzionali e contrastare il fenomeno della disoccupazione giovanile
 
Qual è stata la prima cosa che ha fatto una volta insediatosi in prefettura?
“La prima cosa è stata quella di aprire, alla cittadinanza, il palazzo della prefettura di Trapani. Ho aperto il salone di rappresentanza e tutt’ora le riunioni si svolgono in questa sala. Inoltre ho aperto il palazzo alle opere d’arte, e queste al pubblico. In pratica c’è un fondo, il Fec, fondo edifici di culto, composto da chiese, complesso forestale e opere d’arte custodite nelle chiese e per Natale, e grazie a questo fondo, abbiamo aperto questi siti a tutti. Ne abbiamo aperti sette o otto. Ma la gente è arrivata da quasi tutta la Sicilia. Inoltre un’altra cosa che ho fatto è stata quella di organizzare un teatro dei pupi per i ragazzi delle scuole. Avevo questo ricordo dei pupi da quando ero piccolo e venivo in vacanza in Sicilia. Mi hanno sempre affascinato”.
Qual è il problema che più le dispiace?
“La crisi economica, in particolare la disoccupazione dei giovani. A Trapani, ad esempio, ci sono due call center. In questo momento il posto è a rischio per circa 1.000 persone. Da 4 mesi, non percepiscono stipendio e non è una situazione felice. Personalmente, mi sono impegnato a risolvere la questione. Ho tenuto molte riunioni con i sindacati e abbiamo cercato di risalire ai responsabili delle attività. Un lavoro quasi d’investigazione. Per questo, credo che sia molto importante la collaborazione tra lavoratori, cittadini ed istituzioni”.

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