Regione Sicilia alla disperata ricerca di competenze - QdS

Regione Sicilia alla disperata ricerca di competenze

Raffaella Pessina

Regione Sicilia alla disperata ricerca di competenze

sabato 13 Ottobre 2018

17.682 le unità di personale ma il Governo cerca altrove. La Regione intende formare tirocinanti nonostante le proteste dei sindacati che temono la creazione di un nuovo bacino di precariato o una scorciatoia per assumerli a tempo indeterminato. I tirocini a Palazzo d’Orléans potrebbero partire già dal 2019

PALERMO – Non si ferma la Regione sull’intenzione di formare dei tirocinanti nonostante le proteste dei sindacati che paventano una scorciatoia per assumerli a tempo indeterminato. Ma si tratta di una paura infondata perché i tirocini universitari hanno una loro cornice legislativa, con progetti formativi dalla durata precisa e che non possono dare vita a rapporti di lavoro.
 
 
L’assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, ha incontrato i Rettori delle Università siciliane, con i quali ha discusso, proprio dei tirocini formativi alla Regione siciliana. “La proposta del governo – ha spiegato Lagalla – ha riscontrato interesse da parte dei Rettori che hanno dato immediata disponibilità a costituire un tavolo di lavoro, attraverso il quale, in tempi brevi, recependo il fabbisogno individuato dall’assessorato alla Funzione pubblica, saranno proposti i criteri di selezione e valutazione per la realizzazione di tirocini formativi. E’ prevista una parte teorica (circa 120 ore), da svolgere presso le Universita’ e una parte pratica, lo stage, della durata di oltre mille ore nell’arco di 12 mesi, da svolgere presso i dipartimenti dell’amministrazione regionale. Le prime ipotesi di lavoro fanno riferimento ad una selezione per titoli, nella quale avranno particolare considerazione il voto di laurea, l’eventuale Dottorato di ricerca, i percorsi specialistici di apprendimento e il livello di conoscenza della lingua inglese. L’iniziativa potrebbe essere avviata già entro il primo trimestre del 2019 ed essere poi ripetuta per più di un anno, coprendo così un arco temporale di 2 o 3 anni”.
 
La vicenda dei tirocinanti da impiegare alla Regione nelle passate settimane aveva provocato molte polemiche sollevate dai sindacati di categoria che in un comunicato aveva detto di voler impedire l’attuazione di questo proposito. Subito Musumeci aveva risposto scrivendo di essere rimasto senza parole e replicando di avere bisogno di questo “personale” di supporto al personale dipendente regionale “ormai carente nelle fasce medio alte” e che non si trattava di 400 giovani ma di alcune decine. “Ci servono subito, entro alcuni giorni – aveva detto Musumeci – e ci servono negli uffici di Palermo, non nelle altre strutture decentrate, visto che la Regione che ho trovato non ha un sistema informatico. Il mio governo punta con decisione alla riqualificazione del personale dipendente e alla valorizzazione dei più capaci e volenterosi (penso alle fasce A e B). Ma ci vorranno dei tempi non compatibili con l’estrema urgenza che abbiamo di redigere progetti, stilare graduatorie dei bandi, esaminare istanze. E impegnare cosi le centinaia di milioni di fondi pronti per essere spesi. Le legittime rivendicazioni sindacali non possono essere utilizzate per creare tensione in un momento di profonda crisi per le imprese siciliane e per l’economia. Serve responsabilità da parte di tutti – ha concluso Musumeci – Compresi i sindacati”.
 
Contrario si era dichiarato il Movimento Cinquestelle che con il vice presidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri ha sottolineato l’incoerenza del presidente che sui numeri ha smentito i propri assessori. “Sono stati proprio loro, infatti – ha detto Cancelleri – che nei giorni scorsi hanno snocciolato strategie e numeri per sopperire alla carenza di laureati negli uffici regionali “selezionando fra i 300 e i 400 stagisti”. “L’idea di impiegare neolaureati negli uffici regionali – ha aggiunto Cancelleri – era stata avanzata proprio dal Movimento 5 Stelle. Era uno dei punti del programma della campagna elettorale per le regionali. Le risorse sono semplicissime da trovare, basta dimezzare i vitalizi e recuperare così 7 milioni di euro l’anno per poter sostenere la manovra”.

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