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Palermo – Il ragioniere generale Basile risponde ai dubbi sollevati dai Revisori dei conti

Gaspare Ingargiola

Palermo – Il ragioniere generale Basile risponde ai dubbi sollevati dai Revisori dei conti

sabato 13 Ottobre 2018

Firmata una lunga relazione in cui vengono analizzati 13 punti critici legati la Consuntivo 2017. Sono state evidenziate “problematiche significative” cui l’Ente sta cercando di fare fronte

PALERMO – In una sostanziosa relazione di ben 82 pagine, piena zeppa di allegati, il ragioniere generale del Comune, Paolo Bohuslav Basile, ha risposto punto su punto alle principali criticità sollevate dai Revisori contabili al Bilancio consuntivo 2017. La valutazione non positiva di Marcello Barbaro, Sebastiano Orlando e Marco Mazzurco ha mandato in fibrillazione la maggioranza che sostiene il sindaco Leoluca Orlando, che in questi giorni sta provando a ricucire lo strappo con il Collegio dei revisori e a ricompattare i suoi.
 
 
Tra i primi critici dell’operato della Giunta, infatti, ci sono stati proprio alcuni orlandiani e, dopo che la prima seduta sul Consuntivo a Sala delle Lapidi è andata a vuoto per mancanza del numero legale, mercoledì è saltata anche la seconda seduta dedicata all’argomento.
 
Nella sua relazione Basile, su esplicita richiesta del commissario ad acta inviato dalla Regione Siciliana, Carmelo Messina, ha individuato i tredici rilievi più importanti mossi dai revisori e, muovendosi sul filo di un delicato equilibrio, ha dato ragione a Palazzo delle Aquile laddove siano stati effettivamente apportati dei correttivi, ma ha anche riconosciuto le ragioni dei contabili suggerendo alcune possibili soluzioni. Lo stesso commissario Messina, del resto, nella sua missiva riconosce che il Collegio effettivamente “ha attestato la corrispondenza del Rendiconto alle risultanze contabili della gestione” ma ha anche “rilevato problematicità e criticità particolarmente significative”.
 
Per questo il ragioniere generale ha allegato alla relazione una voluminosa documentazione, spiegando il lavoro fatto dall’Amministrazione comunale con tutte le pezze d’appoggio del caso. Partiamo dalle “irregolarità nella gestione della Tesoreria”, un muro contro cui piazza Pretoria va a sbattere da anni: la Bnl non vorrebbe più svolgere questo servizio ma il Comune non riesce a trovare un sostituto e procede di proroga in proroga. In questo caso Basile ha conferma effettivamente “la gravità” della situazione, finora senza sbocchi. Sempre per quanto riguarda la Tesoreria, secondo i Revisori c’è una “mancata corrispondenza dell’importo di cassa vincolata e pignoramenti da regolarizzare con il conto del tesoriere” (punto 2). In pratica, il fondo cassa del Tesoriere e quello dell’Ente non corrisponderebbero (una differenza di quasi 22 mila euro), il conto del tesoriere non riporterebbe le somme vincolate per procedimenti di esecuzione forzata per 11,8 milioni e l’importo della cassa vincolata risultante dal conto dell’ente (201 milioni) non corrisponderebbe a quello risultante dal conto del Tesoriere (96,3 milioni). Sul punto 3, le anomalie nelle anticipazioni di tesoreria ricevute dalla Cassa depositi e prestiti, Basile non ha risposto.
 
Il punto 4 riguarda il Fondo crediti di dubbia esigibilità, che il Comune ha calcolato non con il metodo ordinario ma con il cosiddetto “metodo semplificato”: una scelta giudicata “imprudente” dai Revisori, seppur consentita dalla legge. Basile ha sottolineato che, anche se lo Stato ha concesso questa elasticità ai Comuni, questo non ha fatto altro che “rinviare al 2019 e agli anni successivi maggiori oneri per l’accantonamento dell’intero importo inesigibile dei residui attivi”. Il metodo semplificato, infatti, consente il rinvio al futuro di ulteriori accantonamenti. Tuttavia, l’Amministrazione si è portata avanti eliminando oltre 49 milioni di residui attivi e accantonando altri 38,2 milioni per un importo complessivo del Fondo di 355 milioni.
 
Queste osservazioni riguardano anche i punti 5 e 6, incentrati sempre sulla riscossione di tributi e, per l’appunto, residui attivi.
 
Come ormai accertato da più parti, nel Bilancio del Comune il vulnus principale nell’accertamento dei residui attivi (cioè i mancati incassi) resta la riscossione di tasse e multe: nel solo 2017 i residui attivi sono aumentati di 72,9 milioni di euro. Soluzioni? Per la Tari, per esempio, il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile ha proposto nella sua relazione di caricarla sulla bolletta elettrica, un po’ come succede per il canone Rai, ma per farlo serve un passaggio legislativo in Parlamento.
 
Al punto 7 del documento c’è la preoccupazione espressa dai Revisori per l’aumento dei residui passivi. Il ragioniere ha osservato che, sì, sono ancora molti, ma sono comunque diminuiti da 404,6 a 355,3 milioni e (punto 9) c’è stato anche un “significativo miglioramento dell’indicatore della tempestività di pagamento”: nel 2017 il Comune pagava in 98 giorni, in 71 giorni nel secondo trimestre del 2018 e in appena 33 nel terzo.
 
Sul punto 8 contestato dai Revisori, l’aumento dei debiti fuori bilancio, Basile è stato costretto a dar ragione al Collegio e ha rivelato di aver scritto agli uffici per chiedere una relazione sull’argomento e sulle possibili soluzioni. Il punto 10 riguarda in realtà la situazione finanziaria complessiva del Comune di Palermo e l’allarme sul rischio del deficit strutturale.
 
Il punto 11 è invece la partita dei disallineamenti: Rap ha promesso di stralciare i propri crediti, Amap dovrebbe accordarsi mentre con Amat la trattativa è ancora aperta. Basile ha fatto presente che il Comune ha fatto il suo stanziando 28,3 milioni per i disallineamenti con le aziende nel consuntivo 2017 e 42,4 nel documento di programmazione triennale 2018-2020. Infine, il punto 12, cioè la mancata messa a frutto di tutto il patrimonio immobiliare: anche su questo aspetto il Ragioniere ha chiesto una dettagliata relazione agli uffici.

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