Campa cavallo - QdS

Campa cavallo

Pino Grimaldi

Campa cavallo

sabato 13 Ottobre 2018
Viene in mente Leo Longanesi e la sua arguzia da grande giornalista. Nell’immediato dopo guerra (la seconda) quando tutti nel volgere di poco tempo (alcuni in una sola giornata – il 26 luglio od 8 Settembre1943 – cambiata casacca e cappello si scoprirono antifascisti ed alcuni giunsero a descrivere le sofferenze di quando – sia pur ben pagati ed ex nihilo divenuti firme del giornalismo e della “cultura italiana”, il Leo di cui sopra scrisse “per indisposizione del dittatore la democrazia replica” e fotografò la situazione del bel paese capace da sempre di voltagabbanismo lacrimoso e resurrezione da ceneri ancora vescicanti con una bravura da “grand guignol”.
 
Sta ancora una volta accadendo. Ed in molte parti del mondo dove, parafrasando, oggi si può dire “per indisposizione della democrazia la dittatura replica”. Basti guardare cosa sta accadendo in Usa, Brasile, Ungheria, Austria, quasi in Svezia ed ovviamente da noi. Non vi è un dittatore alle porte in nessuno di essi, ma un’aria di “regime” con il suo linguaggio e modi da spacconi e la concettualizzazione di affermazione tout court che il popolo in fondo sembra apprezzare, disgustato come è dalla pseudodemocrazia -nella più parte di sinistra – che ha danneggiato molti Paesi ed allontanato il pensiero che la democrazia, come diceva Churchill, è “la peggiore forma di governo, ma non se ne è trovata una migliore”!
 
Quando in Francia nel 1945 ritornò dal suo “dorato” esilio, Charles De Gaulle dichiarò sepolti governo Petain e dittatura nazista; la Francia libera ritornava in possesso dei francesi capaci di governarsi democraticamente. Ma per non sapere né leggere né scrivere instaurò la quarta repubblica che fu “regime” con buona pace della democrazia.
 
Lo stesso avvenne in Russia con Lenin prima e poi con Gorbacev e successori. Sta avvenendo parrebbe anche in Italia dove il bartaliano “tutto sbagliato, tutto da rifare” batte moneta ed i novelli “fratelli Marx” (Conte, Salvini, Di Mario, Tria, Toninelli) con perfetto dosaggio delle parti in copione, stanno portando il Paese verso una crisi che se non bloccata in tempo darà lacrime, pur con aspetti ostentati, benessere e lotta a ingiustizie e corruzione.
Nulla di nuovo.
 
Ma che nell’epoca in cui anche i bambini hanno tra le mani strumenti per potere conoscere la “verità” stupisce che accada tanto, dimostrando che“verità, giustizia, dignità” sono valori che si possono avere solo se si sono avuti buoni maestri: ne sono mancati e da tempo.
 
Come il Governo troverà 15 miliardi di euro per un Def in pareggio a norma di costituzione, non lo sa manco Papa Francesco che pare sapere ogni cosa. Ma se chiedete a quanti hanno votato il napoletano vice premier ed il milanese che è anche ministro dell’Interno, ci si sente rispondere che pur di abbattere la “casta” e respirare aria nuova, cada Sansone con tutti i filistei ed avanti “incapaci, ignoranti e maleducati” a governare. L’Italia è fatta, sì; per gli italiani non è il caso di parlarne: avrebbe commentato Massimo d’Azeglio.
Campa cavallo…

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