Pochi investimenti in formazione, imprese siciliane non si rinnovano - QdS

Pochi investimenti in formazione, imprese siciliane non si rinnovano

Vanessa Paradiso

Pochi investimenti in formazione, imprese siciliane non si rinnovano

martedì 02 Febbraio 2010

Il Comitato territoriale Unicredit Sicilia ha presentato il progetto formativo “Cambiare per crescere”. Le conseguenze per l’Isola è una limitata capacità di rivendersi all’estero

PALERMO – “Cambiare per Crescere” è il progetto formativo nato da un’idea del Comitato Territoriale Unicredit Sicilia che ha ricevuto il riconoscimento dall’Associazione Italiana Financial Innovation nell’ambito del premio Aifin Banca e Territorio.
Due le fasi del progetto: la prima conclusa lo scorso mese di aprile, articolata in cinque giornate di lezione in aula, tenute da esperti della Divisione Retail di UniCredit e da rappresentanti dell’associazionismo e dei Confidi siciliani. Sono state trattate tematiche legate ad aspetti di marketing, gestione aziendale, relazione con la banca, strategie di internazionalizzazione e associazionismo, sicurezza e leadership. Nella seconda fase, le imprese siciliane, nove esattamente, hanno preso parte ad una giornata di stage nell’azienda Milkline srl di Piacenza che opera nel settore della mungitura. Si tratta di una nutrita serie di iniziative concrete per favorire la crescita dell’economia isolana e delle sue imprese e nel contempo per sviluppare una serie di confronti e attività su tematiche più generali che riguardano le principali linee guida che la Regione dovrà tenere presente nella programmazione economica per individuare le priorità.
Nel suddetto circuito anche le aziende la fanno da padrone, poiché è assolutamente indispensabile “fare rete”, così come ha dichiarato Josè Rallo, presidente del Comitato Territoriale Unicredit Sicilia “per creare un’unica squadra regionale sotto l’unico marchio della Sicilia di qualità”. è il risultato da raggiungere, la vera chiave del cambiamento per comunicare al mercato unità di valori ed altrove azioni di marketing.
“Occorre dare alla Sicilia un progetto – proseguo Josè Rallo – che sia capace di superare i propri confini. La Sicilia ha una limitata capacità di “rivendersi” all’estero e tale dato viene avvalorato anche dai risultati ottenuti nel settore agricolo, dove la nostra Isola pur essendo la regione meridionale con il più elevato valore di produzione agricola, lascia il ruolo di leader alla Campania, con oltre 2 miliardi di euro a fronte dei nostri soli 750 milioni di euro, frutto di un apporto bilanciato di prodotti primari e prodotti dell’industria alimentare”.
“Cambiare per crescere” è l’impegno che i rappresentati delle nove imprese siciliane hanno assunto affinché vengano agevolate le buone pratiche tra i diversi settori e venga stimolata la creatività. Le imprese partecipanti al progetto sono: Autoviva srl, Azienda agricola Cav. Ganduscio, Cgt srl, Di Quattro Dorotea, Euroffod srl, Luxe Italia srl, Mediterranea Digit srl, Randazzo Energy Team srl e Solar Energy Impianti srl, nove piccole aziende siciliane che si sono distinte per potenzialità e prospettive di crescita.
Dai dati emersi da Fondimpresa “ancora c’è un 20% di piccole e medie imprese che non hanno finora realizzato investimenti in formazione” In Sicilia, come nel resto d’Italia, circa il 50% di imprenditori ai vertici delle Pmi è arrivato alla soglia dei sessantenni. Invero, la formazione va vista come uno strumento fondamentale per la crescita delle imprese e le generazioni dei nuovi imprenditori hanno bisogno di maggiori competenze per affrontare le sfide del mercato.
 


Mario Centorrino: "Proposte concrete per superare le inefficienze"
 
PALERMO – L’assessore regionale alla Pubblica Istruzione e Formazione, Mario Centorrino ha sottolineato che tra le emergenze da affrontare con urgenza attraverso incisive riforme vi è anche la formazione professionale. Centorrino ha posto l’accento sulla necessità di intervenire con precise linee direttive nei settori della formazione e dell’istruzione: “La formazione soffre di inefficienze, eccesso di opacità, falsa formazione; richiede, invece, piani formativi a lungo raggio finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro”. “La Sicilia – ha aggiunto l’assessore – ha bisogno di mettere mano ad un progetto concreto di rilancio dei settori, si impone non solo il dialogo, ma anche lo spazio progettuale e proposte concrete, rivalutazione di esperienze, tavoli tecnici comuni”. Nello stesso senso, Pippo Di Natale, vicepresidente Obr Sicilia e segretario regionale della Cgil il quale ha dichiarato che “In Sicilia ci sono potenzialità che purtroppo non vengono coltivate: per questo occorre estendere i processi di formazione a tutte le aziende e ad ogni livello, per cogliere le opportunità del mercato, quando supereremo la crisi”.

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