Ue alla Regione: qualità aria, fare presto - QdS

Ue alla Regione: qualità aria, fare presto

Rosario Battiato

Ue alla Regione: qualità aria, fare presto

martedì 02 Febbraio 2010

Nota della Commissione europea sui Piani regionali italiani in itinere: nessuna concessione di proroga alla Sicilia. Richiamo ufficiale: “Sulle polveri sottili le condizioni richieste non sono state rispettate”

PALERMO – I tempi per migliorare la qualità dell’aria isolana sono sempre più stretti. L’ultima notizia in ordine di tempo arriva direttamente dalla Commissione Ue che ieri ha diffuso un comunicato in cui precisava di aver concesso alla Campania più tempo per mettersi in regola con la direttiva europea sulla qualità dell’aria, ma di aver rigettato la medesima richiesta nei confronti di Sicilia e Puglia. Per la Commissione solo la Campania ha diritto alla proroga, perché, secondo i dati forniti, è l’unica delle tre regioni che potrà raggiungere gli obiettivi di riduzione delle polveri sottili entro la scadenza della proroga. Per Puglia e Sicilia, si legge nel comunicato, ‘’le condizioni richieste non sono state rispettate’’. ‘’L’inquinamento dell’aria ha un impatto molto serio sulla salute delle persone’’, ha detto il commissario all’Ambiente, Stavros Dimas. Per Dimas, la Commissione riconosce le difficoltà degli Stati membri di adeguarsi ai livelli di pm10 stabiliti dalla Ue, e per questo concede delle proroghe in alcuni casi. ‘’Ma Bruxelles si aspetta che gli Stati dimostrino che stanno facendo il possibile per raggiungere gli standard richiesti il più rapidamente possibile’’, ha spiegato Dimas. Condizione che Puglia e Sicilia non sono state in grado di dimostrare, secondo l’esecutivo Ue.
Dall’assessorato Territorio e Ambiente nessun commento in merito alla decisione della Commissione – l’assessore Di Mauro si è insediato da pochissimo – anche se, fanno sapere fonti interne, nelle prossime settimane ci saranno ulteriori novità. Tuttavia la strada da proseguire è quella intrapresa dall’ex assessore Mario Milone. Infatti sull’onda dell’impatto emotivo di una serie di sventurate scoperte tra cui la presenza di tracce di arsenico nel sangue dei gelesi, lo scorso settembre l’assessore Mario Milone firmò due decreti: “Adempimenti attuativi del decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152 (attuazione della direttiva 2004/107/CE concernente l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente) – Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare” e “Adempimenti attuativi del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183 (attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria) – Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare”. Provvedimenti che però arrivavano in discreto ritardo rispetto quanto previsto, infatti rispettivamente cinque e due anni dopo la normativa nazionale che a sua volta ottemperava a una richiesta europea.
Dall’assessorato informano che il “ritardo” si è accumulato in anni di gestione passata che non è stata in grado di ottemperare in maniera immediata alla richieste normative che venivano dall’Europa. Adesso i tecnici dell’assessorato sono al lavoro, ma i tempi per l’elaborazione e il recepimento delle normative europee, che stanno comunque seguendo un nuovo corso, cominciato con l’insediamento del primo governo Lombardo, devono adesso trovare quella continuità necessaria per rendere più salubre l’aria siciliana.
Gli ultimi dati in effetti preoccupano parecchio, in quanto l’isola subisce emissioni in abbondanza, a cominciare dalle centrali termoelettriche, passando per le raffinerie sino al trasporto su strada. Palermo e Siracusa sono le città più colpite per lo smog cittadino, ma sono soprattutto le aree industriali, Priolo, Gela e Milazzo, a emettere in quantità dannose per la salute siciliana. Eppure l’isola, al di là delle direttive europee cui adeguarsi per necessità normativa e per evitare sanzioni pecuniarie, avrebbe tutti gli strumenti per poter agire sul territorio anche autonomamente e limitare così le emissioni inquinanti.
“In termini normativi la Regione avrebbe molto potere di imporre e sostenere – ha dichiarato Enzo Parisi, Legambiente Sicilia – data la possibilità di agire in sede di Autorizzazione di Impatto Ambientale, che racchiude tutte le autorizzazioni in materia di emissioni e inquinamento, sia nella redazione del Piano della Qualità dell’Aria della Regione, dove invece si è ancora carenti”.

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