L'Arpa boccia un corpo idrico su due. Diffuso il rapporto delle attività di monitoraggio effettuate su oltre 80 corsi d’acqua sotterranei. “Durature e significative” concentrazioni di nitrati nella Piana di Marsala-Mazara del Vallo
PALERMO – In Sicilia un corpo idrico sotterraneo su due registra uno stato chimico “scarso”, un passaggio che certifica i parametri critici di alcune sostanze pericolose inquinanti, così come definite, e periodicamente aggiornate, dalla direttiva quadro comunitaria. L’ultimo aggiornamento, che ripercorre il monitoraggio compreso tra il 2011 e il 2017, è stato rilasciato da Arpa Sicilia all’interno del rapporto di attività.
Andando in dettaglio, i dati mostrano che dalla “valutazione effettuata sugli 82 corpi idrici sotterranei (CSI), il 46% di quelli monitorati (pari a 38 CIS) risulta in stato chimico scarso, mentre il restante 54% (pari a 44 CIS) è in stato chimico buono”.
Il monitoraggio, svolto nel corso del 2017, è stato effettuato in 263 stazioni, 71 di queste monitorate per la prima volta. Si tratta di pozzi, piezometri, sorgenti e gallerie drenanti, rappresentative di 69 corpi idrici sotterranei del Distretto Idrografico della Sicilia.
All’interno del rapporto, un focus è stato dedicato alle valutazioni, previste nel decreto legislativo 30/2009, dei “corpi idrici sotterranei utilizzati per l’estrazione di acque destinate al consumo umano” e nei quali siano stati riscontrati dei “superamenti puntuali dei valori soglia (VS) o standard di qualità (SQ)”.
In questa ottica, ai fini della valutazione dello stato chimico dei corpi idrici sotterranei destinati al consumo umano, è stata pertanto “effettuata l’analisi di eventuali tendenze significative e durature all’aumento della concentrazione degli inquinanti, derivante dall’impatto di attività antropiche sui corpi idrici sotterranei, rilevati nell’ambito del monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee condotto da Arpa Sicilia nel decennio del 2008-2017, in corrispondenza delle captazioni idropotabili”.
Andando in dettaglio, sono stati rilevati degli stati chimici “buoni” per “Etna ovest”, “Lentinese”, “Ragusano”, “Piana di Augusta-Priolo”, “Siracusano meridionale”, “Siracusano nord-orientale”, “Piana di Castelvetrano-Campobello di Mazara” e “Monte Sparagio-Monte Monaco”, in quanto le stazioni rappresentative analizzate non presentano, nel periodo 2008-2017, “tendenze significative e durature all’aumento della concentrazione degli inquinanti caratterizzati da concentrazioni medie annue superiori” ai valori soglia o agli standard di qualità fissati nel decreto legislativo 30/2009. Lo stato chimico “scarso” è stato invece registrato per la “Piana di Marsala-Mazara del Vallo” perché presenta tendenze significative e durature all’aumento della concentrazione del parametro Nitrati.
Il monitoraggio e la valutazione dello stato chimico delle acque sotterranee sono parte integrante del Piano Operativo Attività acque sotterranee nell’ambito di una Convenzione che l’Agenzia regionale ha stipulato con il Dipartimento “Acque e Rifiuti” dell’Assessorato Regionale Energia per l’aggiornamento del “quadro conoscitivo sullo stato delle qualità delle acque sotterranee, superficiali interne, superficiali marino-costiere ai fini della revisione del Piano di gestione del Distretto Idrografico della Regione Sicilia”.
