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Catania – Sistema-giustizia, gravi carenze ma grandi passi contro la mafia

Alessandro Petralia

Catania – Sistema-giustizia, gravi carenze ma grandi passi contro la mafia

martedì 02 Febbraio 2010

Sottolineate le positività, con i recenti colpi messi a segno in provincia contro le cosche. Si inaugura l’anno giudiziario. L’Anm diserta. Sempre gli stessi nodi da sciogliere

CATANIA – C’era qualcosa di inedito all’inaugurazione dell’anno giudiziario; a fianco delle massime autorità cittadine e nazionali, tra le quali il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, il presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, il sindaco Raffaele Stancanelli, il prefetto Vincenzo Santoro, l’arcivescovo Salvatore Gristina e l’ex sindaco Enzo Bianco, mancavano infatti i membri dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), che anziché lasciarla a cerimonia iniziata, l’aula l’anno disertata fin dall’inizio, aderendo così alla protesta esplosa il giorno precedente a livello nazionale.
Come ogni anno la cerimonia è stata l’occasione per tracciare il bilancio dell’anno giudiziario appena conclusosi. Gravi le carenze di un sistema con presenta molteplici criticità a livello nazionale, che a Catania, come nel resto del Sud, assumono proporzioni preoccupanti. Carenza di organici, affollamento delle carceri, lungaggini processuali, inadeguatezza degli uffici; i nodi da sciogliere rimangono sempre gli stessi. Non è tuttavia mancata la sottolineatura delle positività; dal lusinghiero rapporto della Commissione europea per l’efficacia della giustizia (Cepej) sull’operato della magistratura italiana ai successi nella lotta alla mafia in territorio di Catania con i recenti colpi messi a segno contro le cosche Santapaola, Cappello e Laudani.
 
Nell’intervento che ha aperto la cerimonia, il presidente della Corte di Appello, Guido Marletta, ha analizzato le fattispecie di reato introdotte dal Legislatore nel 2009, esprimendo giudizio positivo per lo stalking, come per il rafforzamento delle misure di prevenzione, ma ponendo un segno negativo sul reato di clandestinità, che ha determinato un ulteriore affolamento delle carceri italiane senza sortire alcun effetto detterete; viva preoccupazione ha infine espresso per le nefaste conseguenze del cosiddetto processo breve, che rischia di far saltare un altissimo numero di provvedimenti. Hanno completato la scaletta degli interventi il dott. Di Montone, rappresentante del Csm, Pietro Martello, in rappresentanza del Ministero della Giustizia, Giovanni Tinebra, Procuratore Generale della Repubblica, Salvatore Torrisi, presidente del collegio degli avvocati di Catania, Roberto Passalacqua, rappresentante del Consiglio Giudiziario,  Laura Renda (che ha proclamato l’adesione dell’Anm di Catania alla protesta nazionale) e Palma Balsamo, per la Giunta Centrale dell’avvocatura italiana.
 

 
Cento anni di attività. In un volantino le proposte dell’Anm
 
Sono affidate ad un volantino le rivendicazioni di un’Anm che, presso il Palazzo di Giustizia, ha disertato l’inaugurazione dell’anno giudiziario per protestare contro le politiche e gli atteggiamenti del Governo nei confronti della magistratura: denunce ma anche proposte nel documento che ha anche celebrato la chiusura del centenario (1909-2009) dell’Associazione nazionale magistrati. Alla difesa dalle aggressioni politico-mediatiche dell’ultimo periodo e alla denuncia di una produzione legislativa che, a partire dal processo breve, rischia di inceppare l’amministrazione della Giustizia, il documento ha infatti affiancato proposte concrete per una vera riforma del sistema giudiziario: accorpamento delle circoscrizioni giudiziarie attraverso l’abolizione dei tribunali più piccoli, eliminazione dei formalismi nelle procedure e revisione del sistema delle impugnazioni, depenalizzazione dei reati minori ed introduzione di pene alternative al carcere, investimenti sul personale amministrativo ed una più decisa informazione del sistema.

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