Maltempo: un nubifragio causato dall'incuria - QdS

Maltempo: un nubifragio causato dall’incuria

Antonio Leo

Maltempo: un nubifragio causato dall’incuria

sabato 20 Ottobre 2018

Devastata un'area tra il Catanese, il Siracusano e l'Ennese. Caduti 25 centimetri di pioggia, esondati quattro fiumi , danni incalcolabili alle colture. Ferrari di Coldiretti, "dissesto idrogeologico principale causa dei danni". Selvaggi di Confagricoltura, "chiedere lo stato di calamità straordinaria e il rinvio dei pagamenti dei contributi". L'assessore Bandiera, "Pronta la richiesta di  stato di calamità". Ancora al lavoro i Viglili del fuoco. Oggi militari a Scordia
 

Stiamo lavorando a una stima dei danni e dalle prime segnalazioni arrivate dei nostri associati la situazione risulta essere particolarmente grave nella zona di Vizzini, Francofonte, Scordia e Ramacca”.
 
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Catania Giovanni Selvaggi parlando del disastroso  nubifragio  (sono caduti 25 centimetri di puoggia) che ieri ha colpito la Sicilia orientale: quattro fiumi esondati – Gornalunga, Dittaino, Simeto e San Leonardo –  hanno gettato sui terreni fango e detriti e i danni, sia alle produzioni che alle strutture, sono incalcolabili.
 
“In alcune zone – ha confermato Selvaggi – è andata distrutta l’intera produzione di olive e arance ma quel che più preoccupa sono i danni strutturali subiti dalle piante. Nei prossimi giorni avremo un quadro chiaro dei danni, ma sin da ora possiamo affermare che ci sono gli estremi per chiedere lo stato di calamità straordinaria e concreti aiuti fiscali con un rinvio dei pagamenti di contributi e cartelle”.
 
“Ci auguriamo – ha concluso – che le istituzioni accolgano le richieste di un settore che si trova a far i conti con una emergenza che se non affrontata in modo tempestivo, aiutando le aziende colpite, può causare contraccolpi gravissimi all’economia e all’occupazione”.
 
Intanto il  presidente regionale di Coldiretti, Francesco Ferreri, ha puntato l’indice sull’ "incuria nella gestione del territorio".
 
"Il dissesto idrogeologico – ha detto – è una tragedia sotto gli occhi di tutti che deve essere aggredita subito, prima che altri fenomeni atmosferici danneggino ancora di più il territorio".
 
Ferreri ha aggiunto che "Molte aziende delle aree colpite sono in ginocchio: c’è chi ha perduto anche il cento per cento della produzione, chi fa i conti con i danni strutturali che si presenteranno tra qualche tempo".
 
"Il punto è – ha concluso – che tutto questo avviene perché non c’è manutenzione e regna un clima di totale confusione. In alcune parti da oltre mezzo secolo non vengono sistemati gli argini, ci sono aziende che non possono essere raggiunte se non con mezzi adeguati e tutto questo mentre il cambiamenti climatici sono ormai una priorità assoluta.Siamo passati da anni di siccità  a piogge eccessive ma quanta acqua riusciamo a recuperare e trattenere? Niente. Anzi, senza strutture di canalizzazione adeguate si perde tutta. E questo è davvero insostenibile".
 
Secondo Ferreri, insomma, "Evidentemente i Consorzi di Bonifica non sono in grado di gestire una situazione così complessa e per questo vanno subito adottate delle strategie di tutela che possano ripristinare la sicurezza".
 
Sul fronte dei danni alle cose, continua il lavoro dei Vigili del fuoco del comando provinciale di Catania per i danni causati dal nubifragio di ieri.
 
Al momento le aree di maggiore criticità rimangono a Palagonia, Scordia e Ramacca dove stanno operando tre squadre: una dalla sede centrale e due dai distaccamenti volontari di Maletto e Linguaglossa.
 
Tra i numerosi interventi di soccorso dei pompieri, circa 300 in tutta la Sicilia, c’è stato anche quello a un camion dei vigili del fuoco di Catania travolto dalla violenza delle acque che hanno invaso le strade.
 
Oggi intanto,  militari del Quarto reggimento genio guastatori della brigata "Aosta" di Palermo si sono recati  a Scordia per portare soccorso agli abitanti colpiti dall’alluvione.
 
Già nelle prime ore dell’emergenza l’esercito era intervenuto con altro personale della brigata, proveniente dal 62 reggimento fanteria di Catania, ai quali si affiancheranno oggi i guastatori del 4/o reggimento, con gli mezzi speciali per il movimento terra di cui sono dotati e accelereranno il ripristino della viabilità nelle zone colpite dal nubifragio.
 
Tornando ai danni all’agricoltura, anche il presidente della Cia Sicilia Orientale Giuseppe Di Silvestro e il direttore Graziano Scardino hanno sottolineato ieri come nella zona quasi tutti gli agrumeti e i campi di ortaggi siano andati distrutti.
 
"Anche i giovani impianti di agrumi – hanno detto – , realizzati con tecniche all’avanguardia, sono stati interamente sommersi dai detriti, sradicati e trascinati a valle, così come gli impianti irrigui e le recinzioni. È andata distrutta, inoltre, tutta la viabilità interaziendale di penetrazione all’interno delle aree rurali".
 
La Cia ha lanciato un appello alla Protezione civile per permettere la riapertura delle strade per dar modo agli agricoltori di recarsi nelle proprie aziende per salvare il salvabile e ha auspicato la creazione di "una cabina di regia unica" tornando a "sollecitare il taglio degli arbusti e delle canne: materiale rimasto all’interno dell’alveo dei fiumi, che la scorsa notte, hanno creato un effetto tappo".
 
Anche Alfio Di Giorgio, presidente della sezione Coldiretti di Carlentini (Sr), nonché proprietario di agrumeti e di un agriturismo in contrada Badiula minacciato dall’acqua, ha puntato ieri l’indice "sulla mancata manutenzione degli argini: in cinquant’anni mai nessuno ha provveduto".
 
Di Giorgio ha parlato di aziende che hanno perduto il cento per cento della produzione: "Tutti gli alberi sono sommersi, così come le strutture e gli impianti".
 
Anche Coldiretti Sicilia e Confagricoltura, come detto, stanno monitorando del territorio siracusano e, nel catanese, Palagonia e Ramacca. E i danni appaiono più gravi di ora in ora. Tanto che alcuni sindaci, come quelli di Ferla e Buccheri, hanno già chiesto lo stato di calamità.
 
L’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, ha detto di aver già dato mandato agli uffici "per predisporre la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità" e di aver attivato gli ispettorati dell’agricoltura per predisporre le attività per la valutazione dei danni sulle aree colpite.
 
"Il personale – ha detto – è già sul luogo per un primo monitoraggio e una stima dei danni. Siamo in contatto con i vertici del Genio Civile, anche in relazione all’avvenuto straripamento di fiumi, che hanno danneggiato le strade interpoderali oltre che le aziende agricole".
 
E’ urgente – ha detto dal canto suo il deputato regionale del Pd Anthony Barbagallo – procedere con la quantificazione dei danni ad aziende agricole, attività imprenditoriali e cittadini ed intervenire con misure di sostegno, anche prevedendo la sospensione del pagamento dei tributi".
 
"Serve – ha aggiunto il segretario generale della Filca Cisl territoriale di Siracusa Paolo Gallo – un piano di interventi immediato. Un tavolo tecnico in Prefettura che metta insieme i sindaci e il Libero Consorzio potrebbe essere utile a programmare gli interventi. Ne va del futuro economico-sociale e dello sviluppo della nostra provincia".
 
Sul fronte dei soccorsi, la macchina della Protezione civile ha funzionato: duecento Vigili del fuoco e due elicotteri hanno effettuato almeno trecento e non ci sarebbero stati né morti né feriti nonostante le arterie delle zone colpite si siano trasformate in autentici fiumi. Anche le Forze armate sono state impegnate, con l’Esercito e l’Aeronautica, nelle operazioni di soccorso per l’emergenza maltempo in Sicilia.
 
"L’acqua è arrivata all’improvviso, la nostra auto si è schianta contro il guard-rail e abbiamo avuto paura di morire, io sono uscito dal finestrino e poi sono arrivati i carabinieri". Così ha raccontato ai soccorritori uno dei tre occupanti della vettura trascinata dalle acque sull’ex statale 194, in territorio di Lentini, dopo l’esondazione del fiume San Leonardo.
 
Sui media sono stati diffusi video che mostrano scene da apocalisse, con le persone sui tetti delle case di campagna in attesa di essere soccorsi dagli elicotteri.
 
I filmati hanno già fatto il giro del web. In uno, in particolare, si vedono tre persone sul tetto di una vettura: i caschi rossi riescono a salvarli, trasportandoli uno alla volta dopo averli agganciati a una fune di sicurezza, mentre un elicottero dei pompieri sorvola la zona.
 
In contrada Trigona, nel Siracusano, una persona è stata imbragata e sollevata col verricello, mentre in contrada Cuccumella un’azienda agricola ha chiesto soccorso per il personale e il bestiame, ma alcuni – sebbene si fossero messi in salvo sui tetti – hanno invece rifiutato il salvataggio, preferendo attendere il soccorso da terra.
 
Sempre nel siracusano, un pensionato è riuscito a salvarsi uscendo dal finestrino e nuotando fino a un approdo sicuro.
 
Soccorsi tutt’altro che semplici, insomma, tanto che anche un camion dei vigili del fuoco di Catania ha dovuto “fermarsi” di fronte alla violenza delle piogge. I quattro componenti della squadra sono rimasti bloccati per oltre tre ore dall’acqua alta circa un metro e mezzo vicino il parco archeologico di Palikè, in territorio di Mineo, e sono stati soccorsi da altri colleghi.
 
La squadra, provata, non ha voluto fare rientro, ma ha proseguito nel servizio di assistenza.
 
Anche la circolazione ferroviaria sulla linea Catania-Siracusa è stata sospesa alle 9.45 per l’allagamento dei binari fra Lentini e Agnone, causato dell’esondazione del fiume San Leonardo. Trenitalia ha istituito un servizio sostitutivo con bus fino a quando, alle alle 16.25, la circolazione ferroviaria è ripresa.

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