Albo degli sportellisti, nuovo elenco 1.809 operatori in cerca di un "senso" - QdS

Albo degli sportellisti, nuovo elenco 1.809 operatori in cerca di un “senso”

Michele Giuliano

Albo degli sportellisti, nuovo elenco 1.809 operatori in cerca di un “senso”

martedì 23 Ottobre 2018

La Regione revisiona la lista e sistema qualche errore ma non è sanato del tutto. Costati 334 mln in 5 anni non sono mai davvero serviti all’inconto tra domanda e offerta

PALERMO – Un nuovo, ennesimo elenco degli ex sportellisti. Diviso in tre elenchi, in realtà: gli ammessi, gli esclusi, e gli esclusi per pensionamento e decessi. Il numero definitivo degli operatori che rientrano nella categoria a tutti gli effetti sembrerebbe essersi fermato a 1.809, 22 in meno rispetto alla precedente pubblicazione di aggiornamento, avvenuta poche settimane fa. Anche in questo caso, erano state apportate solo piccole modifiche rispetto alla versione ancora precedente, del marzo di quest’anno.
 
Un balletto di pubblicazioni, insomma, che però non ha portato a cambiamenti di rilievo. E secondo gli stessi lavoratori, ancora molti sarebbero gli errori presenti nell’elenco. Per gli esclusi, diverse sono le motivazioni, dalla revoca per la presentazione di domande incomplete o fuori termine, o perché richiesta direttamente dall’interessato. Un numero molto alto, quello degli iscritti, che si concretizza in quasi 2 mila persone che sono rimaste senza lavoro. E dire che in passato questi servizi sono costati tanto, quasi mezzo miliardo di euro, alle casse dei siciliani.
 
 
Queste strutture sono nate con lo scopo di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, aiutando dunque i disoccupati, gli inoccupati e successivamente anche gli studenti a trovare un impiego. La loro nascita porta la firma messa in calce dal governo di allora attraverso la circolare dell’assessorato al Lavoro numero 2 del 8 giugno 2000.
 
Con la Convenzione quadro del 4 luglio 2000 tra la Regione Siciliana e gli enti gestori della formazione professionale siciliana, venne stabilito che gli uffici provinciali del lavoro e della massima occupazione potevano sottoscrivere apposite convenzioni con gli organismi titolari di sportelli multifunzionali operanti nel proprio territorio al fine di avvalersi dei servizi da questi offerti come specificati nella circolare dell’assessorato al Lavoro numero 2 del 8 giugno 2000.
 
Secondo i dati ufficiali, dal 2005 al 2010 gli Sportelli multifunzionali sono costati la bellezza di 334 milioni di euro. Soldi andati sprecati, visto che i risultati apportati sul piano occupazionale sono praticamente pari a zero. Anzi, la situazione siciliana è progressivamente peggiorata.
 
I dati statistici dell’Istat, dicono che nel 2005 in Sicilia c’erano 1.440.000 occupati. Nel 2010 di occupati se ne contavano 1.471.000, con una perdita netta di ulteriori 31 mila posti di lavoro, al ritmo di oltre 5 mila occupati in meno all’anno. Un quadro impietoso della situazione, che si scontra con l’enorme investimento fatto, che si realizza in un apparato enorme, costituito da 252 sportelli istituiti in tutta l’Isola, 1.541 lavoratori (all’epoca in cui erano nati), di cui la quasi totalità (1.385) assunti a tempo indeterminato. Insomma, il sistema, ottimo sulla carta, è andato a sbattere contro la burocrazia e l’immobilismo degli uffici, rimanendo avulso dall’intero mondo del lavoro, per cui la possibilità di trovare effettivamente un impiego attraverso la loro azione erano minime.
 
Come hanno rilevato diversi operatori, gli utenti erano obbligati a rendere dichiarazione di disponibilità, mentre le aziende non avevano alcun vincolo, per cui i pochi posti disponibili non venivano segnalati agli sportelli e ai Cpi, i quali erano impossibilitati a segnalare le opportunità di lavoro nel territorio. L’unica attività possibile, quindi, era quella di supportare i giovani indirizzandoli dopo colloqui orientativi, aiutandoli a compilare il curriculum vitae in maniera efficace, ma fattivamente rimanendo bloccati in un limbo di inattività.

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