I paradossi della mancata spesa dei fondi Ue - QdS

I paradossi della mancata spesa dei fondi Ue

Giovanna Naccari

I paradossi della mancata spesa dei fondi Ue

martedì 23 Ottobre 2018

Una giornata di studi promossa da Eurispes per fare il punto della situazione a due mesi dalla prima grande scadenza. La Sicilia ha bisogno di soldi per rimettere in moto la sua economia, l’Europa ci riempie di denaro (4,5 miliardi di euro solo per il Fesr 2014-20) ma le istituzioni sono incapaci di spenderli

Palermo – Personale non qualificato e scarso dialogo tra istituzioni e territorio paralizzano la spesa dei fondi europei in Sicilia. È il quadro emerso a Villa Zito a Palermo, nella giornata di studio promossa da Eurispes con il Centro studi Arnao.
 
Una realtà drammatica, sottolineata dal rischio di non riuscire a impiegare entro l’anno circa 700 milioni di spesa, ma anche oggetto di proposte emerse al convegno a cui hanno partecipato rappresentanti del governo regionale, università, associazioni di categoria, imprese.
 
“La realtà è che la spesa dei fondi europei risulta paralizzata se è vero come è vero che ad oggi si sia bloccata ad un impiego di soli 6 milioni 380 mila euro – ha osservato Gian Maria Fara, presidente Eurispes – La spesa, al 31 gennaio 2018 si attestava allo 0,37% a fronte di una media nazionale – già ampiamente negativa del 4,5%”. E ha continuato: “L’Unione Europea, tra il 2014 e il 2020, ha messo a disposizione della Sicilia 4 miliardi e mezzo individuando degli obiettivi a medio termine. Un modo per facilitare il percorso, ma non sembra essere servito a giudicare dal fatto che il primo di questi traguardi è quello del 31 dicembre entro il quale dovranno essere certificati 719 milioni di euro”.
 
Da sinistra: Alessandro Albanese, Sebastiano Bavetta, Nicola Piazza, Massimo Rizzuto, Saverio Romano
 
L’incontro è nato per coinvolgere politica, territori, esperti e stabilire ciò che si può fare. Eurispes individua due aspetti: il coinvolgimento della Regione, delle imprese, degli enti locali e delle università nella programmazione della spesa comunitaria; la capacità di avviare una spesa in grado di incidere sulla crescita della Sicilia. E poiché le macchine sono guidate da uomini, il primo passo è quello di renderli capaci di partire.
 
“Presupposto ineliminabile per una inversione di tendenza nella spesa comunitaria – ha sottolineato il presidente Fara – è quello inerente la competenza e l’alta professionalità richiesta a dirigenti regionali ed esperti chiamati ad occuparsi di programmazione, pianificazione e certificazione della spesa”. Un’osservazione che centra in pieno uno dei problemi: l’assessorato regionale Attività produttive, infatti, per mancanza di personale ha affidato a 66 esperti esterni, per un costo di 105 mila euro, il compito di portare avanti un bando per le imprese.
 
L’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano al convegno ha ricordato gli sforzi che stanno compiendo gli uffici per portare a termine la spesa entro fine anno. Riguardo al personale, l’assessore al Territorio Toto Cordaro ha annunciato: “Il Governo sta lavorando al funzionigramma e al nuovo assetto della burocrazia. Abbiamo in programma la ristrutturazione del modo di operare della pubblica amministrazione”.
 
Per Saverio Romano, responsabile Dipartimento Mezzogiorno di Eurispes: “Gli indicatori economici e sociali ci dicono che le condizioni in cui versa il Mezzogiorno sono drammatiche. Se a ciò aggiungiamo la disoccupazione e la riduzione di investimenti con destinazione Sud Italia, si capisce bene quale importanza possano assumere i fondi europei. Eurispes ritiene che sia indispensabile un modello partecipato che coinvolga tutti gli attori principali, nel rispetto delle prerogative di ognuno”.
 
Per l’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla: “La programmazione della spesa va supportata dallo sviluppo delle competenze”. Massimo Rizzuto, esperto in pianificazione strategica e territoriale ha sottolineato “la necessità di coinvolgere il territorio nelle scelte strategiche, affinché si faccia un uso consapevole delle risorse”, ed ha ricordato come quasi il 45% della spesa riguarda progetti dei Comuni.
 

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