Grillo locutus... - QdS

Grillo locutus…

Pino Grimaldi

Grillo locutus…

sabato 27 Ottobre 2018
…causa vinta ? La sortita di Grillo al Circo Massimo di Roma (costruito nel II secolo A.C. per le corse dei cavalli, ma situato in una valle dove, sembra, avvenne il ratto delle Sabine) durante il M5S Day ha lasciato perplessi gli organizzatori e preoccupate le opposizioni per l’attacco fatto al Quirinale. Il comico si, ma fondatore del movimento oggi battente moneta politica ha, apertis verbis, detto che bisogna togliere poteri al Capo dello stato riducendolo al ruolo, quasi, di monarca costituzionale che come diceva Vittorio Emanuele III le sue orecchie erano quelle di Camera e Senato e le sue labbra dicevano ciò che esse stabilivano.
 
In Italia, fino alla decisione del popolo di volere una repubblica (1946) ma fin dal 1861, il monarca leggeva ad inizio di ogni legislatura il discorso della corona scritto dal governo e da lui ufficialmente comunicato, appunto, alle Camere. Ed avvenne anche all’inaugurazione dell’ultima legislatura (la XXX) dell’Italia monarchica con il discorso che il re pronunciò il 23 Marzo 1939 dinanzi ad una Camera che il 19 Gennaio precedente, si era trasformata in “Camera dei fasci e delle corporazioni”, mentre il Senato rimaneva “regio” con senatori indicati dai governi.
 
Nessuna legge era valida senza la firma del sovrano esattamente come è ora senza la firma del presidente della Repubblica.
Allora: domani è il 28 ottobre che nel 1922 vide la cosiddetta “marcia su Roma”. Che tale non fu perché da Napoli ove erano convenuti 25.000 o più “fascisti, in quel giorno costoro si mossero “verso Roma”. Ma vi giunsero solo dopo che il re aveva dato a Mussolini (30 Ottobre) l’incarico di formare il governo su suggerimento dei partiti dell’epoca che, avendo il futuro duce solo 35 deputati, lo ritenevano innocuo politicamente, e comunque si evitava una possibile guerra civile ove il re avesse firmato lo stato di assedio preparato da Facta, capo del governo.
 
Nessun colpo di Stato, ma normale procedura per una monarchia costituzionale. Quanto avvenne poi è tutta altra storia!
Bene. Grillo saltellando sul palcoscenico, ha chiaramente alluso al no di Mattarella al Governo Conte con Savona ministro dell’Economia e delle finanze che portò il Presidente ad una incauta spiegazione e successivamente alla approvazione dell’attuale Governo, ma con Tria alle finanze.
 
Esultarono le opposizioni che elogiarono l’atto presidenziale, ma lasciarono l’amaro(issimo) in bocca al trio SCODI (Salvini- Conte- Di Mario) che nonostante il ferro e fuoco minacciato dal napoletano, dovette ingoiare il rospo e tacere. Grillo – nolente o volente il trio – li ha vendicati ed ha lanciato una ipoteca su possibili riforme costituzionali da tutti negata, ma che sta nell’aria.
Sta a vedere che quello che non riuscì a Renzi va in porto a questi “cialtroni” si, ma vendicativi più del Rigoletto con la sua “vendetta, tremenda vendetta” del secondo atto dell’opera verdiana.

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