Stangata ai poveri, vantaggi ai ricchi - QdS

Stangata ai poveri, vantaggi ai ricchi

Carlo Alberto Tregua

Stangata ai poveri, vantaggi ai ricchi

martedì 30 Ottobre 2018

Buone intenzioni fuori dalla realtà

La preoccupante altalena dello Spread, la perdita patrimoniale complessiva della Borsa di Milano, l’aumento del costo del debito sovrano, la minaccia armata della Commissione europea sono alcuni dei pericoli che incombono sul Paese, in modo obiettivo ed incontrovertibile.
Si comprende che Salvini e Di Maio vogliano andare avanti per la loro strada così da non discreditarsi di fronte agli elettori che hanno approvato il loro programma, riversato in quel documento denominato “Contratto di Governo”.
Passare dalle promesse o ipotesi agli atti concreti è molto difficile, perché la realtà non si può combattere a parole né è scalfita dalle intenzioni. La realtà è la realtà, un muro di cemento armato contro cui vanno a sbattere la testa tutti coloro che la volessero disconoscere.
L’intento del Governo è quello di venire incontro ai poveri, togliendo ai ricchi. Ma la realtà dice tutto il contrario.
 
Anche il ministro del Mef, Giovanni Tria, ha cominciato a preoccuparsi per l’altalena dello Spread, oscillante come è stato da qualche settimana. Ed ha paventato misure correttive della manovra, qualora raggiungesse la pericolosa soglia di 400 punti.
In questo caso, le manovre correttive sono almeno due: riportare il deficit previsto all’1,6%, cioè rinunciare a una decina di miliardi presi in prestito dai sottoscrittori dei Bond; rinviare a momenti migliori sia il Reddito di cittadinanza che la dissennata riforma delle pensioni, che accorcia di ben cinque anni (da 67 a 62) l’età in cui un dipendente va in quiescienza.
Lo stato di incertezza coinvolge gli investitori internazionali, ma anche quelli nazionali, fra cui banche e privati che hanno comprato titoli di Stato, i quali sono già stati portati ad un livello appena superiore a quello di spazzatura da Moody’s (Baa3), mentre Standard & Poor’s ha lasciato invariato il rating del Paese a “BBB” (a lungo termine), abbassando però l’outlook a negativo. Manca dunque solo il giudizio dell’agenzia Fitch.
Nelle more, entro il 13 di novembre il Governo dovrà rispondere alla lettera inviata dalla Commissione europea con tutte le osservazioni (una bocciatura), comunicando se e come intenda effettuare correzioni.
 
Se lo Spread dovesse arrivare e superare i 400 Punti base (cioè l’interesse dei Btp a 10 anni al 4%, superiore a quello pagato sui Bund tedeschi, in atto intorno allo 0,3%) avverrebbe di fatto l’inversione dell’intendimento del Governo che è aiutare i poveri e togliere ai ricchi. Perché? Perché l’aumento del costo dei titoli di Stato si trasla in aumento di quello del finanziamento alle imprese, nonché in una crescita dei prestiti che vengono fatti alle famiglie e ai lavoratori.
La conseguenza di quanto precede è che le classi povere vengono caricate di maggiori oneri, e quindi diventano più povere, mentre le classi ricche, quelle che possiedono risparmi a vario titolo, percepiscono interessi più elevati con la conseguenza che si arricchiscono.
Una buona intezione del Governo si trasforma in un cattivo risultato, anche perché la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Non è un caso che nel recente viaggio a Mosca, il presidente Conte ha messo le mani avanti, dichiarando di non essere in Russia per vendere Bot italiani: excusatio non petita…
 
Non sappiamo, perché non vi sono documenti ufficiali, quale sarà il meccanismo in base al quale l’M5s vorrà distribuire 9 miliardi di elemosine ai più poveri. Cosa escogiterà il Governo? è certo che debba mettere in moto un meccanismo in grado di far procedere all’esecuzione del Piano da parte della burocrazia.
Però, siccome la burocrazia è inetta e incapace come si tradurrà concretamente l’intenzione del Governo? Avesse investito 10 miliardi in opere pubbliche avrebbe creato almeno 80 mila posti di lavoro veri. Di Maio ha commesso lo stesso errore clientelare di Renzi.
C’è una seconda questione: come fare a controllare che i percettori del RdC siano titolari di povertà e non invece falsi poveri, che già lavorano in nero e quindi hanno creato il loro micro ambiente nel quale sguazzano.
Finti poveri che occupano abusivamente decine e decine di migliaia di appartamenti, sotto l’indifferenza dei passati Governi e delle sottostanti burocrazie. Occhio!

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