Popolo o Popolaccio? Colti o ignoranti? - QdS

Popolo o Popolaccio? Colti o ignoranti?

Carlo Alberto Tregua

Popolo o Popolaccio? Colti o ignoranti?

mercoledì 31 Ottobre 2018

Senza conoscenza voti a casaccio

Il problema democratico è il problema della convivenza fra persone che stanno insieme, dandosi regole, possibilmente eque e giuste, che poi tutti dovrebbero osservare.
Questa realtà che Thomas More (1477-1535) descrisse nel volume L’Utopia (1516) non esiste. Non è una contraddizione perché il carattere delle persone umane, in cui vi sono semi di cattiveria ed egoismo, tende a falsare il rapporto e a far prevalere l’egocentrismo sull’altruismo.
La differenza fra le persone non è data dal ceto sociale, dalle ricchezze di vario genere possedute, bensì da quel patrimonio incommensurabile che è costituito dalla conoscenza e dalla capacità di elaborare, cercando di individuare la via più corretta per aiutare e non danneggiare il prossimo.
Il problema democratico è tutto qui: la conoscenza è il sapere, che consente ad ogni cittadino che dà il proprio suffragio di farlo attraverso un ragionamento che lo porti ad assegnare la delega ad altri cittadini migliori e più capaci di gestire la Cosa pubblica senza danneggiare nessuno.
 
Popolo o Popolaccio? Questo è il dilemma. Quest’ultimo termine è un neologismo degli ultimi tempi per indicare una distorsione del primo.
Qualcuno usa il sostantivo Popolino per dileggiare il più nobile termine Popolo. Per la verità, Popolino è il nome del fiorino d’argento emesso a Firenze verso la fine del XIII secolo: nulla a che vedere con quanto scriviamo.
Perché Popolaccio? Perché spara opinioni a casaccio, perché non ha cognizione delle regole del vivere civile, perché è fondamentalmente ignorante e quindi non in condizioni di affrontare con la dovuta consapevolezza le questioni di ordine generale che gli vengono sottoposte all’ordine del giorno.
Contribuisce a rendere il Popolo un Popolaccio anche la nostra categoria di giornalisti, almeno una parte di questi, che ama fare catastrofismo, ingigantire le notizie senza curarsi di controllare le fonti in conformità del Testo Unico dei Doveri.
L’informazione, insieme alla Scuola e all’Università, dovrebbe essere il pilastro della crescita culturale di un Popolo non più Popolaccio.
 
Il nostro Paese è stato disamministrato negli ultimi trent’anni, anche per l’effetto massmediologico che ha abituato i governanti a muoversi in base ai sondaggi rilevati quasi ogni giorno.
Questa circostanza è incontrovertibile in quanto dimostrata dalla realtà che certifica un Paese diviso clamorosamente in due, con un Sud da venti milioni di cittadini nel degrado, con un’evasione fiscale di oltre duecento miliardi di euro, con un Nero circolante forse superiore e, soprattutto, con una Burocrazia scassata, che costa quanto quella delle nazioni più avanzate della nostra, ma che rende servizi a imprese e cittadini di infima qualità e molte volte più bassa della media europea.
Il problema democratico è tutto qui: consiste nella incapacità di chi esprime il voto di scegliere non già le posizioni dell’agone politico ormai superate da decenni (Destra, Sinistra e Centro), ma persone capaci e perbene, respingendo quelle incapaci e affaristiche.
 
Popolo o Popolaccio? Colti o ignoranti? Si dirà che anche gli ignoranti hanno diritto al voto. Per carità. Anche i clochard, anche gli stupidi iscritti all’anagrafe, hanno diritto al voto. Per carità. Se no, che democrazia sarebbe?
Quel sistema dell’uno vale uno a prescindere, che il primo sia un sapiente e il secondo un ignorante, presenta dei limiti. Il guaio è, infatti, che non tutti i sapienti sono onesti, con la conseguenza che abbindolano gli ignoranti. Quindi, di fatto, la Democrazia è il potere di un’oligarchia di sacerdoti, di caste, di poteri più o meno forti, insomma dell’establishment, che governa con i propri mezzi mediatici la grande massa dei cittadini ignoranti e incapaci di pensare con la propria testa.
Si obietterà che il M5s trae la sua forza dagli internauti, la cosiddetta Democrazia diretta. Ma chi ha detto che gli internauti non siano ignoranti e, quindi, manovrabili e manipolabili dai sacerdoti?
La realtà sembra confermare questo stato di fatto. Purtroppo!

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