Governo: scricchiola l'alleanza pentaleghista? - QdS

Governo: scricchiola l’alleanza pentaleghista?

Bartolo Catania

Governo: scricchiola l’alleanza pentaleghista?

venerdì 02 Novembre 2018

Il monito del presidente Mattarella sulla Manovra ripreso da Taiani. La trincea Di Maio contro i "rilanci" di Salvini. La prescrizione e la protezione dei migranti. Muos, "grana siciliana": Prestigiacomo, "Grillini contro l'America". E intanto le elezioni Provinciali spingono la Lega verso il centrodestra

Nel Governo sembra scricchiolare l’alleanza pentaleghista ed emergono frizioni sempre più evidenti tra i due vicepremier mentre il capo dell’esecutivo, Giuseppe Conte, non va oltre le consuete parole rassicuranti, come quelle sulla Manovra economica e il rapporto con l’Europa: "Con la Commissione c’è una interlocuzione proficua e costante".
 
Il Premier, nel pronunciarle, rispondeva al Capo dello Stato Sergio Mattarella che aveva chiesto al Governo di mettere l’Italia al riparo dall’instabilità sollecitando l’avvio di un dialogo costruttivo con l’Ue.
 
"Il presidente della Repubblica si è fatto carico di problema reale, con una posizione di buon senso condivisa da tutti gli italiani, preoccupati perché l’Italia è isolata" ha detto il presidente dell’Europarlamento e vice presidente di
Fi Antonio Tajani, che ha denunciato la "violenza verbale" del Governo pentaleghista contro l’Europa, affermando che "nasconde debolezza politica e non solo sulla manovra".
 
Taiani ha sparso sale sulle ferite della fallimentare politica estera di Salvini: "Il governo austriaco era stato presentato come quello più vicino al nuovo esecutivo italiano e invece il premier Kurtz è stato il primo a dire che la manovra italiana deve essere respinta. E Orbán, premier ungherese, ha chiaramente detto che per la presidenza della Commissione appoggerà il popolare Weber e non Salvini".
 
"L’isolazionismo – ha concluso Taiani – porta solo danni: dobbiamo dialogare, difendere le nostre posizioni con fermezza, stare in Europa per cambiarla. Per farlo servono alleati, senza non si va da nessuna parte".
 
E a proposito di alleanze, sembra mostrare delle crepe quella tra i due "dioscuri". Così Luigi Di Maio scava la trincea del M5s per rispondere all’offensiva di Matteo Salvini, che dopo il successo del centrodestra nelle elezioni provinciali evidentemente sta facendo due calcoli, e apre un nuovo fronte in Parlamento sulla prescrizione.
 
In Senato intanto continua la guerriglia sul dl sicurezza, con i dissidenti grillini che non vogliono piegarsi al diktat del Carroccio sulle norme contro la protezione dei migranti.
 
E alla Camera si profila un nuovo scontro sull’emendamento voluto dal ministro pentastellato Alfonso Bonafede che sospende la prescrizione dei reati alla sentenza di primo grado.
 
Un blitz inaspettato nei confronti del quale la Lega, assieme all’opposizione, ha invano cercato di opporsi provando a rinviarne l’esame.
 
Intanto i grillini devono fare i conti anche con quella che è stata definita "la grana siciliana", esplosa dopo la visita nella nostra regione di Luigi Di Maio e che riguarda il nuovo super radar americano Muos nella base militare di Niscemi, nel Nisseno.
 
In Sicilia il M5s è da sempre No-Muos.
 
"Il Movimento e il Governo hanno già preso una posizione, quella che hanno sempre avuto, e Luigi Di Maio a breve la comunicherà" ha detto il deputato dell’Ars Giampiero Trizzino, declassando la memoria della ministro pentastellato della Difesa Elisabetta Trenta contro il ricorso dei No Muos come un "fatto già passato".
 
"L’unica voce ufficiale sul tema è e sarà quella del governo" ribattono dalla Difesa dove si sconfessa "qualsiasi altra esternazione o posizione assunta da esponenti non appartenenti all’esecutivo".
 
"Uno dei tanti no dei Cinque Stelle viene a colpire il Muos ed è come fare guerra agli Stati Uniti" commenta ironicamente la deputata nazionale di Forza Italia Stefania Prestigiacomo.
 
"Si vuole infatti smantellare – aggiunge – l’attività del megaradar satellitare di Niscemi ed è una crociata del deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana Giampiero Trizzino. Forse ignora che è una scelta difficile primo perché implica la rottura di accordi già in essere da diversi anni e poi perché costerebbe una fortuna, ossia venti miliardi di euro rompere questo tipo trattato e procedere allo smantellamento. Un ultimo aspetto riguarda anche la sicurezza che un simile apparato può garantire e che non va sottovalutata".
 
Insomma, sembra profilarsi un nuovo caso Tap e per evitare di sfasciare del tutto un M5s già gravemente provato, l’intenzione di Di Maio sembra quella di rinviare ad altro momento la comunicazione sulle decisioni su questo nuovo dossier.
 
Intanto il gran capo grillino è convinto che una mossa accorta sulla prescrizione possa essere il suo asso nella manica sia per rispondere al tentativo di Salvini di mettere il M5s all’angolo, sia per placare l’ala ortodossa del Movimento, sempre più galvanizzata nella battaglia contro la Lega dopo il caso Tap.
 
Il tutto mentre infuria il braccio di ferro sulla Tav e si appalesa la nuova grana del Muos.
 
L’imperativo al momento è ricompattare il Movimento anche grazie all’emendamento depositato nella Commissione dell’ortodosso Giuseppe Brescia mentre la deputata Giulia Sarti ricorda che si tratta di una "nostra battaglia storica".
 
Una mossa che però rinfocola la tensione con la Lega tanto che proprio fonti del M5s cercando di stemperare il clima sempre più caldo.
 
Con il Carroccio, dicono i grillini, c’è un "confronto sereno" tanto che il ministro della Giustizia Bonafede ha avuto diversi contatti telefonici con autorevoli esponenti della Lega con l’obiettivo di "trovare la quadra".
 
Per Di Maio si tratta di dosare con perizia i toni in un momento in cui il corteggiamento di Salvini da parte del centrodestra si riaffaccia e mentre il leader del Carroccio ragiona sull’opportunità di sostituire i voti dei ribelli 5 Stelle con quelli di Fdi anche nell’ottica di un possibile impegno comune in caso di elezioni anticipate a Roma.
 
In questo quadro, il successo del centrodestra alle provinciali rianima Forza Italia e Fdi che lanciano un nuovo invito all’unità.
 
Il "bacio populista" tra Salvini e Di Maio disegnato sui muri di Roma da uno street artist dopo le elezioni politiche, rischia di essere insomma cancellato dalla realtà.
 
"Matteo torna a casa" è l’appello di Mariastella Gelmini.
 
"Il centrodestra unito vince" gli ricorda anche Giorgia Meloni.
 
Riuscirà Salvini a resistere al canto delle due sirene?

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