Formazione: corsi tradizionali a rilento, Regione a passo di lumaca - QdS

Formazione: corsi tradizionali a rilento, Regione a passo di lumaca

Michele Giuliano

Formazione: corsi tradizionali a rilento, Regione a passo di lumaca

martedì 06 Novembre 2018

Entro il 31 ottobre gli uffici avrebbero dovuto emanare tutti i decreti per l’anno formativo. Per l’attivazione dei percorsi richieste risorse pari a 264 mln a fronte di una disponibilità di 125

PALERMO – È arrivato il momento di accelerare, l’attesa per l’avvio dei corsi di formazione sembra essere ormai agli sgoccioli. Ma ad oggi sono stati pubblicati solo qualche decina di decreti di finanziamento mentre resta disattesa la presa di posizione dell’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale Roberto Lagalla.
 
Ad una richiesta di delucidazioni presentata dalle diverse associazioni datoriali, quali il Cenfop, Forma Sicilia, Asef, Assofor, Anfop, Iform, Confimpresitalia e Cifa, l’assessore era stato chiaro. La nota diceva che l’assessore aveva personalmente “provveduto ad emanare apposito atto di indirizzo con il quale si fissa per il 31 ottobre la data ultima per il completamento della procedura di decretazione dei finanziamenti concessi in forza delle previsioni dell’Avviso 2/2018”.
 
In realtà questo termine non è stato rispettato. I decreti saranno emessi rispettando l’ordine cronologico di presentazione della progettazione esecutiva, salvo i casi in cui non siano stati forniti i chiarimenti richiesti in materia di reclutamento dei formatori o a corredo della documentazione prevista. Una dimostrazione di impegno, insomma, da parte dell’assessorato, per rendere finalmente attivo un settore le cui attività languono da troppo tempo. Nonostante le risorse messe a disposizione siano scarse e non basteranno sicuramente a coprire le necessità dell’intero comparto.
 
Da un precedente comunicato del dipartimento regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, gli scontenti saranno moltissimi. Come si legge nel documento, “per l’attivazione dei percorsi formativi, gli enti accreditati partecipanti al bando hanno richiesto risorse per un totale di 264.989.040,00 euro, a fronte di una disponibilità complessiva di 125.000.000,00 euro”.
 
Poco meno della metà dei richiedenti, quindi, potranno attivare i corsi ed avviare le attività didattiche. Non rimarranno a casa, però, soltanto i lavoratori del settore, ma anche poco più della metà degli allievi che ne hanno presentato domanda. La piattaforma informatica dedicata ha registrato complessivamente 2.257 richieste per proposte formative, per un totale di 60.992 iscrizioni singole, ma in relazione all’attuale disponibilità finanziaria, potranno essere attivati circa 1.050 percorsi formativi, pari al 46,5% delle richieste pervenute.
 
Il vuoto formativo degli ultimi anni non potrà essere colmato, quindi, se non in parte, e molti giovani che attendevano questa possibilità per migliorare la propria preparazione rimarranno delusi. Una partenza zoppa, per il settore della formazione professionale, e per tutti quegli operatori che rimangono in buona parte senza possibilità di rientrare a lavoro, dopo mesi di dichiarazioni, da parte delle istituzioni, che garantivano una soluzione reale per 8 mila persone, e relative famiglie, lasciate a casa da un momento all’altro e senza, a questo punto, una prospettiva certa per in futuro. A seguito dell’apertura del sistema informatico, ogni ente aveva caricato le domande di preiscrizione di 15 allievi per proposta formativa, e in tal modo aveva potuto richiedere il “blocco delle risorse”, una sorta di prenotazione dei fondi. Solo a settembre ciascun ente ha ricevuto notizia (a mezzo pec) dell’accertata regolarità della documentazione o dell’eventuale motivato rigetto di quest’ultima. Nella stessa comunicazione è stato comunicato il riconoscimento delle risorse finanziarie nei limiti delle attuali disponibilità economiche. Un lungo elenco, quello dei non ammessi, che rimangono fuori dai giochi.

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