Durante il convegno sul tema di Intesa Sanpaolo, sono stati resi noti i dati di Srm sull’industria blu nell’Isola. In Sicilia quasi 15 milioni di pernottamenti ma solo noni nella classifica nazionale (il 3,9% degli arrivi nazionali)
PALERMO – “Il turismo in Sicilia: quali potenzialità sviluppare” è il titolo della conferenza svoltasi lunedì presso la sala Convegni di Intesa Sanpaolo. Secondo lo studio presentato da Salvio Capasso, responsabile dell’area di ricerca “Economia delle Imprese” di Srm (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), nel 2017 in Sicilia si sono registrati 4,9 milioni di arrivi e quasi 15 milioni di presenze posizionando la regione al nono posto nella classifica nazionale per arrivi ed al secondo posto in quella meridionale (dopo la Campania), rappresentando il 3,9% degli arrivi nazionali ed il 22,3% di quelli meridionali.
Contenuta ma costante, la crescita nel lungo periodo (2007-17) della domanda turistica evidenziando un trend positivo ma comunque moderato rispetto a quello dell’Italia e del Mezzogiorno. Tuttavia nell’ultimo biennio (2016-17) si evidenzia una crescita più vigorosa: +10,2% gli arrivi e +7,3% le presenze.
Ad aumentare, nel periodo 2007/17, sono soprattutto i turisti stranieri +22,2% mentre a diminuire è la domanda turistica domestica (-14%). Cresce infatti l’internazionalizzazione della domanda: il peso delle presenze straniere dal 40,6% nel 2007 sale al 49,3% nel 2017, migliore del dato meridionale (36,7%) ed in linea con quello nazionale (50,1%).
Il trend positivo della domanda internazionale si prospetta tale anche nel 2018: la spesa dei viaggiatori stranieri sull’Isola, nel primo semestre del 2018, è cresciuta del +15,9% contro il +7,3% del Mezzogiorno ed il +4,6% dell’Italia.
Per quel che attiene alla permanenza media, la regione presenta una durata media del soggiorno di tre giorni, inferiore al dato del Mezzogiorno (3,8) e dell’Italia (3,4). Anche in Sicilia tale variabile è in calo: si passa da 3,2 notti nel 2007 a 3,0 notti nel 2017, tuttavia il calo è più lieve di quanto rilevato a livello nazionale (-0,5) e meridionale (-0,4).
“Questa conferenza – ha sottolineato Giovanni Ruggeri, docente di Tourism Systems Economics del Corso di Studi Magistrale-Unipa – ha lo scopo di accendere i riflettori sulle potenzialità del turismo e quindi sui futuri manager. è necessario che questi ultimi abbiano capacità, competenze, volontà ed entusiasmo per accettare le nuove sfide che pone il settore nei prossimi dieci anni nell’Isola, tutto il resto viene a seguire, ma senza persone capaci e competenti il turismo non ha futuro in Sicilia. Noi – ha proseguito Giovanni Ruggeri – abbiamo attivato all’Università un corso di Laurea internazionale magistrale, master degree, in collaborazione con la Florida International University di Miami, la quinta per il comparto turistico in America, che ha sedi un po’ in tutto il mondo, per formare i futuri manager. L’ateneo americano ci insegna l’organizzazione e la gestione, grazie ai grandi numeri, noi possiamo dare loro i contenuti; quindi mettendo insieme contenuti e capacità gestionali e manageriali, riusciamo a monitorare i risultati dell’economia del turismo che ci indicano se abbiamo operato o meno nel modo giusto e lo capiremo nei prossimi anni”.
Secondo Salvio Capasso, “occorre adattare l’offerta turistica alle nuove esigenze dei visitatori; dunque la competizione tra i vari territori avverrà sempre più sulla capacità di offrire servizi di qualità e tecnologicamente avanzati a turisti che saranno sempre più in numero maggiore, perché, a differenza di quanto tutti noi immaginiamo, il turismo in questi ultimi anni non è mai diminuito, anzi, è costantemente aumentato e continuerà ad aumentare nel futuro”.
