In Sicilia barriere significative all'accesso alla radioterapia: molti disagi per i pazienti - QdS

In Sicilia barriere significative all’accesso alla radioterapia: molti disagi per i pazienti

redazione

In Sicilia barriere significative all’accesso alla radioterapia: molti disagi per i pazienti

giovedì 08 Novembre 2018

Oggi si celebra la Giornata Internazionale della Radiologia: al via la campagna promossa da Estro Cancer Foundation dedicata all’eredità di Marie Curie. Si registrano carenze di organico, posti letto e limitazioni nella prescrizione di farmaci oncologici da parte del radioterapista

PALERMO – Nel 151° anniversario della nascita di Marie Curie – una delle prime donne scienziato della storia, vincitrice di due premi Nobel per le sue scoperte sulla radioattività – la Fondazione della Società Europea di Radioterapia e Oncologia (ESTRO Cancer Foundation) lancia una Campagna di informazione e sensibilizzazione che, dopo aver toccato diversi Paesi europei, giunge ora in Italia. L’iniziativa vuole lanciare l’appello a favorire un adeguato accesso alla radioterapia e alle più moderne tecnologie radioterapiche a beneficio dei pazienti oncologici.
 
Al fianco di Estro, l’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (Airo), che ospita a Rimini, dal 2 al 4 novembre, il suo Congresso nazionale. La Sicilia e, più in generale, il Sud Italia accusano significative barriere all’accesso dovute a carenze di organico, posti letti e limitazioni nella prescrizione di farmaci da parte dell’oncologo radioterapista, a completamento e integrazione dei trattamenti radioterapici.
“Obiettivo della Campagna è ribadire che insieme alla chirurgia e alla chemioterapia, la radioterapia è una delle primarie terapie oncologiche. – dichiara Umberto Ricardi, Presidente Estro.
 
“Se si considera che il trattamento radioterapico dovrebbe essere erogato a ad almeno il 50% dei pazienti oncologici nel corso della malattia, in Sicilia e nelle regioni del Sud siamo purtroppo su una percentuale leggermente più bassa. – spiega Stefano Pergolizzi, Direttore dell’Unità Operativa complessa di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Gaetano Martino di Messina, Direttore della Scuola di Specializzazione in radioterapia e Professore Ordinario di Radioterapia dell’Università di Messina – Esiste, come segnalato a livello nazionale, un problema generale di riconoscimento del radioterapista oncologo, che risulta ancora più evidente nelle aree meridionali. Nella nostra struttura e in molte di quelle del Sud l’integrazione multidisciplinare c’è, ma la sua diffusione dovrebbe essere più ampia e strutturata. Soffriamo anche di carenza organica: spesso non sussiste un numero di medici adeguato rispetto alle esigenze del centro, perché viene calcolato solo e unicamente in funzione della quantità di prestazioni terapeutiche da erogare. Ma il radioterapista oncologo svolge un ruolo chiave in tutto il percorso diagnostico-terapeutico del paziente anche al fianco degli altri specialisti del team multidisciplinare. Un’altra criticità del meridione è rappresentata dalla grave carenza di posti letto: per l’intera Sicilia ne esistono ad oggi solo 4; nel nuovo piano sanitario ne sono previsti altri, ma per ora siamo in attesa.
 
Un’ultima criticità è rappresentata dalle limitazioni per il radioterapista alla prescrizione di farmaci oncologici che possono integrare il trattamento radioterapico: questa autorizzazione è attualmente concessa a “macchia di leopardo” e in Regione Sicilia non è consentita. Ne conseguono forti disagi sia per il medico, che non può espletare a pieno il suo ruolo, sia per il paziente, che si trova disorientato e costretto a consultare più specialisti per avere accesso a tutte le cure di cui ha bisogno. Queste lacune andrebbero colmate affinché a tutti i pazienti oncologici in Italia possa essere garantito il diritto di accedere ai migliori trattamenti nella propria Regione di appartenenza.”
 
Secondo quanto riportato dalle Linee guida Airo sulla Garanzia di qualità in Radioterapia , in Italia sussistono significative differenze in termini di disponibilità di macchinari e quindi di accesso alle cure sul territorio. Se la media nazionale è di circa 6 acceleratori lineari (linac) per milione di abitanti – in linea con il dato riportato dall’indagine europea (5.7) – la loro distribuzione varia sensibilmente da regione a regione: nel Nord si raggiunge una media pari a 6.7, nel Centro pari a 7.4, mentre nel Sud e nelle Isole ci si attesta su una media di 4.9 per milione di abitanti.
 
Emerge, pertanto, una disomogeneità territoriale con alcune regioni che raggiungono, a volte superandoli, gli standard europei che prevedono dalle 7 alle 8 macchine per milione di abitanti, ed altre che sono molto al di sotto di essi. Accanto alla carenza di macchinari, si pone inoltre l’esigenza del rinnovamento tecnologico.
 
“La radioterapia è un campo della medicina in rapidissima evoluzione non solo perché trova sempre nuove indicazioni, ma anche perché l’introduzione di tecnologie sempre più avanzate consente di assicurare un migliore controllo della malattia e di ridurre o minimizzare il rischio di effetti avversi. Investire nel rinnovamento dei macchinari è quindi di fondamentale importanza per assicurare la qualità delle cure. Oggi possiamo stimare che circa il 40% delle macchine in dotazione dei centri italiani sia obsoleto.” – dichiara Stefano Magrini, Presidente Airo.

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