Meridionali al Nord Sud povero e svuotato - QdS

Meridionali al Nord Sud povero e svuotato

Carlo Alberto Tregua

Meridionali al Nord Sud povero e svuotato

mercoledì 14 Novembre 2018

Classe politica responsabile

Le Pubbliche amministrazioni delle otto regioni del Nord sono piene di meridionali. Professori, poliziotti, medici, dipendenti ed altri non sono nativi, in buona misura, per il semplice motivo che stipendi di 1.500/2.000 euro al mese non sono appetibili. Per quale ragione? Perché l’economia gira molto bene, in quelle regioni di fatto non c’è disoccupazione, le esportazioni sono sempre in crescita, il denaro circola, i consumi aumentano.
Il quadro che precede fa comprendere come le opportunità di lavoro, a livelli salariali più alti di quelli indicati, siano tante. Da aggiungere che, mediamente, le competenze nel mondo privato sono superiori a quelle del settore pubblico e vengono soddisfatte.
Inoltre, anche i giovani appena maturati pensano di cercare un lavoro, che si trova, per rendersi indipendenti e conseguentemente liberi. è una mentalità diffusa che aiuta tutta quell’area, che costituisce oltre un terzo del Paese per superficie ed abitanti, ad essere competitiva con le economie del Centro-Europa fra cui spiccano le due ricche regioni tedesche: Baviera e Assia.
 
Meridionali al Nord in grande quantità, anche perché là vi sono innumerevoli opportunità di lavoro. Chi ha capacità e volontà trova sempre ciò che gli conviene, anche perché è animato dal sacro fuoco della crescita.
Vado spesso in Trentino, Veneto e Alto Adige e avverto in modo quasi palpabile la ricchezza che gira. Mi informo, per deformazione professionale, con gli addetti ai servizi di sala di ristoranti e alberghi: tutti sono proprietari di abitazioni e guadagnano molte miglialia di euro al mese. Altro che povertà!
Constatare questi fatti e paragonarli a quelli del Meridione, a prima vista, non rende chiara la motivazione delle abissali differenze economiche e sociali. Ma poi, a pensarci bene, l’evidenza balza agli occhi: da noi, la Classe dirigente è avida ed egoista, pensa solo agli affari propri e non a progetti di interesse generale che facciano sviluppare il territorio, come accaduto nelle regioni del Nord.
Si tratta di comportamenti miopi perché se si adottasse il modello settentrionale, nel tempo, i benefici di ritorno sarebbero per tutti e in maggior misura proprio per la Classe dirigente. Peccato che non vi siano occhiali per correggere tale miopia.
 
E poi vi sono le gravi responsabilità delle Classi politiche e burocratiche. La prima è ormai formata da persone senza competenze, al posto delle quali possiedono una crassa ignoranza. I politicastri partecipano alle elezioni perché sanno che, se eletti, hanno trovato un posto di lavoro. Gran parte di essi non ha mai prodotto redditi, fatto dimostrato dall’assenza di dichiarazioni fiscali, ed i pochi che hanno precedentemente lavorato, prodotto redditi e pagato le tasse non si trovano a loro agio in quegli ambienti ove si sconosce l’etica e l’interesse generale.
 
La Classe burocratica, che dovrebbe realizzare gli indirizzi di quella politica, approfitta invece della debolezza della prima perché è in qualche modo sapiente. Ma utilizza tale sapienza per imbrigliare i politici incompetenti e ignoranti in quel mare di leggi, leggine e decreti che costituiscono un limite invalicabile per chi non possiede competenze.
Quando si afferma che la Classe politica è immobile, si dice la verità, ma non si svela che essa è prigioniera della rete della burocrazia.
 
Nella nostra amata Isola, la situazione è peggiore che nelle altre regioni del Meridione. Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia stanno facendo grossi passi avanti, la Campania progredisce, anche se poco, fanalini di coda sono Calabria, Sardegna e Sicilia.
Una volta si diceva che l’Isola non cresceva per la presenza della criminalità organizzata. Il teorema era solo parzialmente vero, tant’è che, pur in presenza di macchie mafiose in Emilia e Lombardia, quelle regioni avanzano emarginando questi fenomeni.
Si può per contro sostenere che danoi la criminalità organizzata sia inflitrata in tutti i tessuti sociali ed abbia buon gioco perché vi sono molti poveri e bisognosi. Non si aggiunge però che una parte considerevole di tali poveri e bisognosi non lo siano per nulla in quanto trattasi di persone che svolgono lavori in nero di vario genere e che pur risultando poveri, in effetti, non stanno male.
Il quadro che precede certifica l’esodo dei siciliani, con la conseguenza dello svuotamento e dell’impoverimento dell’Isola.

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