Migranti: il Governo adesso apre sulla Rete Sprar - QdS

Migranti: il Governo adesso apre sulla Rete Sprar

redazione

Migranti: il Governo adesso apre sulla Rete Sprar

giovedì 15 Novembre 2018

Presentato il rapporto annuale, dati incoraggianti: le 35 mila persone accolte nel 2017 hanno imparato la lingua e un mestiere. Nelle strutture lavorano diecimila italiani. Il presidente dell'Anci Decaro "fiduciosi che i contatti con il ministero si concretizzino in una riorganizzazione sì dell'accoglienza". E ammonisce, "Senza protezione i migranti diventano potenziali braccia a disposizione della criminalità"

"Stiamo registrando negli ultimi giorni, a partire dall’incontro con il sottosegretario Molteni al Tavolo di coordinamento nazionale, un’apertura, una disponibilità al dialogo da parte del Governo con i Comuni": lo ha riferito il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel giorno della presentazione del Rapporto annuale Spar.
 
"Come abbiamo detto più volte – ha aggiunto Decaro – se noi sindaci ci siamo impegnati per l’accoglienza diffusa dei migranti, pur non avendo una responsabilità diretta, per legge, è stato sempre per evitare che la concentrazione di un gran numero di stranieri in paesi anche piccoli creasse tensioni sociali, per collaborare, quindi, a un’integrazione possibile nell’interesse di ospiti e residenti, della pace sociale e di chi deve assicurarla".
 
"Ora – ha detto – vogliamo essere fiduciosi che i contatti avviati a livello tecnico con il ministero si concretizzino in una riorganizzazione sì dell’accoglienza, ma senza rinunciare a quel principio che si è realizzato negli Sprar. Deve essere chiaro a tutti che i migranti lasciati senza protezione, non spariranno dal nostro territorio. Ma rischieranno di diventare irregolari, occupanti abusivi nella migliore delle ipotesi, o braccia a disposizione della criminalità, nella peggiore".
 
La rete di accoglienza del Sistema di protezione per i richiedenti asilo (Sprar) riguarda ad oggi 877 progetti territoriali di accoglienza; coinvolge 1.825 comuni interessati come titolari di servizi, sedi di strutture o partner e contempla 35.881 posti di accoglienza, di cui 3.500 per minori stranieri non accompagnati e 734 per persone con disagio mentale o disabilità.
 
Lo Sprar è un sistema capillare e diffuso, con una copertura regionale pari al 100%.
 
Lo scorso anno 36.995 erano i beneficiari accolti nello Sprar di cui 2.117 i nuclei familiari per un totale di 6.346 persone; 13.000 gli inserimenti in accoglienza su segnalazioni ricevute da parte di tutte le Prefetture italiane; 4.584 minori, di cui 3.127 senza famiglia, i cosiddetti minori stranieri non accompagnati.
 
Sono stati 3.127 i minori stranieri non accompagnati accolti dal sistema di protezione Sprar nel 2017: sono minori che provengono principalmente da Gambia, Nigeria, Egitto, Senegal, Mali.
 
Tutti i minori accolti sono stati inseriti a scuola.
 
Sono stati invece 25.480 i beneficiari – adulti, entrati in accoglienza fino settembre 2017 e senza problemi sanitari – che hanno frequentato almeno un corso di lingua italiana; 15.976 i beneficiari che hanno seguito almeno un corso di formazione professionale e svolto almeno un tirocinio formativo. Sono 4.265 i beneficiari che hanno trovato un’occupazione lavorativa.
 
Nel 2017 oltre diecimila persone hanno lavorato per la rete di accoglienza Sprar, alcune impiegate a tempo pieno altre a tempo parziale. Grazie all’ approccio "multidisciplinare" adottato nei progetti Sprar, le conoscenze acquisite da parte delle equipe di progetto rappresentano oggi un efficace complemento alle nuove competenze professionali di cui i Comuni necessitano per realizzare le attuali misure in tema di politiche e servizi sociali.
 
Sono stati 36.995 i beneficiari accolti nel 2017 nello Sprar, 2.117 i nuclei familiari per un totale di 6.346 persone; 13.000 gli inserimenti in accoglienza su segnalazioni ricevute da parte di tutte le Prefetture italiane; 4.584 minori, di cui 3.127 senza famiglia; 7.800 le persone accolte portatrici di esigenze particolari: problemi di carattere sanitario, vittime di tortura e di violenza, vittime di tratta degli esseri umani, donne sole in stato di gravidanza.
 
Il 70% delle persone uscite dallo Sprar nel 2017 (oltre novemila) ha terminato il percorso di accoglienza avendo acquisito gli strumenti per una propria autonomia: 25.480 adulti hanno frequentato almeno un corso di lingua, 15.976 un corso di formazione professionale e svolto un tirocinio formativo. 4.265 i beneficiari che hanno trovato un’occupazione lavorativa.
 
"I dati presentati oggi confermano ancora una volta che la rete dei Comuni ha, in termini di servizi, capacità di integrare, e la sostenibilità per le comunità residenti, di gran lunga la migliore esperienza che l’Italia abbia prodotto, oltre che una delle migliori d’Europa", ha dichiarato Matteo Biffoni, delegato dell’Anci per l’immigrazione.
 
Per questo è del tutto comprensibile e condivisibile "la preoccupazione che tanti Comuni hanno espresso in queste settimane a proposito del decreto Salvini".
 
"Gli emendamenti definiti in Commissione immigrazione di Anci – ha concluso Biffoni – pur non intaccando l’impianto complessivo, potrebbero mitigare molto l’impatto critico della riforma, perché permetterebbero ai Comuni di continuare ad occuparsi dei casi più vulnerabili nell’ambito dello Sprar e non ad esclusivo carico dei servizi locali. Ci sono ancora i margini per un miglioramento del testo in Parlamento e siamo fiduciosi in possibili aperture".

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