Batteri resistenti agli antibiotici. I neonatologi lanciano l'allarme - QdS

Batteri resistenti agli antibiotici. I neonatologi lanciano l’allarme

Batteri resistenti agli antibiotici. I neonatologi lanciano l’allarme

martedì 20 Novembre 2018

Secondo la Società italiana di neonatologia il 40% dei decessi in culla è dovuto a infezioni. Oms: nel prossimo ventennio saranno la prima causa di morte, superando i tumori

Si ringrazia:
– Farmacia del Corso
– Farmacia San Giorgio
– Policlinico di Catania
 

 
MILANO – Far fronte alla diffusione dei batteri antibiotico-resistenti è oggi una priorità assoluta che deve coinvolgere tutti: i sanitari, che gli antibiotici li prescrivono ma anche il cittadino comune, che li assume spesso come automedicazione.
 
L’allarme – afferma in una nota la Società italiana di neonatologia – scaturisce dai numeri, che sono chiari: i batteri antibiotico-resistenti uccidono ogni anno in Europa circa 30.000 persone, delle quali un terzo italiani, con una perdita economica, fra spese sanitarie e perdita di produttività, di circa 1,5 miliardi di euro.
 
Nel prossimo ventennio diventeranno la prima causa di morte (Oms), superando fra le cause di morte i tumori. “I neonati – scrive la Società Italiana di Neonatologia – sono biologicamente suscettibili alle infezioni perché l’immaturità del loro sistema immunitario li rende vulnerabili all’attacco di batteri: il 40% dei tre milioni di decessi neonatali ogni anno nel mondo è dovuto a infezioni. Se poi il neonato nasce prima del termine la situazione si complica. I neonati pretermine associano alla immaturità biologica la necessità di procedure e terapie molto invasive, che favoriscono l’ingresso di germi responsabili di infezioni ospedaliere generalizzate, molto gravi. Nelle Terapie intensive neonatali, quindi, l’impiego di antibiotici come terapia o come prevenzione è abituale, per salvare la vita del neonato”.
 
I dati di sorveglianza sulle resistenze batteriche fra i neonati sono attualmente limitati a singoli Centri di assistenza, o a singole Regioni, ma la percezione attuale è che batteri Gram Negativi come Klebsiella e Escherichia coli stiano emergendo quali responsabili di un terzo dei casi di infezione generalizzata.
 
Nel 18% dei casi l’infezione è provocata da batteri resistenti, e la mortalità è doppia di quella dovuta a germi non selezionati (circa 20% Vs 10%). “La tendenza all’aumento dell’antibiotico-resistenza nel nostro Paese – prosegue la nota – potrà essere invertita solo creando una complicità fra Strutture e Organizzazioni volte alla cura dei pazienti. Considerata la rilevanza del problema, la Sin come Società Scientifica è al fianco degli Amministratori della Sanità pubblica nella realizzazione degli obiettivi del Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR) 2017-2020. Tra le priorità della Società italiana di neonatologia del prossimo triennio, vi sarà sicuramente quella di fornire ai Neonatologi che operano, sia in Ospedale sia sul territorio, gli strumenti per un utilizzo il più possibile corretto degli antibiotici, sulla base delle più aggiornate evidenze scientifiche fornite dalla letteratura internazionale, attraverso l’attuazione di politiche di stewardship antibiotica”.
 
“Curare e guarire le malattie infettive rimane prioritario, ma lo è al tempo stesso proteggere le popolazioni più vulnerabili, come quella neonatale, dai danni derivanti dall’emergenza di ceppi batterici sempre più resistenti”, si legge infine nel comunicato.

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