Gli italiani si fidano del proprio medico - QdS

Gli italiani si fidano del proprio medico

Gli italiani si fidano del proprio medico

martedì 20 Novembre 2018

Presentata l’indagine della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri. L’84,7% si fida dell’infermiere, ma solo il 68,1% esprime fiducia nel Servizio sanitario nazionale

Si ringrazia:
– Farmacia del Corso
– Farmacia San Giorgio
– Policlinico di Catania
 

 
ROMA – La stragrande maggioranza degli italiani si fida del proprio medico. Ed è sempre più alla ricerca di un’alleanza in cui il camice bianco rappresenti la garanzia della tutela della salute del paziente. E a godere della stima dei cittadini sono anche gli altri operatori del servizio sanitario nazionale, come gli infermieri. È quanto emerge dalla ricerca ‘Il medico pilastro del buon servizio sanitario’, che è stata presentata nei giorni scorsi a Roma nel corso dell’iniziativa organizzata dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) “40 anni del Servizio sanitario nazionale. La conquista di un diritto, un impegno per il futuro”.
 
I dati rivelano che l’87,1% degli italiani si fida del medico di medicina generale (la quota raggiunge il 90% tra gli over 65 anni), l’84,7% si fida dell’infermiere, mentre è molto più ridotta, sebbene ancora maggioritaria (68,8%), la quota di chi esprime fiducia nel Servizio sanitario nazionale. Lo stesso vale per gli odontoiatri. L’85,3% degli italiani ha un dentista di riferimento. Ed è proprio la fiducia l’elemento cardine che ne guida la scelta (per il 63,1%), prima ancora delle tariffe delle prestazioni (26,3%), la qualità dei materiali e delle tecnologie utilizzate (21%), la comodità nel raggiungere lo studio (17,1%) o le facilitazioni nei pagamenti (l’11,4%).
 
“La fiducia degli italiani – commenta il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – si basa sul riconoscimento delle capacità del medico di individuare le cure migliori in autonomia, anche al di là del sistema di regole e vincoli imposti, per ragioni economiche, dallo Stato. Una fiducia che si esplicita nella scelta del medico come prima fonte di informazione sui temi di salute. Una fiducia che significa, anche e soprattutto, una relazione umana, che è parte integrante della relazione di cura.
 
I cittadini vogliono un medico preparato, competente, e che si faccia carico dei loro problemi, delle loro esigenze, comprendendone anche il disagio, il dramma che la malattia provoca. Da questa indagine esce sconfitta la visione burocratica della professione medica, imbrigliata da lacci e lacciuoli, da linee guida e protocolli, intesi non come raccomandazioni ma come vincoli. Emergono invece, prepotenti e vincenti, i principi fondamentali di libertà, autonomia e indipendenza, scritti nel nostro codice deontologico”.
 
L’indagine, infatti, ‘disegna’ la ricerca di un nuovo equilibrio nella relazione medico- paziente. Secondo il 58% del campione medico e paziente devono collaborare nel prendere le decisioni sulle cure migliori (la quota è aumentata rispetto al 55,9% rilevato nel 2007). La percentuale è molto più elevata tra gli anziani (82,8%), che sperimentano più di tutti il valore di tale collaborazione nella gestione delle patologie croniche. Il 22,4% propende invece per un’asimmetria a favore del paziente, che decide da sé dopo aver ascoltato il medico (era il 10% nel 2007). Mentre il 19,6% è favorevole a una supremazia del medico, senza che il paziente abbia voce in capitolo (la quota era il 34,1% nel 2007)
 
Il riconoscimento della capacità del medico di individuare le cure migliori, grazie all’esercizio del suo libero giudizio clinico, va anche al di là del sistema di regole e di vincoli imposti dal Ssn (tetti di spesa, linee guida, protocolli), che possono interferire con l’autonomia del medico. La maggioranza degli italiani (il 52,8%) ritiene che procedure e opzioni di cura prestabilite devono ritenersi utili a dare indicazioni di massima, lasciando però al medico la libertà di decidere se e come applicarle.
 
Il medico inoltre è la prima fonte di informazione sulla salute. Non è un caso che, anche in un momento in cui le fonti informative si moltiplicano a dismisura, i cittadini continuino ad assegnare al medico la funzione di fonte informativa principale sui temi della salute. Il medico di medicina generale è la fonte numero uno (per il 72,3% degli italiani, in crescita rispetto al 66,3% rilevato nel 2008), seguono familiari e amici (31,9%), poi la tv (25,7%) e internet (il 23%, ma era solo l’8,7% nel 2008).

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