La classe media impoverita ma silenziosa - QdS

La classe media impoverita ma silenziosa

Carlo Alberto Tregua

La classe media impoverita ma silenziosa

mercoledì 21 Novembre 2018

Cultura e conoscenza per il futuro

La middle class, ovvero, la classe media, in questi ultimi decenni si è impoverita per l’esodo verso l’alto di famiglie che sono diventate benestanti e per quello, verso il basso e di ben maggiori dimensioni, di famiglie che si sono impoverite.
La classe media viene politicamente definita “maggioranza silenziosa” perché tace quasi sempre. Non solo, ma esprime con difficoltà il suo punto di vista anche nei sondaggi. Inoltre, è spesso indecisa ed influenzabile, ecco anche perché non si esprime chiaramente.
Tuttavia, essa rappresenta una parte cospicua dell’elettorato. Proprio nei suoi confronti, chi conduce le campagne elettorali, usa ogni mezzo per conquistarne il consenso.
Ma il voto dato ogni cinque anni – o in un tempo più breve in caso di conclusione anticipata della legislatura – è del tutto insufficiente a sanzionare il malaffare o il cattivo comportamento dei politici che hanno diretto il Paese, perché il lasso di tempo è molto lungo.
 
Occorrerebbe, invece, che i cittadini della classe media, prendessero l’abitudine di farsi sentire con voce alta e chiara, utilizzando tutti i mezzi a disposizione fra i quali sono diventati preponderanti quelli delle piattaforme social.
Non è che nei siti non vi siano proteste; è che queste proteste sono relativamente poche, con la conseguenza che non hanno effetto sulle orecchie di chi amministra la Cosa pubblica italiana.
Ci dovrebbe essere un rapporto causa-effetto fra gli avvertimenti della classe media ai politici e le elezioni di ogni ordine e grado. Gli avvertimenti non dovrebbero essere dei soffi ininfluenti, ma segnali probanti di assenso o di dissenso che si manifesteranno in occasione delle elezioni.
Però, tutto questo non avviene, perché la classe media è mutevole, deve faticare ogni giorno per sopravvivere, i pensieri sono tanti e con essi le preoccupazioni.
È proprio su questo che contano i soggetti che amministrano le istituzioni: sul fatto che i bisogni della classe media impongono ai suoi appartenenti di occuparsi dei problemi di tutti i giorni e non di quelli generali che interessano tutto il Paese.
 
La classe dei poveri, assoluti o relativi, meno che mai si occupa delle questioni politiche, in quanto manifesta una serie di bisogni veri nella speranza di essere sentiti. Essi non sanno che i politici sono sordi per natura. Il cerume si è accumulato nella cavità delle orecchie, impedendo loro di sentire tutto ciò che proviene dal territorio.
Però fanno finta di occuparsene: vi sono leader che girano come trottole da un punto all’altro del Paese, promettono, promettono e promettono, sapendo di poter mantenere qualche punto percentuale del tutto, ma anche che la gente dimentica e quando arriva la successiva elezione sono ormai passati cinque anni e le persone hanno dimenticato.
Sia la classe media che quella povera non hanno di norma gli strumenti culturali e cognitivi per capire i messaggi che ricevono, anche se spesso l’intuito sostituisce la cultura. Cosicché non collegano le menzogne dell’oggi alle menzogne di ieri e dell’altro ieri.
 
Resta la classe dirigente. Essa è quantitativamente molto minoritaria rispetto alle altre due ma, secondo il Contratto sociale di Jean- Jacques Rousseau (1712-1778), dovrebbe procedere da guida alla parte media e a quella bassa della piramide sociale. Così però non è, perché la classe dirigente viene meno alla sua funzione in quanto presa dai propri egoismi e dai propri affari. Figuriamoci se pensa a quelli degli altri.
Da questo quadro, che sembrerebbe pessimistico, si potrebbe dedurre che non c’è speranza nel futuro. E invece, no. Bisogna essere sempre ottimisti, positivi, per costruire e non per distruggere.
Costruire sulla cultura, sulla conoscenza. Mettere in condizione i cittadini di capire di più perché sappiano di più, in modo da esprimersi chiaramente e con ogni mezzo facendo capire ai politici che non è più tempo delle menzogne e delle promesse non mantenute.
Si potrebbe pensare che questo quadro sia teorico. Non è così, basta vivere tutti i giorni con consapevolezza gli avvenimenti, continuando nella strada della comprensione dei fatti e delle conseguenti azioni.

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