Sicilia, una palude ai margini dell'Europa - QdS

Sicilia, una palude ai margini dell’Europa

Adriano Agatino Zuccaro

Sicilia, una palude ai margini dell’Europa

giovedì 22 Novembre 2018

European skill index della Commissione Ue, la nostra regione al 237° posto (su 263): pesano l’incompetenza delle Istituzioni (248° posto), le infrastrutture (207°), il mercato del lavoro (248°). Per livelli d’istruzione dietro a Pomeriana (Polonia), Grecia e Portogallo. Londra e Utrecht prime

La Sicilia occupa il 237° posto nell’European regional competitiveness index (Rci) realizzato dalla Commissione europea che mette a confronto i 28 Paesi e le relative 263 “unità territoriali” (nuts 2). La competitività della Sicilia nel 2016 rimane a livelli molto bassi e peggiora rispetto alla precedente rilevazione nel comparto “Istituzioni” ed “Educazione superiore e lifelong learning”; stabili gli altri indicatori. La nostra Isola si piazza addirittura al 248° posto per Pil pro capite, 256° nell’educazione superiore, 248° per efficienza del mercato del lavoro.
 
Al top della classifica la regione di Londra, Utrecht (Paesi Bassi) e Berkshire (UK) con indicatori quasi sempre non oltre la trentesima posizione in Europa in tutti i comparti. Chiude la classifica la Guyane (FR) al 263° posto, considerando alcuni piazzamenti a pari merito.
 
I numeri impietosi certificati dalla Commissione europea sono solo la punta dell’iceberg di una situazione sconfortante che il QdS ha recentemente evidenziato in campo turistico, delle infrastrutture, dei trasporti e dell’istruzione (solo per portare alcuni esempi).
 
Le infrastrutture di trasporto dell’Isola faticano a svolgere il loro compito essenziale, cioè collegare (vedi inchiesta del QdS del 30 ottobre scorso). “E non solo per la qualità della rete viaria complessiva, ma anche per quello che la Commissione europea definisce il livello di accessibilità autostradale, ovvero il tempo impiegato dalla popolazione presente nelle zone circostanti per accedere a tale infrastruttura”.
 
La Sicilia, secondo dati riportati dall’Ance, si trova al penultimo posto nazionale, solo la Sardegna fa peggio, e tra gli ultimi posti a livello europeo, confezionando un risultato che è pari a 18,4, cioè circa 80 punti in meno della media comunitaria (100) e otto volte in meno della Lombardia (138,5).
 
Sulle incompiute la Sicilia non arretra di un passo. L’Isola, infatti, amplia il divario col resto d’Italia dove, al contrario della tendenza isolana, si è verificata “una ripresa a completamento delle opere, già registrata lo scorso anno”, sostiene una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quelle complessivamente registrate, col dato aggiornato al 2017, sono 162 soltanto in Sicilia, un quarto del totale nazionale, per un importo complessivo da circa mezzo miliardo di euro spesi e inutilizzati.
 
Capitolo istruzione: la Sicilia è tra le quattro regioni italiane dove si registra una maggiore riduzione degli studenti tra i banchi di scuola secondo quanto riferisce l’ultimo focus del Ministero per la Pubblica istruzione. Nella nostra regione si calcola una riduzione di oltre 12mila allievi dell’ultimo anno scolastico sui banchi degli istituti, un gap evidente soprattutto se confrontato con il dato riguardante la Lombardia dove il calo è di tremila e rotti alunni, “briciole” rispetto alla situazione della nostra regione che, secondo il rapporto di “Save the Children” dei mesi scorsi, è fra le realtà italiane dove gli effetti della povertà educativa si fanno sentire in maggior misura; nella nostra regione, dice l’analisi dell’ente a tutela dei minori, la percentuale di bambini e ragazzi che abbandonano gli studi precocemente si attesta al 23,5%, seguita da Sardegna e Campania (entrambe al 18,1%).
 
La Sicilia si conferma tra le peggiori regioni europee per tasso di disoccupazione. Nel 2017 infatti la nostra regione fa parte delle uniche quattro in Italia ad avere fatto registrare un tasso di disoccupazione di almeno il doppio della media Ue (7,6%), e quindi superiore al 15,2%. La peggiore è la Calabria che ha un tasso di disoccupazione al 21,6%. La Sicilia in Italia è la seconda peggiore con il 21,5% e poi ci sono Campania con il 20,9% e la Puglia, 19,1%. Le quattro regioni italiane hanno più del doppio della media europea insieme ad altri 31 territori dell’Ue (13 greci; 9 spagnoli; 5 francesi).
 
Non va meglio il comparto turistico (inchiesta del 10 novembre scorso): il Veneto è la regione più turistica d’Italia con quasi 70 milioni di pernottamenti l’anno scorso (erano 63 nel 2015); i dati sono tre volte superiori a quelli della Campania e ben quattro volte quelli della Sicilia (14,7 con un incremento rispetto ai 13,7 milioni del 2016). Sulla stagionalità basta riportare alcuni dati sul primo trimestre 2017: 1,1 milioni in Sicilia, circa 2,5 nella piccola Malta, 2,7 in Piemonte, 6,3 in Veneto, 17 alle Canarie. Proprio nell’arcipelago spagnolo nel solo mese di gennaio 2017 si totalizzano ben 5,3 milioni di pernottamenti di stranieri, quasi cinque volte i pernottamenti che la Sicilia riesce a registrare in un intero anno con l’apporto di italiani e stranieri.
 
Proseguendo su questo trend, la scalata siciliana alla classifica per competitività in Europa appare di difficile realizzazione. Si attendono i dati 2019.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017