Manovra economica, si riducono i margini di dialogo con l'Ue - QdS

Manovra economica, si riducono i margini di dialogo con l’Ue

Patrizia Penna

Manovra economica, si riducono i margini di dialogo con l’Ue

giovedì 22 Novembre 2018

Il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici: “Non sono Babbo Natale e non siamo al mercato dei tappeti”. Conte: “Nessuna ribellione”

ROMA – “Con questa manovra il governo sta cercando di contrastare il rischio di una terza recessione dall’inizio della crisi che potrebbe avere effetti devastanti sul tessuto sociale e produttivo già messo a dura prova da quanto accaduto finora”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso del question time al Senato.
Si concretizza sempre di più il rischio di una procedura di infrazione da parte dell’Ue ma il governo Lega-M5s fa muro e, come ribadito ieri da Tria, si dice convinto che l’impianto della manovra assicuri il totale controllo dei conti pubblici, “nei limiti della moderata politica espansiva resa necessaria dal rallentamento della politica europea e italiana che si vuole contrastare”.
 
A Matteo Salvini che aveva ironizzato sulla “lettera” da Bruxelles chiamando in causa Babbo Natale, il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici ha replicato seccamente chiedendo “rispetto reciproco, serietà e dignità”. Ad ammorbidire i toni, come al solito, ci ha provato il premier Conte: “Se si tratta di difendere gli italiani – ha detto – non siamo disposti a rinunciare a nulla”.
 
Tuttavia, a proposito della cena in programma sabato con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, ha previsato: “Spiegherò – dice – che non c’è nessuna presunta ribellione, nessuna presunta disobbedienza alle regole comuni”. Il capo del governo vede rosa anche sull’andamento dei mercati finanziari, dopo i segnali di discesa arrivati dallo spread Btp-Bund: “Noi siamo confidenti che potendo spiegare (la manovra, ndr) a Bruxelles e a un pubblico più ampio lo spread calerà”.
 
L’unica certezza è che appaiono troppo ridotti i margini di dialogo possibili tra governo e Ue. In attesa della cena di sabato, il raggiungimento di una soluzione condivisa che consenta al nostro Paese di evitare la procedura di infrazione resta oggi più che mai un’incognita.

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