Energimpianti, le balle di incompetenti e parolai - QdS

Energimpianti, le balle di incompetenti e parolai

Carlo Alberto Tregua

Energimpianti, le balle di incompetenti e parolai

venerdì 23 Novembre 2018

Pista da sci sul termovalorizzatore

Mercoledì scorso sul tetto dell’energimpianto di Copenaghen è stata inaugurata una pista da sci, costruita dall’impresa bergamasca Neveplast. Sulle rive del Tamigi è stato costruito un energimpianto per la produzione di energia da parte di un’azienda italiana, la Enalg, che tratta 500 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani. Fa parte della compagine societaria la British Airways, perché utilizza per i propri aerei il biocherosene prodotto dalla fabbrica.
In Giappone, l’85% dei rifiuti viene utilizzato come carburante per la produzione di materie prime ed energia. questi impianti sono diffusi in tutto il mondo perché ovunque hanno capito molto prima di noi la convenienza della cosiddetta “Economia circolare”, secondo la quale qualunque prodotto deve essere completamente sfruttato e mai abbandonato nelle discariche.
Solo nel nostro Paese alcuni incompetenti parolai blaterano contro un sistema ormai universalmente riconosciuto.
 
In Italia, si producono 30 milioni di tonnellate di Rsu e 130 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. La dabbenaggine dei governi degli ultimi decenni ha continuato ad accumulare tali scarti in discariche a cielo aperto sparse nel martoriato territorio del Mezzogiorno, mentre le regioni del Nord si sono attrezzate con decine di impianti per trasformarlo in energia, carburante, fertilizzanti, sotto asfalto e materie prime varie.
Sono circa 10 mila le imprese del settore con 130 mila dipendenti, con un fatturato di 12 miliardi di euro. A Treviso, che è la città dove la differenziata ha superato i due terzi del necessario, ancora oggi residuano 58 kg di Rsu che vengono utilizzati come sopra. E Treviso, nell’ultima classifica di Legambiente, risulta all’ottavo posto per qualità della vita.
Vorremmo chiedere al viceministro, Luigi Di Maio, da quale studi ha tratto le frasi roboanti dette in questi giorni, circa l’inquinamento di quelli che ancora, in modo ignorante, chiama “inceneritori” o “termovalorizzatori”, cioè impianti dell’età della pietra. Le moderne tecnologie fanno costruire energimpianti che hanno un residuo di inquinamento più basso di un solo autobus delle scassate aziende municipalizzate.
 
Lo “Sblocca Italia” (legge 164/14) ha previsto che in Sicilia si costruissero due impianti. Da dieci anni questo giornale ribadisce la necessità e l’urgenza di costruire, ripetiamo, gli energimpianti, così chiamati perché di ultima generazione e, dunque, non inquinanti. Ve n’è uno pronto a San Filippo del Mela e il Governo Musumeci si ostina a non dare le autorizzazioni, non si capisce bene perché.
Ma com’è possibile continuare a sostenere questo sistema di accumulazione senza fine i rifiuti nelle discariche? Dietro un siffatto status quo vi deve essere sicuramente un potere forte che qualcuno opina trattasi della criminalità organizzata.
Ce lo conferma anche Sebastiano Ardita, già procuratore aggiunto a Catania e da luglio scorso membro del Csm, nell’intervista pubblicata oggi sulle colonne di questo giornale.
Dunque, sia gli impianti utilizzati e funzionanti che tutti gli studi in materia, hanno ormai definitivamente confermato la bontà degli energimpianti che producono ricchezza e non inquinano.
 
Già nel forum pubblicato il 20 settembre 2014, il compianto ex ministro dell’Ambiente (un Verde), “Tex” Willer Bordon, ci diceva come quelli che allora si chiamavano termovalorizzatori inquinassero meno degli autobus. Sono passati quattro anni, le tecnologie hanno fatto passi da gigante, l’inquinamento si è ridotto quasi a zero e la valorizzazione dei rifiuti solidi urbani è ulteriormente aumentata.
Solo la stupidità e la pavidità di chi ha il compito di prendere decisioni, anche impopolari, continua a rendere la nostra Sicilia una fogna a cielo aperto.
A Copenaghen si costruisce sul tetto di quell’impianto, in Sicilia si accumulano schifezze che inquinano il suolo col percolato, appestano l’aria e riducono fortemente la qualità della vita di tutti gli abitanti che ci stanno intorno.
Ogni energimpianto da 200 mila tonnellate l’anno costa 250 milioni, impiega 100 persone per costruirlo e 100 per mantenerlo a regime, si realizza in project financing, ha un reddito di 3 milioni l’anno e non costerebbe un euro alla Regione.
Presidente Musumeci, che aspetta ad autorizzare gli energimpianti? Che moriamo tutti di inquinamento?

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