Corruzione: bufera sul Palermo calcio, sospeso giudice Sidoti - QdS

Corruzione: bufera sul Palermo calcio, sospeso giudice Sidoti

redazione

Corruzione: bufera sul Palermo calcio, sospeso giudice Sidoti

lunedì 26 Novembre 2018

A seguito dell'inchiesta della Procura di Caltanissetta il Gip ha disposto anche un'altra misura interdittiva per Giammarva, ex presidente della società calcistica e commercialista. Gli inquirenti sospettano che la sentenza con cui la società rosanero si salvò dal fallimento chiesto dai pm di Palermo, sia stata pilotata
 

Sono in corso perquisizioni a Palermo nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Caltanissetta e condotta dalla Guardia di finanza su presunte fughe di notizie e ipotesi di corruzione che vedono coinvolti un giudice palermitano, un avvocato e un ex dirigente del Palermo-calcio.
 
Le Fiamme Gialle hanno eseguito un’ordinanza del Gip con cui è stata disposta la sospensione per un anno per il magistrato – Giuseppe Sidoti, giudice della sezione fallimentare del tribunale di Palermo – e per Giovanni Giammarva, ex presidente del Palermo Calcio, che è un commercialista.
 
I reati ipotizzati sono corruzione, abuso d’ufficio e rivelazione di notizie riservate.
 
L’indagine è stata avviata dopo la trasmissione degli atti da parte dei pm di Palermo che indagavano per autoriciclaggio l’ex patron rosanero Maurizio Zamparini.
 
Nell’ambito di quell’inchiesta vennero fuori contatti sospetti tra uno degli avvocati della società e il giudice che faceva parte del collegio che avrebbe dovuto decidere sull’istanza di fallimento del Palermo che la Procura del capoluogo aveva presentato.
 
Sidoti è accusato di abuso d’ufficio, concorso in corruzione e rivelazione di notizie riservate.
 
Stessa misura è stata imposta a Giammarva, sospeso anche dall’Albo dei curatori fallimentari e accusato di concorso in corruzione.
 
Al centro dell’indagine c’è l’ipotesi che la sentenza che scongiurò il fallimento della società rosanero, chiesto dai pm di Palermo, sia stata pilotata e frutto di uno scambio di favori.
 
Sidoti era uno dei magistrati del collegio che disse no al crac del club.
 
I sospetti su un accordo corruttivo per pilotare la sentenza sul fallimento del club sono emersi nell’indagine dei pm palermitani sull’ex patron rosanero Maurizio Zamparini, accusato di varie ipotesi di autoriciclaggio ed evasione fiscale.
 
Il coinvolgimento del giudice fallimentare in servizio a Palermo ha comportato la trasmissione degli atti a Caltanissetta, competente per legge sulle toghe del capoluogo.
 
Oltre a Giammarva e Sidoti è indagato anche l’avvocato Franco Di Trapani, uno dei legali della società rosanero.
 
Agli atti della Procura di Caltanissetta è finita una telefonata tra Zamparini e Di Trapani risalente ai giorni precedenti il giudizio sul fallimento della società.
L’avvocato nella conversazione dice al patron di aver incontrato il giudice e di aver parlato del procedimento.
 
Il magistrato, secondo quanto riferisce il legale, avrebbe apprezzato le argomentazioni della difesa e gli avrebbe fatto capire che di lì a poco sarebbe stato depositato un provvedimento.
 
Di Trapani riferisce a Zamparini di aver percepito un atteggiamento molto favorevole da parte del magistrato. In effetti dopo qualche giorno il tribunale deposita la sua decisione che non è né di rigetto dell’istanza di fallimento, né di accoglimento, ma di nomina di un collegio di periti per approfondire il caso.
 
I pm nisseni stanno cercando di capire se Sidoti abbia anticipato all’avvocato la decisione che il tribunale avrebbe preso.
 
Tre mesi dopo, comunque, la sezione fallimentare rigettò la richiesta di fallimento presentata dalla Procura. Ricevuti gli atti da Palermo, Caltanissetta ha continuato a indagare e sarebbero emerse anche ipotesi di corruzione.
 

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