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Corruzione: mancato crac Palermo Calcio, indagato anche il Gip

redazione

Corruzione: mancato crac Palermo Calcio, indagato anche il Gip

martedì 27 Novembre 2018

Anche Fabrizio Anfuso accusato di rivelazione di notizie riservate. Chiesta la misura interdittiva nei suoi confronti, ma e il Gip nisseno ha disposto un interrogatorio del collega prima di decidere. L'Associazione nazionale magistrati palermitana scrive ai colleghi di Caltanissetta, "Auspichiamo che gli accertamenti avvengano nel più breve tempo possibile"

C’è anche il Gip Fabrizio Anfuso tra gli indagati della Procura di Caltanissetta per il presunto crac pilotato del Palermo Calcio.
 
I Pm che gli contestano la rivelazione di notizie riservate avevano chiesto la misura interdittiva nei suoi confronti e il Gip nisseno, Antonia Leone, ha disposto un interrogatorio del suo collega prima di decidere.
 
Anfuso, che sarà sentito nei prossimi giorni, è accusato di avere comunicato al suo collega della sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo, Giuseppe Sidoti, interdetto per un anno nell’ambito della stessa inchiesta, alcune notizie che dovevano restare riservate.
 
Sono cinque gli episodi contestati al Gip Anfuso.
 
Nell’ambito della stessa inchiesta è stato interdetto per un anno dall’attività Giuseppe Sidoti, giudice relatore nella procedura fallimentare, indagato per corruzione, rivelazione di notizie riservate e abuso d’ufficio.
 
L’ex presidente del Palermo Calcio, Giovanni Giammarva, vecchio amico del giudice, è stato anche lui sospeso per lo stesso periodo dalla professione di commercialista.
 
L’indagine su un secondo magistrato ha causato un’immediata reazione da parte dell’Associazione nazionale magistrati.
 
"Le recenti notizie di indagini della Procura di Caltanissetta su stimati colleghi palermitani, sconvolgono e rattristano. Siamo assolutamente convinti, sia chiaro, del diritto e del dovere di chi ha la competenza di intervenire quando si ritiene siano stati violati precetti di legge. Auspichiamo, però, che gli accertamenti avvengano nel più breve tempo possibile e siamo fiduciosi che i colleghi coinvolti, che sono magistrati ma rimangono cittadini con i loro diritti e le loro garanzie, riescano a chiarire – nel processo, e non sulla stampa, e nel necessario contraddittorio, come deve essere per ogni persona indagata – gli addebiti mossi a loro carico".
 
Lo scrive in una nota Giovanna Nozzetti, presidente della giunta dell’Anm di Palermo.
 
"La magistratura palermitana, ad ogni modo, continuerà a svolgere il quotidiano esercizio della giurisdizione – aggiunge la nota – al fine di garantire in modo imparziale il rispetto dei valori costituzionali e dei diritti dei cittadini con lo stesso impegno, la stessa abnegazione e la stessa umanità che ha sempre dimostrato nel corso degli anni".

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