Pd Sicilia, primarie al veleno. Teresa Piccione: "Mi ritiro" - QdS

Pd Sicilia, primarie al veleno. Teresa Piccione: “Mi ritiro”

Raffaella Pessina

Pd Sicilia, primarie al veleno. Teresa Piccione: “Mi ritiro”

giovedì 13 Dicembre 2018

Diatriba procedurale sulla nomina delle commissioni provinciali. “Segnali inquietanti di ingerenze che inquinerebbero il risultato”

PALERMO – Mentre a Palazzo dei Normanni andava in scena il dibattito sulle variazioni di bilancio, con animi piuttosto surriscaldati, anche per l’ultimatum di Miccichè di chiudere le variazioni entro le 22, ieri il Partito democratico in Sicilia ha vissuto una delle sue pagine più buie.


Teresa Piccione, espressione dell’area Zingaretti e Franceschini, ha ritirato la sua candidatura in vista della consultazione del 16 dicembre.
“Quelle di domenica, in Sicilia, saranno le primarie fondative del partito di Renzi e non le primarie del Partito democratico – ha detto Piccione – Per questa ragione ritiro la mia candidatura”.
 
I congressi provinciali dovevano essere celebrati tra il 21 novembre e il 2 dicembre ma erano stati ‘congelati’ per una diatriba procedurale sorta tra i due schieramenti in campo: da un lato i ‘renziani’ che sostengono il candidato alla segreteria Davide Faraone, e dall’altro Teresa Piccione, appoggiata da AreaDem. In base alla delibera dell’organismo terzo del partito, che ha accolto il ricorso del segretario uscente Fausto Raciti, la nomina dei componenti delle commissioni provinciali per il congresso spetta alla commissione regionale e non alle direzioni provinciali come aveva decretato la commissione di garanzia regionale: proprio questo punto era stato il ‘nodo’ del contendere. Nonostante i ricorsi, alcuni circoli del catanese avevano celebrato i propri congressi che a questo punto non sarebbero validi.
 
“La maggioranza renziana – accusa Piccione – ha impedito lo svolgimento dei congressi dei Circoli e delle Federazioni provinciali, mortificando il libero dibattito degli iscritti e degli elettori e la loro partecipazione. Non intendo concorrere a false primarie senza regole, soprattutto dopo manifestazioni e segnali evidenti e inquietanti della partecipazione di uomini estranei al Partito democratico, che inquinerebbero irrimediabilmente il risultato elettorale del congresso”.
 
Per questo motivo, i laburisti Dem hanno chiesto il rinvio delle primarie. Nel pomeriggio di ieri, intanto, si sono registrate le prime reazioni. “Alla luce delle motivazioni del ritiro della candidatura di Teresa Piccione – ha detto Lillo Speziale – l’area che nell’ultimo congresso si riconosceva in Andrea Orlando non intende essere rappresentata nella Commissione regionale per il congresso. Pertanto rassegno le mie dimissioni da membro della Commissione”.
 
Reazioni che sono arrivate anche da Roma con le dichiarazioni del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dopo aver consegnato al Nazareno le firme per la sua candidatura a segretario del Pd. “In Sicilia stiamo vedendo un modello di partito che non voglio, con pesanti ingerenze di un altro partito e troppe decisioni prese a maggioranza. Ci sono molte federazioni che non hanno ancora aperto il tesseramento, che non hanno fatto votare gli iscritti. Così si distrugge, non si costruisce”.
 
Piccata la risposta a Zingaretti di Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo dem a Palazzo Madama: “Quando impareremo? Le dichiarazioni di Zingaretti e le scelte dei suoi sostenitori in Sicilia hanno solo il sapore di altro fuoco amico che da tempo viene riversato sul Pd. Io sto con Faraone”.
 
Sul suo blog, Marina Sereni ha espresso la sua preoccupazione per il caos nel quale è sprofondato il Partito: “Non si può non sottolineare con preoccupazione la situazione di caos e di conflitto che si sta manifestando attorno al congresso regionale e ai congressi territoriali in Sicilia. Una regione in cui governa la destra e in cui quasi un elettore su due alle ultime politiche ha votato per il M5S. Se uno dei candidati alla segreteria regionale, la nostra amica Teresa Piccione, arriva a ritirare la sua candidatura denunciando l’assenza di condivisione sulle regole non è un fatto che può lasciare indifferenti. Stiamo parlando di una terra importante in cui il Pd e il centrosinistra si sono sempre giocati molto negli equilibri nazionali. Ritengo che un’assunzione di responsabilità nazionale, un gesto che aiuti a ristabilire un clima di maggiore serenità e civiltà nel confronto, sia un obiettivo ancora possibile, un tentativo doveroso al quale tutti i principali esponenti nazionali del Pd dovrebbero concorrere in queste ore”.

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