Val Trebbia, percorsi dell'anima ed enogastronomici. Yoga, castelli e boschi per riuscire ritrovare se stessi - QdS

Val Trebbia, percorsi dell’anima ed enogastronomici. Yoga, castelli e boschi per riuscire ritrovare se stessi

Nicoletta Fontana

Val Trebbia, percorsi dell’anima ed enogastronomici. Yoga, castelli e boschi per riuscire ritrovare se stessi

lunedì 17 Dicembre 2018

Natura e misticismo si incontrano in un luogo ricco di storia, che non a caso viene paragonato alla valle della Loira

Siamo nel piacentino, esattamente in Val Trebbia, luogo di dolci colline e castelli. Un territorio ricco di storia che risale sino all’era paleolitica, una terra che è stata protagonista di folgoranti battaglie romane e territorio di contesa tra Guelfi e Ghibellini.
 
Ed è proprio per la sua storia che oggi questa valle è pullulante di castelli, manieri, fortezze, case nobiliari e residenze signorili. Non a caso è paragonata alla valle della Loira per l’immensità di castelli visitabili e aperti al pubblico. Una valle tutta italiana, però, descritta così dal premio Nobel Ernest Hemingway nel 1945: “Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo”.
 
Queste lande, oltre a essere state attraversate da nobili condottieri e scaltri mecenati, sono state anche percorse da anime mistiche alla ricerca di amore, mistero, calma, motivate dall’assoluta certezza di trovare una pace ancestrale tra la bellezza naturale delle verdi colline e le irradianti bianche spiagge del fiume che l’attraversa.
 
Seguendo questo mood è possibile rifugiarsi per un weekend a tutto benessere nel casale Miri Piri. Una casa costruita seguendo la bioarchitettura, utilizzando esclusivamente materie primarie come sassi, legni, sughero, laterizi bio e grassetto di calce. Una casa che respira, come la definisce Carlo Pedrazzini, il proprietario, aperta per accogliere corsi di formazione e stage con maestri e insegnanti di livello internazionale di alcune fra le principali discipline olistiche e bio-naturali come yoga, ayurveda, tai-chi, arti marziali, biodanza, cucina detox.
 
Come ogni anno, nel periodo di Natale la casa apre le sue porte alla scuola di yoga Ramayoga, con lezioni di meditazione, danze shamaniche, kundalini yoga e re-birthing. Mantra cantati a suon di kirtan davanti un mandala nella shala yoga o di fronte a un camino acceso, puntano a chiudere l’anno in purificazione e fortificare l’unione e l’amore tra le persone. Una medicina per la nostra parte interiore e per connettersi con l’anima del “Totem dell’aquila”, liberando i chakra e le gabbie interiori, cause del dolore e della sofferenza (i klesha). La cucina vegana è frutto della passione di Elena Lasi, chef della scuola Sana Gola di Milano, che propone piatti sani e saporiti, come le melanzane cotte in crosta di mais, le lasagne agli ortaggi e cuscus alle erbe aromatiche.
 
 
Immancabile la visita al borgo di Rivalta, per un percorso culturale ed enograstonomico. Questo maniero vanta origine lontane, visto che la zona fu scenario di una delle pagine più sanguinose della seconda Guerra punica (III sec a.C.). Qui l’esercito romano si scontrò con quello cartaginese comandato da Annibale e dopo il crollo dell’impero romano e l’invasione barbarica della penisola italiana, Rivalta divenne territorio prima dei Longobardi e poi dei Franchi. Oggi, totalmente ristrutturato, è aperto al pubblico. Lo si può visitare anche accompagnati da guide che aiuteranno a comprenderne meglio la storia. Da ammirare il salone d’onore, la sala da pranzo, la cucina, le prigioni, le camere da letto, la galleria, la torre e l’area museale, composta dalla sala delle armi dedicata alla battaglia di Lepanto. All’interno anche il Museo del costume militare e il Museo dell’arte sacra e delle esplorazioni. Un percorso a tutto tondo che attraversa la storia del castello e del suo passato.
 
Nel borgo è possibile pranzare al ristorante la Rocchetta, per farsi deliziare dalla cucina piacentina. L’ambiente è molto caldo e le varie sale contengono camini seicenteschi in cui in passato venivano ricoverati gli animali del castello. Passeggiando è poi possibile imbattersi nella bottega Re di Coppe, dove acquistare prodotti tipici come salumi, formaggi e vini autoctoni (tra cui il Gutturino, fiore all’occhiello della Riserva del Conte Zalandi Landi, proprietario della tenuta).
 
Per il pernottamento, tappa obbligata all’hotel Torre di San Martino, una splendida dimora che rimanda a un’atmosfera d’altri tempi dove letti a baldacchino e velluti a quadri autentici fanno da contorno a camere capaci di far immergere gli ospiti in un passato dai gloriosi fasti.
 
 
Poco distante dal borgo si trova un maneggio in cui si ha la possibilità di prenotare una passeggiata a cavallo lungo il fiume Trebbia.
 
Prima di lasciare queste colline, il consiglio è di fermarsi a mangiare nel ristorante Castellaccio, per un itinerario enogastronomico a tutta tradizione, che contempla a tutto tondo la cucina locale della Val Trebbia.

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