Messina - Amam: 149 milioni di buoni propositi - QdS

Messina – Amam: 149 milioni di buoni propositi

Lina Bruno

Messina – Amam: 149 milioni di buoni propositi

giovedì 20 Dicembre 2018

Ingenti risorse per la sistemazione della rete e la ricerca di nuove fonti di approvvigionamento. La società che gestisce il servizio idrico punta a rifornire tutti i messinesi h24 entro il 2023

MESSINA – Investimenti per 149 milioni di euro per i prossimi tre anni e per il 2023 acqua h24 per tutti i messinesi. Lo scenario prospettato dai vertici Amam e dal sindaco Cateno De Luca è quello di un deciso cambio di passo per la partecipata che gestisce il servizio idrico, dopo l’approvazione del Piano industriale e la modifica allo Statuto.
 
A seguire il percorso tracciato non ci sarà Claudio Cipollini, il quale ha annunciato che da gennaio lascerà il posto da dg. Per il presidente della società Salvo Puccio, il nuovo Piano “è la sintesi tra l’implementazione delle risorse che il socio unico ha permesso, mediante il reinvestimento della quota tariffaria che Amam percepisce, e un contesto di infrastrutturazione che permetterà di abbassare le perdite e ridurre i costi ”.
 
Il sindaco De Luca ha sottolineato l’insostenibilità del triennale approvato dalla precedente Amministrazione, tanto che è stata necessaria una rimodulazione di fondi extrabilancio. “Non prevedeva – ha commentato Puccio – una corretta stima dei costi che Amam poteva sostenere. Se devo dare un milione e mezzo l’anno di utili al socio unico, con un prelievo forzoso, è chiaro che non posso reinvestirli, quindi si faceva una stima d’investimento che non era dettata da quanto Amam incassava”.
 
“Anche la politica della riscossione del credito – ha aggiunto il presidente – non era formalizzata da una chiara e netta definizione del sistema. Non era certo, quindi, che quel credito potesse essere incassato. Dal punto di vista infrastrutturale, si è implementata la ricerca idrica, in collaborazione con UniMe, intesa come nuove fonti che permetteranno di risparmiare sui costi delle forniture provenienti da fuori provincia per l’utilizzo di quelle risorse anche per altri Comuni che dovremo gestire. Il ‘Progetto conoscenza’, inoltre ci permetterà di individuare la distribuzione delle perdite per sostituire i lotti. La gestione integrata dovrà partire a breve se non si vogliono perdere le risorse messe a disposizione (60 milioni regionali e a livello nazionale un miliardo e 800 milioni)”.
 
“Amam – ha sottolineato ancora Puccio – ha i requisiti per gestire il servizio idrico integrato che allarga il bacino da 236 mila abitanti a 636 mila, a valle di una procedura amministrativa che l’Ati sta chiudendo. Questo ci pone nella condizione di non aspettare che si risolvano i problemi di Messina per seguire quest’altro versante, ma dobbiamo raddoppiare le risorse per permettere di fare l’uno e l’altro. Questa è la scommessa”.
 
Le maggiori criticità del territorio messinese su cui intervenire sono di carattere infrastrutturale: riguardano la discontinuità della fornitura, che registra perdite d’acqua fino al 58%, con i due principali adduttori, Fiumefreddo e Santissima, che attraversano versanti ad alto rischio di dissesto idrogeologico. Per Forza d’Agrò è stata espletata la gara regionale e si deve procedere all’affidamento per avviare i lavori. Conferenza dei servizi, invece, per gli altri interventi su Fiumefreddo e serbatoio Montesanto.
 
“Ci potremmo ritrovare in qualsiasi momento – ha avvertito il presidente Amam – nella stessa situazione che ha causato l’emergenza del 2015. Quindi la messa in sicurezza è una priorità insieme alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento a cui sono destinati 15 mln euro, mentre per il progetto tutto pulito per l’eliminazione dei rischi di inquinamento sono previsti 70 mln”.
 
La carenza di personale sarà affrontata con un bando pubblico che consentirà un percorso di stabilizzazione dei precari, ma sono previsti anche rapporti a tempo determinato con l’inserimento di personale tecnico-amministrativo attraverso contratti di collaborazione.
 
La morosità resta alta: non paga il 40% delle 89 mila utenze e si prevedono una serie di azioni (rateizzazioni, blocco fornitura e blocco fiscale) per arginare il fenomeno e recuperare almeno una parte dei pregressi.
 
Altro capitolo spinoso è quello dei contenziosi con i fornitori, con i quali si sta cercando di chiudere delle transazioni.

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