Fatturazione a 28 giorni, rimborsi sospesi - QdS

Fatturazione a 28 giorni, rimborsi sospesi

Michele Giuliano

Fatturazione a 28 giorni, rimborsi sospesi

venerdì 28 Dicembre 2018

Così ha deciso il Consiglio di Stato sul caso delle bollette telefoniche “ridotte”: tutto rinviato. Tutto congelato sino a che non si sapranno le motivazioni della sentenza del Tar

PALERMO – Il Consiglio di Stato sospende i rimborsi agli utenti sulle bollette a 28 giorni. Tutto rimandato prossimamente, probabilmente fra qualche mese. Il caso è quello che riguarda la restituzione dei giorni erosi in bolletta cui le società telefoniche dovevano provvedere in favore dei consumatori entro il 31 dicembre di quest’anno.
 
La questione sarebbe congelata fino a quando non saranno note le motivazioni della sentenza di primo grado di novembre, quella del Tar, che a sua volta aveva confermato l’obbligo di restituzione dei giorni ai consumatori, secondo quanto deciso dall’Agcom.
 
Tutto rimandato, insomma: il Consiglio di Stato si pronuncerà nel corso del 2019 sul diritto a ricevere effettivamente il rimborso per una vicenda che sembra ancora lontana dal vedere la conclusione. Il Consiglio di Stato ha dunque disposto la sospensiva, come richiesto dalle società telefoniche, di quanto deciso dal Tar del Lazio che a novembre aveva confermato l’obbligo di restituzione in bolletta dei giorni “erosi” agli utenti con la fatturazione a 28 giorni, mentre aveva annullato le sanzioni decise dall’Agcom.
 
La notizia del blocco dei rimborsi suscita l’indignazione dell’Unione Nazionale Consumatori: “Una vergogna nazionale – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’associazione, commentando la decisione del Consiglio di Stato di sospendere l’ordine dell’Agcom di rimborsare –. Non c’è limite al peggio, dopo il Tar ora ci si mette anche il Consiglio di Stato a sospendere un sacrosanto diritto dei consumatori: riavere quello che le compagnie telefoniche hanno indebitamente percepito violando le delibere dell’Authority. Ancora una volta le compagnie senza alcun pudore si arrampicano sugli specchi cercando di rinviare i rimborsi dovuti agli utenti”.
 
Il Consiglio di Stato si è pronunciato con quattro identiche ordinanze sulla questione della “fatturazione a 28 giorni”, accogliendo le richieste avanzate da Telecom Italia, Vodafone, Wind Tre e Fastweb. “Il Consiglio di Stato ha ritenuto opportuno concedere tale sospensiva in attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni della sentenza di primo grado, non ancora depositate – spiega Federconsumatori –. Comprendiamo, ma non condividiamo, la scelta di opportunità valutata dal giudice amministrativo, ed esprimiamo il nostro profondo disappunto per una decisione che per l’ennesima volta prolunga, senza alcun senso, i tempi previsti per la restituzione agli utenti di ciò che hanno pagato sulla base di una modalità di fatturazione illegittima.
 
I consumatori, che a questo punto non vedranno risolta la questione anche ben oltre il 31 marzo 2019, sono stanchi di attendere che vengano riconosciute loro le giuste tutele e i rimborsi a cui hanno diritto”. E pensare che sulla vicenda addirittura il governo nazionale aveva parlato di un intervento normativo: in una nota il ministero dello Sviluppo economico aveva evidenziato che “il Governo reputa che, sempre a maggior tutela dei consumatori, l’omogeneità delle condizioni contrattuali in materia di trasparenza e di base temporale per il calcolo dei costi da fatturare debba essere un obiettivo da perseguire”.
 
Nel corso di una passata question time all’esecutivo, il Governo ha espresso chiaramente la sua posizione nei confronti degli operatori della telefonia che “hanno progressivamente modificato la cadenza delle fatturazioni” portandola a 28 giorni, “con un aggravio” sul consumatore. Il Ministero dello Sviluppo aveva detto anche che stava valutando un “intervento normativo a supporto dei suddetti obiettivi”.

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