Dire No a figli fannulloni e parassiti - QdS

Dire No a figli fannulloni e parassiti

Carlo Alberto Tregua

Dire No a figli fannulloni e parassiti

sabato 29 Dicembre 2018

I giovani risorsa per il futuro

Concludiamo il duecentoquarantesimo editoriale dell’anno, dedicandolo ai giovani, che sono la vera risorsa dell’Italia e del suo futuro.
La responsabilità della nostra generazione e di quella dei cinquantenni è altissima, in relazione alla scelta di fondo: operare per il bene dei giovani e facendo rinunce in loro favore, da altruisti.
Oppure comportarci da egoisti e da cicale, consumando oggi quello che non abbiamo e indebitando per conseguenza chi verrà.
Per investire nel futuro ci vogliono statisti, per dilapidare il presente bastano i mediocri. Sono proprio questi ultimi che stanno facendo declinare sul piano socio-economico l’intera popolazione, la quale non trova più nei valori etici, e quindi nelle famiglie e nella scuola, quei punti di riferimento indispensabili per capire e crescere in modo obiettivo.
Gli statisti dicono No, forte e chiaro, alle istanze di fannulloni e parassiti, di coloro cioè che vogliono fare la bella vita sulle spalle di chi lavora.
 
Ci sono, invece, coloro che governano, ma non sono statisti. Si tratta di gente, ignorante, senza esperienze né competenze, che, proprio per debolezza, ascolta ogni giorno i sondaggi e alza il dito per vedere da quale parte spiri il vento. Cosicché si regolano di conseguenza, con un respiro corto senza progetti di medio e lungo periodo.
L’ignoranza dilaga, la cretineria anche. Molti trovano comodo non lavorare ma ricevere indennità da parte dello Stato e chi li governa trova comodo accontentarli pur di averne il consenso.
Sì, perché anche fannulloni e parassiti votano. Ed anche evasori e delinquenti votano. Perché governanti mediocri di tutti i livelli istituzionali non fanno il loro dovere, che è quello di diffondere equità e giustizia, dando a chi dà e non a chi vuole vivere sulle spalle degli altri.
Il peggio è che la loro ignoranza è unita alla presunzione, perché proprio chi non sa vuole dimostrare di sapere e con ciò dichiara il suo stato di debolezza. Per contro il sapiente è umile, discreto, sta nell’ombra perché “sa di non sapere”.
 
Il consumismo esasperato fa aumentare le pretese dei giovani. Ma i genitori hanno l’obbligo di spiegare loro che la vita è dura, che occorrono tanti No ai divertimenti ed avere piuttosto capacità di fare sacrifici e di spandere sudore.
Sono i No che temprano il carattere dei ragazzi perché li abituano a impegnarsi molto per superare difficoltà e raggiungere i risultati. I Sì, invece, fanno rincretinire la popolazione e la abitua ad un lassismo deleterio che porta sulla strada della perdizione.
Ai giovani bisogna insegnare ad avere idee chiare e forza di volontà, ad essere competitivi, a non spaventarsi di fronte agli ostacoli, a non aver paura neanche della paura, a credere in se stessi per avere sempre e comunque la forza di rialzarsi dopo le sconfitte, che inevitabilmente capitano nella vita.
Si tratta di cambiare una mentalità acquiescente che hanno gli adulti nei confronti dei giovani. Una mentalità che continua a far diventare l’Italia sempre meno competitiva a livello internazionale. Un Paese dove vincono i pietismi che non sono solidarietà .
 
La nostra Carta costituzionale elenca i diritti dei cittadini, ma ne elenca anche i doveri. L’abitudine ad appellarsi sempre ai primi e a dimenticarsi dei secondi è un’altra delle cause che fanno scendere sempre di più la qualità dei nostri cittadini.
Poi, da quando si è esteso Internet, diventato la panacea degli ignoranti, la presunzione è sempre di più crassa ed è causa dell’incapacità di affrontare con successo le difficoltà.
Perché ho voluto dedicare questo commento ai giovani? Perché una malattia si può guarire se si diagnostica con esattezza individuandone precisamente le cause. Una di esse è la caduta dei costumi e l’abbandono dell’osservanza dei doveri, individuali e collettivi.
L’esempio viene dall’alto, si diceva. Ma non dall’alto dei cadreghini, bensì dall’alto della cultura e del buon esempio. Dall’alto di chi fa sempre e comunque il proprio dovere prima di reclamare il giusto diritto.

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