Camera, camerette e camerini - QdS

Camera, camerette e camerini

Pino Grimaldi

Camera, camerette e camerini

sabato 29 Dicembre 2018
In principio vi furono le Camere e le Camere erano il popolo ed il popolo era rappresentato dalle Camere. Esse erano dei deputati e del Senato e quest’ultimo era regio.
Poi venne un uomo che trasformò quella dei deputati in Camera dei fasci e delle corporazioni, ma il Senato rimase indenne perché i componenti nominati dal re.
 
Venne poi il cambio istituzionale con una nuova Costituzione e le Camere furono tutte elettive, ma quella dei deputati popolata da maggiorenni ed il Senato da quarantenni in su. E si cominciò a distinguere.
 
La Camera ospitava tutti i leader dei partiti e faceva politica a tutto spiano, il Senato composto da persone più anziane agiva come luogo di meditazione, ma anche legiferazione, essendoci tuttavia l’obbligo della doppia approvazione per le leggi dello Stato. Le leggi all’epoca erano preparate in camerette, quelle del potere, che ne stendevano il canovaccio lasciando ai deputati e senatori di trasformarle in leggi che tali divenivano con la firma del Capo dello Stato, prima re e poi Presidente di Repubblica.
 
Si andò avanti per molto tempo ed all’entrare del secondo millennio il popolo ignorante e bieco cominciò a dire per bocca di comizianti e cabarettisti che bisognava cambiare.
Vi fu allora un uomo della terra di Dante che propose una legge con una sola Camera legiferante ed un condomino che avrebbe mantenuto il nome di Senato, ma composto da quaquaraqua’.
 
Il popolo se ne fece una ragione e bocciò la proposta e si ritornò così all’antico, recente. Ma sbrindellati e incapaci che avevano abbracciato “l’uno vale uno, meno uno” arrivarono al Parlamento che non ebbe, fatalmente, la fierezza di reagire e nel giro di un lustro si ebbero non più Camere ma camerette senza né arte né parte con i poveracci (si fa per dire) eletti, costretti ad approvare o reiettare su ordine precostituito da una “associata” che, morto il padrone, in mano ad un figlio sbrindellato ed un comico in pensione, portò grande danno al Paese.
 
E furono così creati i camerini come quelli che si hanno nei teatri, dove gli eletti potevano anche farsi belli nel corpo (possibile) e nello spirito (impossibile) prima di entrare nelle aule. Ma esse, tranne per pochi, rimasero non frequentate e lo spettacolo delle Camere era quello di un raduno di coltivatori diretti con qualcuno magari, perché anziano, vestito bene nel corpo e nell’anima.
S’avvicinava il ’19 del Duemila e alcuni pensarono al secolo precedente ed a quanto, dopo appena tre anni dalla “fondazione” in piazza San Sepolcro a Milano, era accaduto. Ma Dioscuri eletti e mediatore non eletto, dissero “con le leggi approvate governeremo all’infinito”.
 
Fu quello il momento in cui un vecchio, chiamato Presidente 7+ 2, recitò “l’Infinito” di Leopardi: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle……… e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Alcuni piansero. Quelli di maggioranza dissero “Me ne frego”: Leopardi era nobile, rachitico e, seduto a studiare, non capiva nulla.
Noi siamo giovani e forti e sappiamo nuotare!
Nessuno obbiettò.
E fu 2019.
 
Buon Anno.

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