In Sicilia il 2018 si è chiuso con un netto calo delle partite Iva - QdS

In Sicilia il 2018 si è chiuso con un netto calo delle partite Iva

Antonino Lo Re

In Sicilia il 2018 si è chiuso con un netto calo delle partite Iva

domenica 06 Gennaio 2019

L'analisi è stata compiuta dall'Associazione nazionale consulenti tributari (Ancot) su dati del ministero dell'Economia e delle Finanze. In sole due province della Sicilia si è verificato un aumento nel 2018. Stiamo parlando di Palermo con 7.398 nuove iscrizioni e un incremento del 2,17 rispetto allo stesso periodo del precedente anno, e di Caltanissetta con 1.774 (3,68%)

PALERMO – In Sicilia si è registrato un netto decremento del numero di partite Iva nel 2018. Le province di Trapani e Messina, insieme a quella di Nuoro, occupano i primi tre posti della graduatoria con il segno negativo e precedono la prima provincia del Nord che è Belluno. Cifre significative che sono emerse grazie un’analisi compiuta dall’Ancot, Associazione nazionale consulenti tributari, su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, che riguarda l’andamento delle partite Iva fino al terzo trimestre del 2018.
 
Analizzando la graduatoria relativa alle diverse province, si evince che a Trapani le iscrizioni di nuove partite Iva, dall’inizio del 2018 sono state 2.937 con una flessione pari a -11,35% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. A seguire troviamo Messina che registra 3.888 nuove partite Iva con un decremento del -10,76%, Ragusa con 2.187 e decrescita del -8,38%, Agrigento con 2.872 (-7,18%), Enna con 933 (-6.51%), Siracusa con 2.608 (-2,94%) e Catania con 7.520 (-2,20%). Dunque in ben sette province siciliane su nove si è registrato un decremento importante del numero di partite Iva.
 
In sole due province della Sicilia si è verificato un aumento nel 2018. Stiamo parlando di Palermo con 7.398 nuove iscrizioni ed un incremento del 2,17 rispetto allo stesso periodo del precedente anno, e di Caltanissetta con 1.774 (3,68%). Ma a livello nazionale vi è stata una flessione pari a -0,69% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Su tutto il territorio italiano le iscrizioni di nuove partite Iva fino al mese di settembre sono state 407.180. Infatti, dopo Nuoro, Trapani e Messina, vi è la prima prima provincia del nord Belluno con sole 1.042 iscrizioni ed un decremento -10,40% rispetto al 2017.
 
Queste le province in cui si è registrata una maggiore decrescita delle partite Iva: Isernia 694 (-9,75%); Crotone 1.241 (-9,42%); Potenza 2.356 (-8,86%); Asti 1.378 (-8,38%); (-8,38%); Macerata (2.178); (-8,29%); Frosinone 3.512 (-8,18%); Prato 2.148 (-8,09%); Matera 1.292 (-7,98%); Aosta 839 (-7,40%); Vercelli 886 (-7,23%); Terni 1.487 (-7,18%); L’Aquila 2.066 (-7,10%); Sassari 3.469 (-7,05%); Prov. del Sud Sardegna 1.773 (-7,03%); Biella 880 (-6,78%); Rieti 1.137 (-6,57%); Vibo Valentia 1.072 (-6,21%); Cosenza 4.465 (-5,64%); Oristano 829 (-5,47%).
 
Ma non solo. Anche nelle grandi province italiane il numero di partite Iva ha avuto un calo non indifferente. Stiamo parlando di Siena 1.698 (-4,12%); La Spezia 1.480 (-3,65%); Savona 1.875 (-3,55%); Ravenna 2.128 (-3,32%); Perugia 4.525 (-3,17%); Torino 14.913 (-2,75%); Viterbo 2.516 (-2,63%); Venezia 4.814 (-2,55%); Arezzo 2.343 (-2,54%); Bergamo 5.957 (-2,49%); Genova 5.410 (-2,35%); Rovigo 1.312 (-2,24%); Napoli 20.927 (-1,85%); Brescia 7.256 (-1,53%); Parma 2.838 (-1,53%); Bologna 6.586 (-0,45%); Roma 35.880 (-0,34%).
 
Alfredo Marinelli, presidente nazionale dell’Ancot, ha spiegato nei dettagli questo decremento: “Nel terzo trimestre la distribuzione per natura giuridica mostra che il 70,5% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 23,7% da società di capitali, il 3,6% da società di persone. Le categorie dei ‘non residenti’ e di ‘altre forme giuridiche’ rappresentano complessivamente l’1,8% del totale delle nuove aperture”.
 
“Rispetto al terzo trimestre del 2017, – ha aggiunto Marinelli – la flessione degli avviamenti ha coinvolto tutte le principali figure giuridiche: le persone fisiche (-2,3%), le società di capitali (-5%), e principalmente le società di persone (-15,2%). Si segnala, invece, un significativo aumento delle aperture da parte di soggetti non residenti”, ha fatto notare”.
 
“Per quanto riguarda le persone fisiche – ha spiegato Annamaria Longo, segretario nazionale dell’Ancot – la ripartizione di genere ha mostrato una sostanziale stabilità con la quota maschile pari al 61,2%. Il 47,2% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 32,3% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni”.

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