Edilizia a picco, tre province in allarme - QdS

Edilizia a picco, tre province in allarme

Michele Giuliano

Edilizia a picco, tre province in allarme

giovedì 11 Febbraio 2010

Catania, Palermo e Trapani hanno chiuso un 2009 tragico ed il 2010 non sembra promettere nulla di buono. Nell’ultimo anno la Cassa edile di Tp ha riscontrato una perdita di oltre 2 mila posti di lavoro

PALERMO – Catania, Palermo e Trapani, il “triangolo delle Bermuda”. Nel senso che da queste parti scorre da tempo un brivido lungo la schiena delle imprese, messe letteralmente alla frusta da una crisi pesantissima specie sul fronte dell’edilizia.
Catania e Palermo sono state al centro di uno studio a livello nazionale portato avanti dalla Feneal Uil su riscontri statistici confutati attraverso il Cresme il quale ha testimoniano la profondità della crisi nella quale è piombato il settore delle costruzioni. Nel 2009 si sono persi 157 mila posti di lavoro in 13 città campione (tra cui per l’appunto Catania e Palermo) ma il timore fondato è che nel 2010-2011 se ne perdano altri 126 mila. Trapani è invece stata monitorata dalla Fillea Cgil e forse, in proporzione, la situazione dell’edilizia è anche peggiore.
Nell’ultimo anno la Cassa edile ha riscontrato una perdita di 2 mila posti di lavoro. Ritornando ai dati Feneal/Cresme vengono indicati continui peggioramenti della situazione: cala l’occupazione, calano le ore lavorate, cala in modo netto il part-time assai cresciuto nella fase espansiva, e questo calo generale riguarda praticamente in egual misura lavoro italiano e lavoro straniero. “Sono tutti segni meno: -10 per cento le ore lavorate, -9,5 per cento la contrazione del numero dei lavoratori, -6,7 per cento la riduzione del numero delle imprese – ha spiegato Giuseppe Moretti, segretario generale Feneal –. Dall’inizio della fase recessiva all’ultimo trimestre del 2009 rilevato, la perdita di lavoro dipendente nelle 18 città campione risulta essere del 12,7 per cento oltre l’indicatore generale dell’Istat.
È una frenata che interessa tutte le aeree del paese, che riguarda in egual modo lavoratori locali e stranieri, mentre si riaffaccia il rischio del sommerso. Ecco perché chiediamo una svolta politica delle costruzioni”. E  se a Catania e Palermo si sta male, come dicevamo, a Trapani si sta anche peggio: “Chiediamo alla Regione – commenta il segretario della Fillea Cgil trapanese, Franco Colomba – il riconoscimento dello stato di crisi nel settore dell’edilizia e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga prolungando i trattamenti di disoccupazione”.
La proposta, elaborata durante il Comitato direttivo del sindacato delle costruzioni della Cgil, è scaturita da un’attenta analisi sulla grave situazione di crisi che sta pesantemente colpendo il lavoro e l’occupazione nell’edilizia. Per Colomba la situazione è quanto mai grave e pesante: “Il calo degli occupati – ha detto – è immane. I dati della cassa edile mostrano che, nell’ultimo anno, in provincia di Trapani, c’è stata una riduzione di 2 mila posti di lavoro a cui va aggiunto il fatto che molti lavoratori stanno esaurendo le indennità di disoccupazione”. La Cna invece individua i motivi della crisi: la forte riduzione degli appalti pubblici, lo stop al Piano casa all’Ars e il blocco dei fondi del Por 2007/2013 che stanno appesantendo gli effetti della crisi sulle imprese di costruzione dell’Isola. Tesi che in realtà condividono un po’ tutte le organizzazioni di categoria locali.
 


L’approfondimento. Si riducono anche le imprese e le ore di malattia

Il polo Catania-Palermo, sul fronte della sicurezza, non sembra aver prodotto effetti preoccupanti.
Nel II trimestre 2009 il numero di ore di malattia segna una variazione tendenziale del -17,1 per cento che diviene del -13 per cento nel trimestre successivo, mentre per le ore di infortunio si registra un -15,4 per cento che passa al -9,7 per cento nel III trimestre. Non trova ancora conferma, quindi, la preoccupazione circa la possibilità che la stretta occupazionale determinata dalla crisi possa comportare un peggioramento delle condizioni di lavoro sul cantiere, con il conseguente aumento degli incidenti sul lavoro secondo la Feneal.
Bankitalia ha rivelato in un suo studio che nel primo semestre  2009 il numero di ore lavorate denunciate alle casse edili è diminuito  di oltre il 15 per cento, rispetto ai primi sei mesi del 2008.
Nello  stesso periodo gli occupati sono diminuiti del 12,9 per cento e nei primi  otto mesi dell’anno le ore di Cig sono più che raddoppiate. A Trapani la Cgil analizza invece un altro dato allarmante: il numero delle imprese che hanno chiuso i battenti a causa proprio della crisi sono state in un anno 150 per la sola edilizia. Una vera ecatombe.

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