Sicilia senza verde, cittadini tra le polveri - QdS

Sicilia senza verde, cittadini tra le polveri

Rosario Battiato

Sicilia senza verde, cittadini tra le polveri

giovedì 24 Gennaio 2019

Cnr-Ingv-Arpa: un’indagine su alcune scuole di Palermo ha evidenziato come vivere in aree altamente cementificate sia dannoso per la salute, soprattutto dei bambini. A Matera, capitale della cultura, 990 mq di spazi green per abitante, a Palermo solo 10. Bassissima la percentuale di verde urbano sulla superficie comunale

PALERMO – Ci sono innumerevoli studi che confermano come la presenza degli alberi abbatta la concentrazione del particolato atmosferico. Si tratta di valori che valgono tra il 7% e il 24% entro cento metri di distanza dalla pianta, permettendo inoltre la riduzione della temperatura atmosferica di 2-4 °F. A livello nazionale esiste anche una legge ad hoc – la 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” – che di fatto lega la “valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo” e le politiche di riduzione delle “emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria”. Eppure i Comuni isolani non sembrano preoccuparsene e i siciliani rischiano di ammalarsi.
 
VERDE URBANO
Le evidenze scientifiche non cambiano le strategie dei comuni capoluogo isolani. I dati di Ecosistema Ambiente Urbano, forniti dall’Istat, hanno confermato che il verde fruibile in area urbana raggiunge numeri record a Matera (990,5 mq/abitante) Trento (399,6), a Sondrio (316,9), a Potenza (190,9), a Terni (150,3) mentre il dato siciliano più elevato si raggiunge ad Agrigento (79), con tutte le altre isolane nelle retrovie e al di sotto del 25, con alcuni risultati che sono tra i più bassi d’Italia: Caltanissetta (4,5), Trapani (5,5), Siracusa (7,5) ed Enna (7,8).
 
SENZA STRUMENTI
A fare il quadro nazionale di dettaglio, ci pensa ogni anno il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico del ministero dell’Ambiente. Nel rapporto 2018, l’ultimo disponibile, nessun comune capoluogo siciliano aveva il piano del verde approvato, strumento determinante anche come punto di riferimento nell’ottica di “una migliore politica di gestione e tutela, per esempio dai danni degli incendi”, mentre la percentuale di copertura arborea sul totale del comune risultava tra il 10 e il 30% a Catania, Palermo, Ragusa, Agrigento, Caltanissetta ed Enna, inferiore al 10% a Trapani e tra il 30 e il 50% soltanto a Messina. Ancora più basso il livello del percentuale di verde urbano sulla superficie comunale che risulta essere inferiore al 5% in tutti i comuni capoluogo.
 
RISCHIO INQUINAMENTO E INFRAZIONI
Il rapporto di Legambiente “Mal D’aria di Città 2019”, rilasciato nei giorni scorsi, ha evidenziato il superamento di almeno uno dei limiti giornalieri previsti per il Pm10 o per l’ozono in oltre 50 comuni capoluogo, tra questi sono segnalati anche Agrigento ed Enna (entrambe per il superamento del limite previsto per l’ozono), ma in generale anche le aree metropolitane isolane e le aree industriali isolane sono da sempre al centro delle criticità. Al punto che la Sicilia rientra in due procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria per la violazione della direttiva 2008/50/CE: la 2014/2147 segnala la Sicilia per superamento dei valori limite di Pm10 in Italia e la 2015/2043 relativamente ai livelli di biossido di azoto.
 
I PERICOLI PER LA SALUTE
Il Dasoe, dipartimento attività sanitarie con osservatorio epidemiologico, ha collaborato con l’Arpa nella redazione del capitolo “Ambiente e salute” dell’ultimo annuario dei dati ambientali regionali. Su richiesta specifica del QdS, il dipartimento ha specificato che “in termini di incrementi percentuali di rischio atteso di mortalità per diverse cause, come ad esempio per le cause non accidentali, è del 2,27% e 3,78% qualora si verificassero degli incrementi di 10 microgrammi per m3 di pm10 rispettivamente di origine antropogenica e desertica”. In particolare, si precisa che per “le sole cause respiratorie tali incrementi attesi di rischio possono risultare superiori ma qualora si verificassero dei consistenti incrementi di concentrazione di particolato (Pm10)”. Veleni che gli alberi sono in grado di contrastare: secondo la Coldiretti, una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.
 
IL PIANO DELL’ARIA
L’Arpa specifica che le “misure di risanamento sono state già individuate per il territorio siciliano” nel Piano di tutela della qualità dell’aria, redatto nel 2017 dal Commissario ad acta, Francesco Licata di Baucina, direttore dell’Agenzia, che è stato approvato con Delibera di Giunta n. 268 del 18/07/2017. In particolare, il Piano “rappresenta un importante strumento la cui attuazione, incidendo in maniera efficace e con interventi strutturali su tutti i settori responsabili di emissioni di inquinanti (traffico veicolare, grandi impianti industriali, energia, incendi boschivi, porti, rifiuti), garantirà, nei prossimi anni, il miglioramento della qualità dell’aria su tutto il territorio regionale ed in particolare sui principali agglomerati urbani e sulle aree Industriali nei quali negli anni passati sono stati registrati dei superamenti dei valori limite previsti dal D.Lgs. 155/2010”.
 
CNR-INGV-ARPA
Indagine su Palermo: senza verde danni alla salute degli scolari
 
PALERMO – Il capoluogo isolano è stato al centro di un’indagine su bambini di età scolare, sulla base di un approccio che combina urbanizzazione e salute dei residenti attraverso una serie di indicatori (verde urbano, greyness, aree cementificate e biossido d’azoto). A condurre lo studio un team multidisciplinare dell’Unità di ricerca di epidemiologia clinica e ambientale delle malattie polmonari e allergiche pediatriche (Ecampap) – Istituto di biomedicina e immunologia molecolare Alberto Monroy del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibim), dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), dell’Arpa Emilia-Romagna e del Dipartimento di epidemiologia del Lazio (DepLazio). Coinvolti 244 scolari, tra gli 8 e i 10 anni, di due scuole elementari che hanno compilato un questionario per la valutazione dei sintomi respiratori, allergici e generali. Diversi gli strumenti messi in campo dai vari enti di ricerca per arrivare alla conclusione che i bambini che vivono in aree di tessuto urbano continuo, densamente cementificate, riportano più sintomi oculari e generali, come cefalea e stanchezza, rispetto a quelli che vivono in aree di tessuto urbano discontinuo, meno cementificate. Inoltre, la prossimità a una strada ad alto traffico determina un aumento del rischio dei sintomi oculari (bruciore, lacrimazione, sensazione di sabbia negli occhi) e nasali. E con elevate esposizioni a livelli di biossido di azoto, il rischio di sintomi generali aumenta.
Secondo Giovanni Viegi, direttore Cnr-Ibim, l’associazione tra il “greyness e la salute dei bambini sottolinea la necessità di una pianificazione urbana sostenibile a misura di bambino”.
 
A Catania 100 alberi donati “dal basso”
 
CATANIA – Cinquantacinque donatori per 1.500 euro di buoni propositi dall’animo “green”: il progetto di Legambiente Catania promosso sulla piattaforma di crowdfunding Laboriusa.it ha raggiunto l’obiettivo prefissato. Con le donazioni online i volontari dell’associazione ambientalista potranno piantumare 100 alberi nelle vie del capoluogo etneo, accendendo ancora una volta i riflettori sull’importanza del verde per contrastare le emissioni di CO2, l’inquinamento dell’aria e la perdita di biodiversità. “Inizieremo il prossimo mese con semi di ligustri e robinie che pianteremo in via Plebiscito, per poi ampliare il nostro raggio d’azione nel quartiere storico della città”, sottolinea la presidente di Legambiente Catania Viola Sorbello.
 
Spazi green negli ospedali: aiutano il benessere dei malati
 
PALERMO – È atteso a breve nella Gazzetta Ufficiale, un contributo da 1 milione di euro per realizzare spazi verdi nelle strutture sanitarie. Un progetto che deriva dalla consapevolezza che la presenza del verde aiuta il benessere psicofisico dei malati, così come riportato in una ricerca pubblicata su Environmental Health e resa nota dal Cnr: vivere in aree altamente cementificate sia dannoso per la salute respiratoria e oculare dei bambini, mentre vivere in aree con molto verde urbano è protettivo.
In questo senso si prevede un milione di euro di cofinanziamento per interventi per la gestione sostenibile degli spazi verdi. I progetti giudicati favorevolmente otterranno fino all’80% del costo complessivo (il contributo non potrà essere superiore a 40 mila euro per singolo intervento). Potranno essere finanziabili quelli che riguardano la gestione sostenibile dell’irrigazione e dei residui dell’attività di potatura, sfalcio e pulizia, la manutenzione sostenibile e l’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione.
Nella gestione sostenibile per l’irrigazione ci sono anche l’efficientamento degli impianti di irrigazione, l’installazione di impianti per il recupero, il trattamento e il riutilizzo delle acque meteoriche, la realizzazione di filtri vegetali (o rain garden). Nell’ambito della manutenzione sostenibile ci sono le attrezzature a batteria per la manutenzione di alberi, siepi e cespugli, le attrezzatture e i piccoli macchinari a batteria per la manutenzione del tappeto erboso e per i trattamenti di difesa e protezione delle aree. Nel capitolo relativo alla gestione dei residui dell’attività di potatura, sfalcio e pulizia è ammesso a finanziamento l’acquisto di attrezzature per il trattamento (triturazione) e il compostaggio dei residui che derivano da queste operazioni. Nell’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione rientrano l’adeguamento alla tecnologia Led e l’installazione di sistemi finalizzati al risparmio energetico.

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